Quel risparmio sgradito a tutti di Eugenio Palmieri

Quel risparmio sgradito a tutti La proposta di tagliare del 2% le spese correnti dei ministeri Quel risparmio sgradito a tutti ROMA — L'idea, in verità non nuova, è venuta al ministro delle Poste Di desi: tagliare il 2 per cento della spesa corrente dei ministeri per risparmiare dai 2000 ai 3500 miliardi di denaro pubblico e rimettere cosi in sesto un bilancio disastroso. Il collega del Bilancio, La Malfa, si è detto subito interessato alla proposta. Ma è realistico il proposito e praticabile questa strada? I precedenti sono sconsolanti. Si tratta di una scelta a prima vista semplice, mentre da anni ci si scontra con piccoli e grandi privilegi indistruttibili. Tanto che alle molte parole non sono mai seguiti i fatti. Eppure secondo alcuni basterebbe intaccare queste incrostazioni per far quadrare meglio i conti dell'azienda Italia. Ancora oggi giacciono in Parlamento interrogazioni campione: l'uso e la manutenzione dell'esercito di auto blu costerebbe alle casse dello Stato centinaia di miliardi, il 65 per cento dei cittadini che usa il treno non paga il biglietto oppure usufruisce di notevoli sconti, centomila appartamenti demaniali sono spesso in dotazione quasi gratuita di burocrati a loro volta proprietari di case. E sono solo alcuni esempi. Quando l'ex ministro dei Trasporti, Attilio Ruffini, si avventurò nella proposta di abolire gli sconti ferroviari ci fu una specie di sollevazione generale. L'ex sottosegretario liberale Costa dovette scontrarsi quasi fisicamente con quanti si opponevano alla sua decisione di ridurre drasticamente il numero delle auto blu a disposizione: tre per il sottosegretario, due per il segretario del sottosegretario, due per il capo della segreteriadel sottosegretario. Il socialista Servadei si batte da anni per una riduzione degli sprechi e non si contano le denunce inoltrate ai governi di solito insensibili a questo genere di appelli perché toccano interessi inossidabili o quasi. Famosa è rimasta la campagna contro la - tazzina burocratica'. In ogni ministero romano bar, mense, offrono cappuccini e brioche e pasti a prezzi stracciati. Ma ciò che avviene nei ministeri è soltanto la classica punta di un iceberg. Per alcune categorie si va dal telefono gratuito, al pa¬ gamento delle vacanze per i figli, all'indennità di alloggio, fino al prestito per la casa a tassi irrisori. Fino a qualche anno fa in alcuni istituti pubblici si pagavano anche le tasse dei dipendenti. Quanto sia cambiato di questo panorama è difficile stabilire perché ad un'economia sommersa si contrappone ormai quella del salario invisibile, ribattezzato sotto forma di agevolazioni, concessioni speciali, indennità particolari che sfugge a qualsiasi controllo. Proprio pochi giorni fa l'ex direttore generale della Confindustria, Franco Mattei, ricordava come la Banca d'Italia criticasse la scala mobile nel momento in cui si era dotata di un meccanismo di pieno recupero del salario dall'erosione dell'inflazione! Il problema non appare quindi quello di un taglio indiscriminato della spesa dei ministeri per il semplice fatto che non tutti rivestono la stes- sa importanza (si pensi ad esempio alle esigenze dell'Interno o della Difesa), quanto di una redistribuzione delle risorse in base a criteri di efficienza. Anche a costo di un braccio di ferro con un corporativismo strisciante. Demagogia? Forse, ma quanti mini¬ stri sono disponibili ad un confronto di questo tipo e ad agire di conseguenza? I contrasti, non a caso, sono già emersi e rischiano di esplodere al Consiglio dei ministri. Bodrato approverà lo slittamento del contratto del personale della scuola e Aniasi quello della convenzione dei medici di famiglia o l'inasprimento del ticket sui medicinali? Il recupero dei 5000 miliardi che hanno appesantito a dismisura il bilancio dello Stato può avvenire attraverso vari tipi di intervento, ma la volontà politica resta un presupposto fondamentale di una operazione comunque impopolare e dolorosa. Finora si è preferita quasi sempre la strada delle tasse e non è affatto escluso che ancora una volta vi si faccia ricorso. L'azzeramento dei privilegi sembra una sottile utopia: sarebbe già molto non ampliarne la qualità, afferma senza tante illusioni un deputato democristiano. Eugenio Palmieri ROMA — Si inaugura oggi, 1* aprile, il primo collegamento aereo tra l'Italia e la Cina. Si tratta del volo jumbo 747 della British Airwais che avrà frequenza settimanale e impiegherà poco meno di 18 ore

Persone citate: Aniasi, Attilio Ruffini, Bodrato, Franco Mattei, La Malfa, Servadei

Luoghi citati: Cina, Italia, Roma