«Prima di chiedere altri sacrifici van tagliati gli sprechi di Stato» di Eugenio Palmieri

«Prima di chiedere altri sacrifici van tagliati gli sprechi di Stato» A colloquio con il socialista Servadei, moralizzatore della vita pubblica «Prima di chiedere altri sacrifici van tagliati gli sprechi di Stato» «Sono troppi. Prendiamo le auto blu ministeriali, nessuno sa quante siano: di certo costano 400 miliardi l'anno» - «E i treni? Il 65% degli italiani viaggia senza pagare o con sconti forti» - Poi ci sono le tariffe Enel ridotte, gli abbonamenti Rai agevolati, i telefoni gratuiti ROMA — Ogni volta che squilla la tromba dei sacrifici Stefan Servadei, deputato socialista, cinquatotto anni, ha un sussulto di collera verso coloro che si affannano negli appelli a stringere la cinghia. Servadei si batte da quindici anni perché spese inutili, stipendi sommersi, privilegi occulti, vengano cancellati dal settore pubblico. Egli sostiene che è moralmente ingiusto chiamare gli italiani all'austerità quando lo Stato ogni giorno sperpera centinaia di miliardi. La sua, finora, è stata una battaglia perdente, i suoi appelli inascoltati nonostante le numerosissime interrogazioni. -Soltanto Andreotti e Cossiga, in qualità di presidenti del Consiglio mi hanno dato parziali risposte: il primo, bontà sua, promise di vietare l'uso delle macchine blu la domenica, il secondo che avrebbe fatto un inventario delle case di proprietà dello Stato per eventuali provvedimenti», sostiene Servadei. La sua tesi è che invece di rivolgere inviti pressanti per tagliare una spesa pubblica che cresce a ruota libera, sarebbe più onesto rimuovere molti tabù dietro i quali i gruppi sociali più protetti sono riusciti negli anni a far passare richieste onerosissime alle spalle della collettività. Come dire che oggi con un po' di coraggio non ci sarebbe bisogno di mercanteggiare la cosiddetta -fase due». «Prenda il caso delle auto blu ministeriali — mi dice l'esponente sociali¬ sta —,. Nessuno sa quante siano con esattezza, neppure la Corte dei Conti. Una stima non è mai stata fatta. Ministri, sottosegretari, burocrati, alti e piccoli ufficiali, le usano senza alcun controllo. Oggi, forse per pudore, si scelgono auto bianche o di altri colori: danno meno nell'occhio. Ma sa quanto costano allo Stato? Tra uso e manutenzione almeno 400 miliardi. Non dico die tutti debbano andare con i propri mezzi, anche se in altri paesi non è uno scandalo, ma che si faccia un bel taglio di almeno due terzi». — Ma in questi giorni, si parla di 5000 miliardi di tagli. «Nel nostro caso è impossibile fare il conto della massaia però mi preme ricordare ad esempio che lo Stato è proprietario di migliaia di appartamenti, peraltro mai censiti, distribuiti a prezzi politici. Il ricavo non basta neppure a coprire le spese di manutenzione. Basterebbe venderli o affittarli con l'equo canone per reperire risorse finanziarie ingenti. Invece si continua nella politica dello struzzo: voti e privilegi vanno salvaguardati.'». — Ci sono altri casi? « Un elenco lunghissimo. Il caso dei treni. Il 65 per cento degli italiani non paga il biglietto o usufruisce di forti sconti. Ferrovieri, giornalisti, parlamentari, parroci, dipendenti dell'Alitalia godono di speciali facilitazioni. Tradotte in cifre sono altre centinaia di miliardi»'. — Non le sembra demagogia? -Giudichi la gente. I dipendenti dell'Enel sono 115.000 e fino a 2000 chilovattora di consumo pagano una tariffa ridotta dell'80 per cento. Ai dipendenti della Rai viene restituito il canone di abbonamento. Ma è previsto nel contratto mi è stato obiettato. Bell'affare: da una parte si chiede il blocco dei contratti pubblici dall'altra non si riesce a cancellare neppure quanto in essi vi è di incredibile. Ma in questo anche le colpe dei sindacati sono fortissime». — Insomma una questione morale oltre che economica. -Certamente. Non si può richiamare il senso di responsabilità dei cittadini e nascondere il mare delle inefficienze. Materiale per tagliare cen'èa iosa: basta volerlo. Ma è poi davvero insignificante che esistano 12.000 telefoni di Stato, cioè 12.000 telefoni che vengono utilizzati da politici superburocrati, autisti e portaborse senza pagare un centesimo? Per me è uno schifo. Senza contare che fino a poco tempo fa in alcuni istituti pubblici come la Cassa per il Mezzogiorno ai dipendenti venivano restituiti perfino i soldi delle tasse. Il Banco di Roma, una banca pubblica, ha un centro sportivo da Olimpiadi Sommando tutte queste cose i conti dello Stato tornerebbero un po' meglio e la gente sopporterebbe con responsabilità i veri sacrifici». Eugenio Palmieri

Persone citate: Andreotti, Cossiga, Servadei, Stefan Servadei

Luoghi citati: Roma