Cinìeri e Viele uccisi alle Nuove dopo una faida interna fra le Br?

Cinìeri e Viele uccisi alle Nuove dopo una faida interna fra le Br? Domani processo a Farre Figueras: si conoscono i mandanti? Cinìeri e Viele uccisi alle Nuove dopo una faida interna fra le Br? Le rivelazioni di un «pentito» sulle armi introdotte a Pianosa hanno fatto scattare il meccanismo delle eliminazioni - Una corona di fiori e un messaggio accuserebbero alcuni brigatisti Ormai erano tutti convinti: dietro il brutale omicidio del 27 settembre di due anni fa, quando durante « l'aria» alle «Nuove», Salvatore Cinieri, 29 anni, alla vigilia di un processo per partecipazione a banda armata, era stato accoltellato a morte da Salvatore Farre Figueras, 35 anni, condannato all'ergastolo per aver assassinato due carabinieri, ci doveva essere una grossa storia. I giornali avevano avanzato l'ipotesi che poteva trattarsi di un delitto su commissione, ordinato dai terroristi alla delinquenza comune. E naturalmente era seguita una pioggia di smentite: di Figueras, dei terroristi e degli stessi inquirenti. Domani, in Assise, comincia il processo al Figueras e si preannunciano grossi colpi di scena. Si riaffaccia l'ipotesi dell'omicidio su commissione e si arriverà, forse, all'identificazione dei mandanti che sono, con molta probabilità, gli stessi che hanno stabilito un'altra «esecuzione', quella di Pasquale Viele, 27 anni, delinquente comune, strangolato in una cella delle «Nuove» in cui era stato rinchiuso assieme a quattro terroristi, il 19 giugno dell'anno scorso. In queste ultime settimane, sulla scorta di nuovi elementi, gli inquirenti sono riusciti a dare una nuova ricostruzione dei fatti. Il centro, intorno al quale gravitano questi omicidi, è l'isola di Pianosa. Sia Cinieri, che Viele erano stati rinchiusi in quel penitenziario. Nell'estate del '79 i carabinieri avevano trovato, durante una perquisizione, alcune armi. A introdurle era stato un avvocato difensore di terroristi. La soffiata ai carabinieri era venuta da un «pentito'. Per ovvie ragioni dei due si tace il nome. Dopo la perquisizione il «pentito' non si era sentito molto al sicuro e si era fatto trasferire nel carcere speciale di Trani. Ma anche i tanti chilometri che ci sono tra i due centri non erano serviti a molto. A Trani era arrivato l'ordine di ucciderlo. Cinieri però lo aveva avvertito e, cosi, quando il «pentito', durante «l'aria», era stato aggredito con un punteruolo, era riuscito a schivare il primo colpo. La notizia che Cinieri aveva messo sulla difensiva l'autore della soffiata era giunta alle orecchie dei mandanti. Cosi era stato deciso di dare una «lezione' anche a Cinieri, nel carcere di Torino. Il giovane, però, era stato a sua volta «avvertito' e si era procurato un coltello. Quando, uscito nel cortile del carcere, aveva visto Figueras, aveva impugnato l'arma. Proprio quel giorno Figueras aveva ricevuto un telegramma da Pianosa che diceva: «L'ospite non è gradito'. Anche Figueras era armato di coltello: nel duello rusticano che era seguito Cinieri aveva avuto la peggio. Al funerale di Asti, il primo ottobre, c'era una corona di «Azione rivoluzionaria», il gruppo terroristico che ha sparato al giornalista dell'.Unità», Nino Ferrerò, e che ha fatto esplodere un potente ordigno contro il palazzo della nostra casa editrice. Il 4 ottobre, al processo contro i presunti appartenenti ad «Azione rivoluzionaria», il prof. Gianfranco Faina, ritenuto l'ideologo del gruppo, tenta di leggere un documento in cui parla della morte di Cinieri. Nel documento accusa i giornali di aver «pubblicato troppe calunnie- e dice che Cinieri è stato «stritolato dalle divisioni esistenti all'interno del proletariato imprigionato'. •Avviene — era scritto — che alcune frazioni organizzate tendono ad assumere in proprio la gestione dell'attivismo politico in termini totalitari e di colonizzazione ideologica'. Appare evidente che «Azione rivoluzionaria» non ha perso la fiducia in Cinieri. E' stato, quindi, un altro gruppo terroristico ad ucciderlo. L'omicidio di Salvatore Cinieri sarà probabilmente chiarito attraverso la soluzione di un altro giallo: quel¬ lo dell'omicidio di Pasquale Viele, 27 anni, ucciso, come Cinieri, alla vigilia di un processo, quello contro i brigatisti napoletani. Nella cella in cui Viele è stato strangolato c'erano Giorgio Piantamore, autore del sequestro del torinese Tony Carello e Giorgio Zoccola, arrestato assieme a Cinieri, ad Asti, il 7 dicembre del '76; Claudio Carbone, più mitomane che terrorista, e Pietro Bertolazzi, un componente del nucleo storico delle Brigate rosse. Una settimana dopo l'omicidio viene rivendicato dalle «Brigate rosse» al processo di Napoli. E' lo stesso gruppo terroristico che ha decretato la morte di Salvatore Cinieri? Una risposta cercheranno di darla, durante il processo, il neo presidente della Corte d'Assise, Antonello Bonu, e il pubblico ministero, dott. Rocco Sciaraffa: quest'ultimo, all'epoca dell'omicidio Cinieri, aveva già tentato di raggiungere una logica ricostruzione dei fatti. Cosimo Mancini Salvatore Cinieri

Luoghi citati: Asti, Farre Figueras, Napoli, Torino, Trani