Di fronte ai veleni di oggi sembra quasi una ventata di progresso
Di fronte ai veleni di oggi sembra quasi una ventata di progresso Di fronte ai veleni di oggi sembra quasi una ventata di progresso LA notizia è di ieri. Trasportati dai venti e resi più micidiali dal loro passaggio sotto i buchi aperti nella ionosfera dai «Concorde», i fumi delle industrie tedesche vanno lentamente ma sicuramente distruggendo il patrimonio ittico e forestale della Scandinavia. Negli Usa frattanto, l'amianto insidiosamente mescolato al bitume (già cancerogeno di per sé) su certe autostrade, torna a mietere vittime tra la popolazione civile, mentre in Francia non si contano più gli infarti provocati dal neoxyl, un letale isotopo del silicio, che costruttori criminali o incoscienti si ostinano a impiegare nella fabbricazione dei parabrezza. Ma che dire dell'Italia, dove si continuano tranquillamente a racchiudere le patatine in involucri di plàstica? Dove le maniglie delle porte sono smagnetizzate con sistemi rudimentali o non sono smagnetizzate affatto? E dove, negli scompartimenti ri¬ servati ai non fumatori, i fumatori più accaniti possono liberamente accedere col pretesto che non stanno fumando in quel momento? Eppure, come avverte lucidamente Nicola Valletta, «non si possono negare gli effluvi che tutti i corpi, specialmente viventi, tramandano: e che operano sugli altri, come i dotti hanno dimostrato, in ragion quadrata riversa delle distanze». Ben venga dunque questa ristampa che l'Editrice Saler¬ no di Roma ci procura non solo del Valletta ma di altri ecologi napoletani quali il Marugi. il De Jorio, lo Schioppa. che sullo scorcio del Settecento e il principio dell'Ottocento, agli albori della civiltà industriale, già denunciavano con vigore e coraggio certi mortali pericoli. Certo non possiamo pretendere da questi precursori la precisione, il metodo, che un'impostazione più rigorosamente schizofrenica garan- tisce agli studi attuali. Nella pur documentata, acutissima pagina in cui, per esempio, istituisce un rapporto di causa a effetto tra la rottura di un recipiente di porcellana e il deperimento di un melo o la morte di alcuni volatili, il Valletta trascura di menzionare la percentuale di exocal (un isotopo del caolino contenuta in quella porcel lana. Altrove, come nei due capitoli di argomento oculistico, manca l'ovvia correlazione tra malattie della cornea e l'uso indiscriminato delle moquettes acriliche, e così via. Di qui gli appunti mossi troppo sbrigativamente al Valletta e ai suoi colleghi da certa storiografia di marca crociana: di qui i dubbi avanzati dallo stesso Croce, e discussi dal Lombardi Satriani nella Nota Antropologica aggiunta al volume, sul reale impegno anti-inquinatorio e anti-polluzionista («anti-jettatorio», scrive il Croce con disinvoltura) di questi autori. Ma non vogliamo addentrarci in una polemica che ci porterebbe troppo lontano dal nostro assunto; il quale è di incoraggiare alla lettura di questi opuscoli che ancora venti, quindici, dieci anni fa sarebbero apparsi come oziose divagazioni su temi superstiziosi, e che portano invece una ventata quasi di progresso, di pura e luminosa ragione, in confronto con ciò che leggiamo, vediamo, ascoltiamo oggi. Carlo Frutterò Franco Lucentini Amuleti mugici (dal volume «Symbol*, signs e signets». di Ernst Lehner, Dover, New York)
Persone citate: Carlo Frutterò, De Jorio, Ernst Lehner, Franco Lucentini, Lombardi Satriani, Nicola Valletta, Schioppa
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