Paolo Conte, cantando sotto la pioggia vampate africane

Paolo Conte, cantando sotto la pioggia vampate africane Il nuovo disco in anteprima Paolo Conte, cantando sotto la pioggia vampate africane IN copertina ci sarà una riproduzione della pelle del coccodrillo, senza foto. Il titolo è «Paris milonga». Ormai è tutto pronto per l'uscita dell'atteso quarto long-playing di Paolo Conte, avvocato astigiano, cantautore ironico. Conterrà dieci canzoni scelte su quindici preparate. «In esse — sottolinea l'autore — prevale il mio solito gusto Anni 30-. Seduto al posto del discjockey di una radio privata, Conte sta riascoltando l'ultima registrazione del disco. Discute con il chitarrista della sua orchestrina gli ultimi ritocchi all'arrangiamento. 'In questo disco — fa notare—c'è meno racconto, tutto è più gestualizzato. Il valore delle parole, il loro significato vengono fuori attraverso il gioco armonico-. La prima canzone è «Blu Hawaii». «Cercavo una donna e ho trovato una commedia, c'era da finire in braccio alle chitarre hawaiane che hanno cullato milioni di persone per tanti anni». «Qui c'è uno sdoppiamento dei luoghi. Il protagonista non è certamente alle Hawaii, ma chissà dove, magari sotto la pioggia. Ecco, la pioggia, una costante del disco, anche se me ne sono accorto alla fine. Come è stato per intere generazioni che si sono illuse con una camicia a fiori e un cielo primitivo alle spalle, anche il soggetto di questa camone si culla nel sogno di felicità rappresentato dalle isole del Pacifico-. Poi arrivano le prime note di «Madeleine»: «Però Madeleine, certi gatti o certi uomini svaniti in una nebbia o in una tappezzeria. Addio, addio mai più ritorneranno, chissà, col tempo, il vento tutto vola». «Madeleine è emblematicamente il nome di una compagna d'amore. Il dialogo fra i due personaggi della camone può essersi svolto a letto. Lui dice: "Succede che la vita fa sparire dalla circolazione qualcuno. Certi gatti certi uomini spariscono. Poi ogni tanto ritornano, inattesi, come tornano i gatti da certe avventure". Alla fine del brano c'è Una nuova caduta di malinconia, alla Prévert: gli amanti hanno questo destino di doversi allontanare, svanire-. «Boogie» è tutta atmosfera e ritmo, in cui sembra doverci abitare l'ispettore Marlowe. «Due note e un ritornello era nella pelle di quei due, il corpo di lei mandava vampate africane, lui sembrava un coccodrillo, i sax spingevano a fondo come ciclisti gregari in fuga •E' una canzone di odori. Non ha un luogo preciso, può anche essere a Genova, in una balera di fine guerra. Un ambiente dove tutto sembra prendere un ritmo sincronizzato. Avrei voluto in questo "pezzo" un'orchestra negrotta, ma ci siamo arrangiati diventando un gruppo di marines-. La prima facciata si conclude con «Un'altra vita» e «Pretend», una canzone tutta in inglese e con le voci di due cantanti soliste. •La prima è, candidamente, la canzone dell'aldilà, anche se il senso della morte c'è un po' in tutto il disco: il significato della separazione tra le due vite. "Pretend" l'avevo registrata a mie spese tanti anni fa e l'ho voluta salvare per il suo fascino particolare, molto teatrale. La storia è la fuga da se stesso di un uomo, su un battello che va lentissimo su un mare calmo». Quindi «Milonga», che fornisce una parte di titolo. «La milonga è una danza sudamericana nata come rito campagnolo. Il re della milonga, Atahualpa, l'ho conosciuto a San Remo l'anno scorso, scoprendo il rapporto di tenerezza, di slanci che musicisti come lui hanno con la canzone. Il brano descrive questo appuntamento d'amore fra l'esecutore e la canzone che deve far rivivere dalla carta-. Come spiega il suo sempre maggiore successo? «Non riesco a spiegarmi certi passi che sono riuscito a fare, ho dovuto e devo superare momenti di imbarazzo proprio per mancanza di tecniche, pur sapendo che, alla mia maniera, ho una tecnica. Forse quello che ha reso possibili certi incontri con il pubblico è un fatto di energia, di disperata ricerca di ogni tipo di espressività. Io sono nato come musicista e ho cominciato a scrivere canzoni soltanto interessato alla musica, alla quale continuo a dare moltissima importanza. Però so benissimo, come difensore in prima persona del mio stile, che la battaglia ho dovuto giocarmela sui testi. In questo disco sto cercando di recuperare la musica, perché forse ero andato un po' troppo oltre. Io non ci sto più quando si comincia a pensare che i cantautori sono i poeti d'oggi. Secondo me l'arte della canzone è molto mista, non inferiore alla poesia, per carità, però è un'altra cosa. I testi sono importanti, ma la musica è ilprofumo-. Alessandro Rosa Conte visto da Bruna

Persone citate: Alessandro Rosa Conte, Bruna, Marlowe, Paolo Conte

Luoghi citati: Genova, Hawaii, San Remo