L'antropologia dirà se è Giotto di Francesco Fornari

L'antropologia dirà se è Giotto RISALE AL '300 LO SCHELETRO SOTTO IL DUOMO DI FIRENZE? L'antropologia dirà se è Giotto Altri resti trovati accanto a quelli che si presumono del grande pittore - Apparterrebbero a don Pietro di Toledo, viceré di Napoli, morto nel 1552 - Rileggendo le cronache del Vasari DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE FIRENZE — Grande emozione ha suscitato nel mondo della cultura e dell'arte la notizia che. forse, è stata ritrovata la tomba di Giotto. Morto nel 1337. il grande maestro, come racconta il Vasari, -fu sotterrato in Santa Maria del Fiore, dalla banda sinistra entrando in chiesa, dove è un mattone di marmo bianco per memoria di tanto uomo-. Nei giorni scorsi, durante i lavori di restauro all'interno del Duomo, gli operai impegnati a demolire la vecchia e sconnessa soletta del pavimento, a pochi metri dalla porta della Mandorla, hanno scoperto una grande scala che portava a una tomba, ricoperta da un massiccio lastrone di pietra. Una copertura non comune che ha subito fatto sorgere l'ipotesi che si trattasse di una sepoltura importante. Da secoli in Duomo si cerca la tomba di Giotto. Purtroppo, quel mattone di marmo bianco che. inserito nel pavimento di cotto della chiesa indicava il luogo della sepoltura, fu rimosso quando la pavimentazione venne rifatta in marmo e nessuno si preoccupò di lasciare un segno per ricordare ove fosse la tomba dell'allievo di Cimabue. I segreti nascosti sotto le vecchie pietre del Duomo vengono alla luce casualmente: nove anni or sono fu ritrovata la tomba di Filippo Brunelleschi. realizzatore della grande cupola, in questi giorni è stata ritrovata questa sepoltura e subito si sono intrecciate le ipotesi più fantastiche. Sollevata la pesante pietra, è stato trovato uno scheletro abbastanza ben conservato e. accanto, ossa appartenenti a un'altra persona. Questa seconda presenza ha fatto vacillare un po' le speranze di aver trovato finalmente la tomba del grande pittore: appare poco credibile, infatti, cìie Giotto possa essere stato sepolto in una specie di fossa comune. Ma l'ingegner Galliano Boldrini. presidente dell'Opera del Duomo, ha pronta già una avvincente spiegazione: «Potrebbero essere le ossa di Giotto e del Viceré di Napoli». La soluzione del mistero é affidata agli studiosi dell'Istituto di antropologia (dove, con mille cautele, è stato trasportato lo scheletro), che dovranno accertare se si tratta di persona morta nel Trecento o in altra epoca. Se questo verrà confermato, non vi saranno dubbi: questa è proprio la tomba di Giotto di Bondone. «Gli altri resti, afferma Boldrini. e anche qui saranno gli studiosi che forniranno utili indicazioni, potrebbero essere quelli di don Pietro di Toledo, viceré di Napoli, morto a Firense nel 1552 mentre era in insita al suocero Cosimo II e che, secondo le cronache del Vasari, sarebbe stato deposto prima in un sarcofago accanto alla porta del Cocomero (cosi, anticamente, si chiamava l'attuale porta della Mandorla, n.d.r.) e, in seguito, interrato nella stessa area ». Boldrini ricorda che un tempo la porta del Cocomero «era l'accesso più importante al Duomo perché quelle della facciata, con i grandi portali di bromo, furono completate in un secondo tempo. Gli uomini illustri venivano sepolti in quell'area della chiesa, che era la più prestigiosa-. Saranno i tecnici che. dopo gli accertamenti col radiocarbonio. potranno sciogliere l'enigma che circonda questo ritrovamento. «L'età delle ossa può essere definita con un'approssimazione di 10 o 15 anni», dice il celebre antropologo Paolo Graziosi che. dopo un primo, sommario esame dei resti, ha accertato che si tratta dello scheletro di una persona di sesso maschile, morta in età matura, certamente a più di quarant'anni. Il professor Graziosi ha precisato inoltre «che si trattava di una persona dall'ossatura delicata, alta all'incirca un metro e settanta». Purtroppo, non esistono descrizioni storiche sul tipo fisico e sulla corporatura di Giotto: per ora. il mistero sull'ultima dimora «di tanto uomo» rimane. Francesco Fornari

Persone citate: Boldrini, Filippo Brunelleschi, Galliano Boldrini, Paolo Graziosi, Pietro Di Toledo, Vasari

Luoghi citati: Bondone, Firenze, Napoli