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L'ultima follia di Gillespie nell'estate svizzera JtlZZ L'ultima follia di Gillespie nell'estate svizzera APPARE ora su disco l'ultima follia di Dizzy Gillespie, mattatore anche a Montreux, durante il Festival della scorsa estate. Follia tutta da elogiare e per la scelta della formazione che è inusitata (quel contrabbasso vacante! e per l'opera inopinatamente interlocutoria svolta dal chitarrista Toots Thielemans e dal batterista Bernard Purdy, musicisti di norma attivi nei grandi studi di registrazione newyorkesi. Purdy — ritenuto il più forte percussionista d'America nell'area soul — potrebbe apparire il meno indicato a reggere un accostamento con l'estro cosi aleatorio, imprevedibile di Gillespie. Accade invece di ascoltare una ritmica differente ma consona al discorso di un Dizzy sempre aperto alle contaminazioni (con la musica cubana, afra, funky). Completo master drummer, Purdy troneggia dai suoi tamburi e suggerisce immagini, determina un clima dove il rituale gillespiano si dispiega scorrevole, potente mentre la chitarra di Thielemans si sposa e si alterna agevolmente alla voce del leader. Thielemans è belga. Vive negli Stati Uniti da anni ma la sua formazione jazzistica è europea. Può contare cioè su una vissuta cultura d'ascolto che, se preclude talvolta l'apertura a un discorso personale, è sempre la chiave che apre le porte di tutti gli stili. Thielemans può suonare la chitarra nell'orchestra di Quincy Jones, fare concerti in proprio, apparire addirittura alla tv italiana accanto a una Mina e soffiare nell'armonica a bocca (strumento di cui è un virtuoso). Può fare tutto. ■ I brani proposti appartengono in gran parte al consueto repertorio gillespiano (•Manteca») riletto e rinvigorito dall'eterogeneo ma miracolosamente compatto minigruppo. Una follia di Gillespie? Follia d'autore, alla maniera di un Mei Brooks, saggio regista di successo. Franco Mondini Dizzy Gillespie: Gillespie digitai al Montreux '80, 33 stereo Pablo.