L'Italia ora corre un altro pericolo il blocco totale dell'export agricolo

L'Italia ora corre un altro pericolo il blocco totale dell'export agricolo Lo denuncia il Sindacato nazionale degli esportatori ortofrutticoli L'Italia ora corre un altro pericolo il blocco totale dell'export agricolo ROMA — L'Italia esporta sempre meno frutta, verdura e agrumi, mentre continua ad importare, per un valore crescente, con gravissime ripercussioni sulla nostra produzione e forti tensioni nei prezzi. «Se non saranno adottati provvedimenti urgenti e adeguati —ha dichiarato il Presidente del sindacato nazionale esportatori ed importatori ortofrutticoli e agrumari, Francesco Campanella, nella relazione di apertura dell'assemblea nazionale della categoria — la situazione peggiorerà progressivamente fino al blocco totale delle nostre esportazioni, divenute ormai scarsamente o niente affatto remunerative, di fronte all'ascesa dei costi e all'impossibilità di comprimere i prezzi alla produzione». I sintomi di regressione sono evidenti. Nel 1980 le esportazioni di frutta, ortaggi e patate sono state di 28,1 milioni di quintali (31,6 nel 1977, 27,8 nel 1978, 30,4 nel 1979 con una flessione percentuale del 13,42) con diminuzioni generalizzate in tutti i comparti merceologici. In particolare, l'esportazione della frutta fresca registra una riduzione dell'11,9%, in buona parte causata dalla concorrenza nella esportazione di pesche, mentre per la frutta secca e le castagne si ha una caduta vistosa, rispettivamente del 39% e del 31%. Ma non è tutto per valutare la gravità della situazione. Alla diminuzione percentuale media del 7,7% nelle quantità corrisponde un aumento dei valori dell'1,3% nel 1980. L'introito valutario del 1980 è risultato di 1.532 miliardi di lire contro i 1.512 miliardi del 1979: ciò significa che lo scorso anno abbiamo esportato a prezzi unitari superiori di appena il 9,7% rispetto a quelli del 1979, mentre era logico attendersi che tali prezzi aumentassero in misura molto più elevata. Le importazioni, invece, anche se sono scese di quantità (10,1 milioni di quintali nel 1980 contro 11,7 milioni di quintali del 1979, con una flessione percentuale del 13,49) sono aumentate di valore: 434 miliardi di lire contro 417 miliardi, con un incremento percentuale dell'esborso valutario del 4% ed un aumento dei prezzi unitari del 20%. I produttori e gli esportatori di numerose regioni (Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Veneto, Campania, Sicilia ecc.) sono allarmati per la mancanza di prospettive favorevoli a breve termine. Quali i rimedi? Il Presidente Campanella ha indicato: U591 abbassare i costi di produzione e di commercializzazione con provvedimenti ad effetto immediato: U592 sostenere, in alternativa, i ricavi sui mercati esteri di collocamento del prodotto, instaurando un sistema di difesa alla frontiera che sia paragonabile, come efficacia, a quello vigente per i prodotti agricoli continentali. Altrimenti non resterebbe che concedere ai più importanti prodotti ortofrutticoli e agrumari compensazioni finanziarie e restituzioni in grado di equilibrare costi e prezzi. g. c. f.

Persone citate: Francesco Campanella

Luoghi citati: Campania, Emilia Romagna, Italia, Liguria, Piemonte, Roma, Sicilia, Veneto