Guerra aperta in Regione (quel funzionario guadagna troppo) di Ernesto Marenco

Guerra aperta in Regione (quel funzionario guadagna troppo) Un concorso «troppo facile» li ha premiati Guerra aperta in Regione (quel funzionario guadagna troppo) Un gruppo di dirigenti ha fatto ricorso al Tar - «Eravamo loro commissari all'esame e adesso prendono anche 100 mila lire più di noi» In Regione è stata definita la rivolta dei «senatori» contro i •bramini'. E' incominciata mesi fa, subito dopo un concorso che ha promosso circa 160 dipendenti, facendoli passare dal livello 7° all'8°, cioè il più alto. Fin qui non ci sarebbe stato niente di male, ma le proteste sono scoppiate clamorose alla fine del mese, cioè il 27, giorno di paga. I «vecchi» funzionari si sono accorti, con sorpresa, che le nuove leve guadagnavano di più: circa 100 mila lire al mese. La rivolta è ora sfociata in un ricorso al Tar contro la delibera di giunta che ha istituito il concorso. Ma chi sono i •senatori» in Regione? E i 'bramini», come mai hanno fatto strada cosi in fretta? Cosa vogliono? Quali sono i loro obiettivi? Pier Massimo Prosio, 40 anni, scapolo, è con il collega Paolo Sibille, 39 anni, sposato, padre di una bimba, uno dei sessanta •senatori», che hanno firmato il ricorso presentato tramite gli avvocati Barosio e Pia Negri al Tar. Non hanno per niente l'aspetto dei •senatori». Giovani, dinamici, possono più giustamente essere definiti i 'fondatori» della Regione: quelli che l'hanno «inventata». Nell'ormai lontano 1970 hanno lasciato la Provincia per il nuovo ente che sorgeva fra tante speranze: non solo per loro, ma anche per i cittadini. Racconta Prosio: 'Dapprima eravamo in sei, poi nel novembre arrivarono altri 20 funzionari da Asti e da Alessandria. Dovevamo impiantare l'ufficio legislativo che fu poi costituito nel '74 quando ancora non c'era una legge sulle strutture». L'ufficio dapprima era in via Maria Vittoria, poi fu trasferito in via Magenta; ora è nella nuova sede di piazza Castello accanto alla presidenza. Alcuni locali angusti dove si respira aria di burocrazia. Il primo compito era quello di dare informazioni giuridiche agli assessorati e di svolgere ricerche legislative. Il secondo, molto importante, quello di dare pareri sui disegni di legge della giunta. •Funzioni che abbiamo esercitato sempre meno in questi ultimi anni», sottolinea il dottor Prosio. «Oggi la questione è squisitamente assessorile — gli fa eco il dottor Sibille —, anche perché ogni assessorato ha maggior cognizione della propria materia». Qualcuno non vorrà per caso nascondervi qualche cosa? Sibille allarga le braccia, le alza al cielo e dice: «Non so, non glielo posso dire». Ma cos'è cambiato in questi undici anni in Regione? Risponde Prosio tutto d'un fiato: -Nei 70 Bassetti in Lombardia sosteneva che occorrevano pochi impiegati, buoni e ben pagati. E noi, allora, avevamo lasciato la Provincia con questa speranza. C'era poi la novità del lavoro, tutto nuovo da inventare, e anche lo stipendio. Tutti in Provincia dicevano che era meglio passare in Regione perché si guadagnava di più. E invece guardi qui». E con un sorriso poco allegro fa vedere la busta paga di marzo: 904 mila nette, comprese 13 ore di straordinario. Di qui la rivolta dei 'Senatori» contro i giovani 'bramini». Ma non c'è sotto sotto anche un po' di gelosia per le nuove leve, per i giovani che si stanno affacciando alla ribalta? 'E allora parliamo di come si vive e lavora in Regione — sbotta Prosio —. Il livello medio del personale è sceso. L'espansione dei quadri burocratici non è proporzionata alla macchina. E'come un imbuto rovesciato. Al fondo pochi custodi ed uscieri, poi l'esercito delle dattilografe e degli impiegati e sopra i funzionari. Un'enormità». Aggiunge Sibille: -Noi abbiamo preso sempre calci nel sedere. Nella primavera delitto poi, alla vigilia delle elezioni, la bella novità del concorso, con nessun sbarramento fra scritti e orali; l'hanno vinto 160 dipendenti che hanno avuto benefici economici e di anzianità a noi sempre negati. Potevano presentarsi anche dipendenti senza laurea. Oggi guadagnano anche 100 mila lire più di noi». Di qui il ricorso al Tar perché annulli la delibera e rinvìi gli atti alla Corte Costituzionale che dovrà cosi pronunciarsi 'sulla questione di legittimità dell'articolo 5 della legge regionale 27 dicembre 1977 n. 63 per contrasto con gli articoli 3, 97 e 117 della Costituzione: •Ma sia chiaro — conclude Sibille — protestiamo non perché guadagnano di più, ma perché a noi non hanno mai riconosciuto l'anzianità maturata nei livelli precedenti. Loro sono i veri "bramini": quelli che hanno superato il concorso. E pensi che al concorso per i commissari hanno dovuto ricorrere anche a qualcuno di noi». La parola, allora, a uno dei cosiddetti •bramini». Aldo Timossi, 34 anni, scapolo, lavora all'ufficio stampa della Regione. E' stato assunto nel '74 e in sette anni ha fatto tutta la trafila, passando dal livello 5" sino aU'8"; nel frattempo s'è laureato in Lettere. «// concorso — racconta — era abbastanza difficile. Noi dell'ufficio presidenza eravamo circa 80, una buona metà ha superato la prova. Il tema era sulla differenza fra l'iter legislativo statale e quello regionale. Per l'orale argomenti specifici di lavoro, problemi sull'informazione e leggi sulla stampa». Ma l'accusa che non c'era sbarramento fra scritto e orale? Risponde: »E'un privilegio teorico, chi è andato male allo scritto non è passato. I posti del resto erano quelli che erano». E adesso voi guadagnate di più dei vostri stessi commissari. •L'aspetto economico — conclude Timossi — è lo scoglio da superare. Le leggi, a volte, creano disparità, bisogna trovare il sistema per riconoscere l'impegno di quei funzionari più anziani di noi e dal punto di vista professionale, naturalmente, elevando loro lo stipendio in modo adeguato». Ernesto Marenco

Luoghi citati: Alessandria, Asti, Lombardia