Un vertice internazionale a Venezia per salvare la città dall'acqua alta

Un vertice internazionale a Venezia per salvare la città dall'acqua alta Vi partecipano geologi, esperti di biologia marina e di ingegneria civile Un vertice internazionale a Venezia per salvare la città dall'acqua alta VENEZIA — Esperti di tutto il mondo sono riuniti da oggi a Venezia per esaminare i problemi della salvaguardia fisica della città e della Laguna, alla luce dei più recenti orientamenti in materia. Sono presenti, tra gli altri, i francesi Martin Lasserre. il messicano Figueroa Vega. l'irlandese O'Kane. gli olandesi Ferguson e Van Der Veen, l'inglese Peter Cox. geologi, esperti di biologia marina, di ingegneria civile ed in altri settori connessi, appunto, con la salvaguardia fisica della città lagunare. Ai lavori del convegno — che si svolgono a «porte chiuse» e che si concluderanno il 4 aprile — partecipano, inoltre, funzionari e dirigenti del ministero dei Lavori Pubblici, degli enti locali, i componenti del Comitato tecnico-scientifico nominato per affrontare, appunto, il problema della salvaguardia di Venezia: rappresentanti dell'Unesco. dei comitati privati che operano in favore della città lagunare: di università ed associazioni culturali. Ci sono due modi per difendere Venezia dalle «acque alte» che periodicamente la sommergono: rialzando il terreno e riducendo le ampiezze della marea. Per quanto riguarda il primo provvedimento, si tratterebbe di rialzare il suolo in corrispondenza dell'abitato mediante iniezione diffusa, a decine di metri di profondità, di sostanze ido- nee a permettere, appunto, il sollevamento degli strati superiori. «Ma questa operazione, in sé allettante — ha sottolineato il presidente del comitato tecnico-scientifico ing. Augusto Ghetti — suscita gravi perplessità-, in quanto si dovrebbe intervenire in un'area di quasi sei milioni di metri quadrati, «e in ogni caso non si potrebbe pensare ad un sollevamento del suolo maggiore di qualche decina di centimetri-. Altri sistemi potrebbero essere la ripressurizzazione delle falde artesiane e la sopraelevazione locale del piano di camminamento nelle zone più depresse: provvedimento quest'ultimo che Ghetti ha giudicato «non certo risolutivo, ma che alleggerirebbe notevolmente il disagio dovuto alle "acque alte"-. Per quanto riguarda il secondo intervento, quello cioè considerato negli «indirizzi» governativi e nel bando di appalto-concorso. Ghetti ha ri¬ levato che «il temporaneo isolamento della città dal mare non può farsi per evidenti ragioni di conservazione ambientale-, e. dunque, «si può solo provvedere regolando le "bocche" lagunari con opere fisse e mobili di restringimento-. «Ma va chiarito — ha aggiunto — che con opere fisse di restringimento non si raggiunge lo scopo della difesa di Venezia dalle più gravi "acque alte" che. proprio per il loro andamento atipico, richiederebbero, per dar luogo ad un'apprezzabile moderazione, restringimenti eccessivamente spinti, tali da impedire in permanenza sia il ricambio idrico sia il traffico marittimo portuale-. Da qui. dunque, la necessità, «ove si ritenga di dover provvedere a tale difesa-, di integrare i restringimenti fissi con organi mobili che consentano la chiusura completa o parziale, secondo le necessità, delle comunicazioni fra mare e Laguna.

Persone citate: Augusto Ghetti, Ferguson, Figueroa, Ghetti, Laguna, Martin Lasserre, Peter Cox, Veen, Vega

Luoghi citati: Venezia