All'Europa unita manca ancora un centro politico

All'Europa unita manca ancora un centro politico Un saggio di Mammarella All'Europa unita manca ancora un centro politico LA Storia d'Europa dal 1945 a oggi di O. Mammarella va accolta anzitutto partendo dal limite esplicitamente dichiarato dall'autore nella prefazione: .L'attenzione principale di quest'opera è rivolta alle vicende politiche dei quattro maggiori paesi dell'Europa occidentale; cioè Gran Bretagna, Francia, Germania Federale, e Italia, a quei paesi cioè che, pur .nella diversità delle rispettive condizioni; formano l'ossatura di un processo di .graduale integrazione, di grande importanza storica ad appena quarantanni dal secondo conflitto mondiale». Le vicende dei quattro paesi sono inserite in un contesto adeguatamente ampio dedicato all'analisi della politica anche interna delle due superpotenze e dei paesi minori dell'Occidente e dell'Est europei sui quali la trattazione si approfondisce solo per i momenti particolarmente cruciali (ad esempio: l'Ungheria nel 1956; la Cecoslovacchia nel 1968; il Portogallo, la Grecia e la Spagna negli anni della riconquista della democrazia). Manca invece ogni approfondimento degli sviluppi nella penisola scandinava e in primo luogo della Svezia. Avendo dunque deliberatamente privilegiato la dimensione della storia politica, Mammarella non ha affrontato quella relativa alla storia della cultura e solo assai limitatamente l'aspetto delle trasformazioni sociali (ricchi sono però i dati economici quantitativi). Il che si può ben comprendere. All'interno però della stessa ottica politica, appare poco persuasivo che l'autore abbia quasi trascurato l'evoluzione della politica vaticana, salvo cenni insufficienti a dar ra- gione del peso che questa ha avuto nella storia politica europea. Quali che siano i limiti, rimane il fatto che nell'insieme l'opera di Mammarella è uno strumento assai utile per ripercorrere il cammino politico dei maggiori paesi dell'Europa occidentale dopo il 1945. Mammarella nel corso della sua narrazione, che ha l'occhio costantemente fisso alla faticosa costruzione dell'integrazione europea (il filo rosso del libro, seppure un filo a zig-zag e con molti strappi), ci consente un bilancio che, senza essere pessimistico, ci lascia però molti interrogativi irrisolti. Il principale dei quali riguarda proprio la capacità dell'Europa occidentale da un lato di conciliare una maggiore unità e auto¬ nomia con l'alleanza con gli Usa e dall'altro di non trasformare la maggiore autonomia in fonte di grave debolezza di fronte all'Urss. Un altro è se l'Europa, che ha una causa di strutturale inferiorità rispetto alle due superpotenze nel grado d'insufficienza di materie prime e di dipendenza energetica, sia in condizione di svolgere una politica, a essa necessaria, rivolta ad organizzare una stabile cooperazione con i paesi del Terzo Mondo da cui dipende per i rifornimenti e di cui però può fornire in modo determinante lo sviluppo. Si può quindi capire la conclusione che Mammarella pone al suo libro: .Un nuovo ruolo dell'Europa appare condizionato alla sua capacità di fornire modelli e programmi che leghino in un rapporto di mutuo interesse la crescita del mondo arretrato con la continuità di sviluppo dei paesi avanzati, nel rispetto dell'autonomia culturale e politica degli uni e degli altri.. L'Europa — egli continua — non è interessata «a una condizione di bipolarità, dominata dalle superpotenze impegnate nella lotta per la supremazia.. La storia recente d'Europa, e Mammarella lo evidenzia, fa però emergere la difficoltà di dare un baricentro politico e istituzionale più stabile a quel grande fatto storico che è la Comunità. Una Comunità che ha fatto dell'Europa occidentale la più grande potenza commerciale del mondo. Gran Bretagna, Francia e Germania, dal cui maggiore accordo dipende l'avvenire dell'Europa occidentale, hanno infatti raggiunto la consapevolezza della propria reciproca dipendenza ma conservano interessi statali ancora troppo difficilmente integrabili in modo più stabile e organico. Fra le tante discussioni che questo libro può suscitare, vorrei far cenno a una sola. E' mia impressione che l'analisi dedicata particolarmente alla politica estera di De Gaulle non renda a questo piena giustizia. Il suo progetto di un'Europa carolingia era indubbiamente viziato da un senso di grandeur francese storicamente obsoleto. Eppure il generale, quando sottolineò, di fronte alle due superpotenze, che non vi è sovranità senza autonomia scientifica, tecnologica e anche militare, pose agli europei nel loro insieme un problema fondamentale. Massimo L. Salvadori Giuseppe Mammarella, Storia d'Europa dal 1945 a oggi, Laterza, VII!/551 pagine, 18.000 lire. Jean Monnet