Pertini profondamente amareggiato «Ancora violenza contro la ragione» di Sandra Bonsanti

Pertini profondamente amareggiato «Ancora violenza contro la ragione» Ha appreso a Costa Rica dell'attentato a Reagan Pertini profondamente amareggiato «Ancora violenza contro la ragione» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE SAN JOSE' — Dall'Italia, nessuno aveva pensato di avvertire Pertini che a Washington avevano sparato a Reagan. E' stato un alto funzionario dei servizi di sicurezza del Costa Rica a dare la notizia al segretario generale Antonio Maccanico, nel grande Hotel Cariari adagiato fra le boungainville quando il Presidente stava per andare a riposarsi. Erano quasi le tre del pomeriggio (le undici di sera in Italia) e l'Ansa aveva passato il primo dispaccio già da un'ora e mezzo. Il funzionario della sicurezza costaricana non era in grado però di dare a Maccanico e al Presidente italiano particolari e dettagli aggiornati. L'angoscia di Pertini aumentava di minuto in minuto insieme con la sensazione di sentirsi «tagliato fuori», privo di informazioni. Finalmente Maccanico è riuscito a chiamare Palazzo Chigi. .Non abbiamo trovato nessuno-, ci ha raccontato un funzionario del seguito del Presidente. 'Alle undici di sera non c'era nessuno. Poi, per fortuna lo abbiamo rintracciato*: il nome è sottinteso, si riferisce a Forlani. Contemporaneamente alle telefonate a Roma, Pertini chiedeva di mettersi in contatto con Tarn basciata italiana a Washing ton. E dagli Stati Uniti arrivavano quelle notizie che, po co dopo, parlando con i gior nalisti, Pertini definirà -ras sicuranti*. Per il Presidente, già affaticato dal difficile viaggio giunto appena a metà (il suo medico si è lamentato più volte che il programma preparato per lui è assolutamente 'assurdo*), la notizia è stata un colpo molto amaro. Era arrivato da poche ore nella terra del Costa Rica: l'aereo partito da Merida, dopo avere sorvolato lo Yucatan, il Belize e l'Honduras, aveva anche sfiorato il Salvador senza, pace. Era stato facile, a San José, rendersi conto di cosa sia un Paese senza esercito: invece dei plotoni schierati all'aeroporto c'erano ragazze con le bandiere del Paese, bambini con cartelli di .Bienvenido*. Nessuna scorta armata, solo auto della «Guardia civile», tranquilla, senza sibili di sirene. Alle 16,30 Pertini aveva il primo colloquio con il Presidente Rodrigo Carazo in una sala del palazzo presidenziale. E' sceso dalla macchina e si è trovato in mezzo al gruppo di giornalisti che seguono il suo viaggio. Le parole gli sono uscite di bocca a fatica: 'Cercate di immaginare il mio stato d'animo*, ha detto. «Jo sono costernato per l'atto di violenza usato contro il presidente degli Stati Uniti. La violenza è sempre contro la ragione. Ho già mandato un telegramma a Reagan, gli auguro di riprendere presto la sua attività*. Cosi questo primo colloquio fra Pertini e il Presidente di un Paese senza esercito, che affida la sorveglianza delle sue frontiere a una Guardia civile, ha avuto per tema principale quello della violenza nel mondo e delle conseguenze dell'attentato di Washington. Carazo ha voluto qualche notizia sulla situazione del terrorismo in Italia e ha chiesto a Pertini: «Lei non ha paura che si attenti alla sua vita?*. Pertini ha risposto di no. Ha detto, come già altre volte, di essere al corrente di piani terroristici che lo riguardano ma ha aggiunto: *Non è per me che devo temere*. L'incontro fra Pertini e Carazo è durato cosi molto più a lungo del previsto. Intanto nella sede della Casa d'Italia, una grande folla di italiani emigrati in Costa Rica lo aspettava: gente arrivata in questo Paese subito dopo la guerra, alcuni venuti a coltivare la parte più folta della foresta; altri invece venuti in tempi più recenti al seguito di alcune industrie. Molti di questi italiani hanno visto Franco Freda circolare fra loro, quando San José era diventato il suo rifugio. Ancora oggi ripetono: *Non sapevamo chi fosse*. Molti sono apertamente di destra e c'è chi si è portato con sé, dall'Italia, vecchie foto di Hitler e Mussolini. Hanno applaudito Pertini, quando è arrivato, e forse speravano che il Presidente dicesse qualcosa. Ha stretto un'infinità di mani, ha sorriso a tutti, ma non ce l'ha fatta a improvvisare un altro discorso. Per ora gli uomini del suo seguito dicono a tutti che il viaggio continua secondo il programma previsto. Ma non è detto che la situazione im provvisamente non cambi. Sandra Bonsanti