L'incredibile museo di Catania ha prestato molte opere d'arte
L'incredibile museo di Catania ha prestato molte opere d'arte accorata e pesante denuncia dell'ex direttore L'incredibile museo di Catania ha prestato molte opere d'arte C'è un elenco di «pezzi» graziosamente affidati ad enti pubblici, ma ne mancherebbero anche altri - Intanto non si trova l'inventario CATANIA — La scomparsa di un cerio numero di opere d'arte dal museo civico ..Castello Ursino». denunciata dal prof. Santi Luigi Agnello, titolare della cattedra di archeologia cristiana nella facolta di lettere dell'università di Catania ed ex direttore del museo stesso, lia indotto la magistratura ad aprire un'indagine per accertare la verità dei fatti, l'esistenza di dolo e individuare gli eventuali responsabili. Coinè primo atto, il pretore Vincenzo Serpotta ha convocato il prof. Agnello per avere un chiarimento sulla situazione in cui si trova il museo. La denuncia del prof. Agnello è sopravvenuta in seguito a una dichiarazione fatta in consiglio comunale dal sindaco Coco. ..Bisogna completare l'inventario di tutto ciò che contiene e di tutto ciò die appartiene al rnuseo civico del Castello Ursino — ave- va detto Coco — inventariare le opere d'arte, i reperti archeologici, i vari oggetti preziosi ivi contenuti, vuol dire anche reperire quelle opere che dovessero risultare disperse... La reazione del prof. Agnello é stata immediata. Egli asserisce che gli inventari delle oliere d'arte esistenti nel museo civico sono stati fatti, che anzi sono stati redatti dal prof. Enzo Maganuco. direttore del museo sino al 1968. «Il Iti maggio 1972 — afferma Agnello — io stesso spedii copia degli inventari alla sovrintendenza ai monumenti di Palermo e a quella di Siracusa. L'originale rimase al museo. Non ini spiego come mai si sia potuto asserire che gli inventari non esistono*. A quanto pare l'elenco delle opere non si trova, nessuno sa dove sia. Ciò significa che non si può fare alcun controllo. Il prof. Agnello ricorda che le opere elencate negli inventari erano, sino al 1979. circa 8500. A quell'epoca si trovavano tutte nel museo, tranne 95 date in deposito a enti vari con procedure talvolta superficiali. ..sulla parola..; Agnello, infatti, dovette, tra l'altro, cercare i depositari e regolarizzare le pratiche di ..affidamento». Le opere date «in prestito» sono: 2 ceramiche. 5 intarsi e 9 sculture a Palazzo degli Elefanti (sede del municipio): 7 pitture all'Assessorato alla pubblica istruzione: 2 pitture all'Avvocatura comunale: una pittura alla divisione Tributi comunali: 2 frammenti architettonici, una ceramica. 2 bronzi. 27 pitture e 3 sculture alla prefettura: 11 pitture al comando dei carabinieri: 4 pitture alla commissione provinciale di controllo, un disegno. 2 incisioni e otto pitture al liceo musicale, una pittura alla procura generale della Repubblica. 2 sculture all'Università, quattro ceramiche alla città di Grenoble, una pittura alla famiglia Lavagna. Non è escluso che. oltre ai predetti ..pezzi» affidati a enti vari, ce ne siano altri che non si sa dove siano andati a finire. Negli ultimi anni il comune é stato più volte criticato per le condizioni in cui si trova il «Castello Ursino». Alcuni locali sono chiusi perché ri- schiano di crollare e in altri entra la pioggia. «Le richieste di opere in deposito si facevano sempre più insistenti — ha commentato l'ex direttore —. Inoltre l'uso indiscriminato del museo, per conferenze, dibattiti, banchetti, spettacoli musicali, manifestazioni costituiva uno stato di pericolosità costante per le opere e per i locali che non potevo avallare» e per questo motivo il 13 maggio 1978. Agnello inviò al sindaco il seguente telegramma: • Mancanza ogni garanzia tutela opere d'arte Castello Ursino per sconsiderata politica concessione locali perdurante contro ogni mia precisa et pressante richiesta ini impongono declinare incarico direzione interinale museo onde non rendermi corresponsabile decadimento beni culturali catanesi». Non ottenne risposta. Franco Sampognaro
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