Ieri a Saluzzo fatto Pinventario dei suoi averi, che andranno all'asta di Franco Giliberto

Ieri a Saluzzo fatto Pinventario dei suoi averi, che andranno all'asta Ieri a Saluzzo fatto Pinventario dei suoi averi, che andranno all'asta Soltanto Pertini potrà salvare i beni della donna che prestò il suo nome Margherita Roasenda fu ingannata dal petroliere Chiabotti che le intestò una raffineria per pagare meno tasse DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE SALUZZO — Pare che Cesare Chiabotti, uno dei «pesci grossi» coinvolti nello scandalo dei petroli, si sia rifugiato ai Caraibi, per godersi lontano dalle patrie galere (è stato scarcerato su cauzione) alcuni dei miliardi che la sua attività gli ha fruttato. Nella campagna piemontese, un po' meno esotica, si consuma intanto il dramma di una contadina il cui marito in passato fu legato al Chiabotti. che era stato suo capitano nell'ultima guerra. Questa signora, un po' sprovveduta, su insistenza del marito aveva, in buona fede, «prestato» il proprio nome al petroliere, che le aveva intestato una raffineria. Ora che lo scandalo è scoppiato e le aziende del Chiabotti sequestrate, anche la «prestanome» deve rispondere in solido: il fisco le ha ingiunto di pagare 650 milioni di multa per le imposte evase dalla Isomar, la creatura industriale di Chiabotti. aveva esaminato la posizione di Margherita Roasenda nel pasticciaccio delle raffinerie piemontesi «Isomar» e «Isomeri», afferma che dal punto di vista penale l'anziana contadina e suo marito non sono censurabili. Il magistrato ha accertato che i coniugi erano sicuramente all'oscuro di tutte le manovre illecite del Chiabotti, il quale si era comportato con molta furbizia, carpendo la loro buona fede, facendo leva sulla vecchia amicizia con Giuseppe Olivero, maturata sul fronte albanese. »Fai mettere da tua moglie una firmetta su questa carta, è tutto regolare, non devi temere nulla», aveva detto il petroliere. E davanti a un notaio, che garantiva della chiarezza dell'operazione (anch'egli in buonafede?), la signora Margherita Roasenda s'era trovata proprietaria di sette torri per la rettificazione della benzina. Cosi aveva consentito al Chiabotti. senza saperlo, di sottrarsi a varie rivendicazioni del fisco. «A questo punto — dice il dott. Vaudano — la situazione per la famiglia di Margherita Roasenda parrebbe senza sbocchi. Anche se l'istruttoria penale ha prosciolto la donna senza dubbi, dal punto di vista fiscale-amministrativo il discorso è diverso: le si imputa, quanto meno, di non essere stata accorta, attenta al tranello che le si tendeva. Non credo che quella famiglia abbia modo di fermare la procedura fallimentare ormai». A meno che ìa signora Roasenda non faccia chiedere un'apertura d'istruttoria per circonvenzione di incapace, accusando il Chiabotti della turlupinatura. «Ma è un'ipotesi da scartare — sostiene l'avvocato Giovanni Galdini. che assiste la donna — perché bisognerebbe prima chiedere l'interdizione di Margherita Roasenda, che è una donna semplice, ma non certo da considerare "incapace di intendere e di volere". E' una brutta storia, l'appello al presidente della Repubblica è in La protagonista della paradossale vicenda è Margherita Roasenda. 70 anni. Abita col marito Giuseppe Olivero. 73 anni, nel paesetto di Polonghera. dove possiede una casa del valore di 20-30 milioni. Ieri il curatore fallimentare del tribunale di Torino è andato a trovarla, ha compiuto una «ricognizione» della piccola proprietà, ha fatto l'inventario degli altri beni — televisore, frigorifero, mobili — e una stima approssimativa per il prezzo di base della imminente asta. Sì. perché la casa di Margherita Roasenda sarà messa rapidamente all'incanto con ogni altro suo bene. Come un rullo compressore, la macchina fiscale sta facendo il suo corso e pare proprio che nulla possa fermarla. Tranne il presidente della Repubblica, forse, al quale la famiglia Roasenda ha spedito una petizione accorata, un appello per non finire letteralmente sul lastrico. Il giudice istruttore Mario Vaudano. che alcuni mesi fa effetti l'unica strada percorribile, che lascia intravedere un fievole lumicino di speranza. Ma ci sarà un intervento di Sandro Pertini? Non so proprio che cosa dire». La signora Roasenda è angosciata. Ieri ha accolto i cronisti piangendo, dà l'impressione di un naufrago, d'una persona che si sente crollare il soffitto in testa senza la possibilità di fare nemmeno il più piccolo movimento per mettersi al riparo. «Maledetta la guerra — dice — maledetto il giorno in cui mio marito ha conosciuto al fronte quel suo capitano, fior di galantuomo che ora sarà chissà dove in panciolle, mentre noi stiamo perdendo tutte le poche e uniche cose che possediamo. Siamo stati ingenui, è vero, ad accogliere le richieste del Chiabotti. Ma come pensare che un uomo pieno di quattrini come lui avesse bisogno di quel piccolo trucco r fosse venuto proprio da noi per fare l'ignobile giochetto?». Franco Giliberto

Luoghi citati: Polonghera, Saluzzo, Torino