La felicità non è una dieta

La felicità non è una dieta DIETRO LE SETTE RELIGIOSE: MISTICISMO, ILLUSIONI, INSIDIE La felicità non è una dieta Roger Ikor, Premio Goncourt, vuole combattere le «filosofie che uccidono»: suo figlio è finito tragicamente dopo aver inseguito le false promesse dello zen macrobiotico - Non tutti i predicatori di una vita e un'alimentazione diversa sono cacciatori d'anime, ma la sete di assoluto spesso trasforma i giovani in «martiri del nulla» «Sei felice?», «Ti senti solo?»: questi strani figli di Dio ti fanno sempre domande terribili. Ti abbordano per strada, ti offrono un rosario orientale, perline, immaginette. Poi, quando sentono un «no, grazie*, chiedono 100 lire per le missioni. Paghi e sorridenti spariscono tra la folla della metropoli. Pallidi, un po' petulanti: l'incontro con questi missionari delle sette mistiche orientali (che mettono radici anche in Italia), lascia sempre un po'd'amaro. Difficile capire. Dietro quella maschera di sorriso c'è più serenità o disperazione? Qualcuno di loro finisce male. E allora, per qualche ora, si torna a parlare di questi «diversi della religione». Poi di nuovo cala il silenzio e migliaia, milioni di giovani in tutto il mondo tornano a perdersi nel silenzio e nell'indifferenza. Pare che le sette misticheggianti, tra Stati Uniti ed Europa, siano ormai più di 1500. Non tutte innocue, non tutte votate con la stessa devozione alle «cose dell'anima»: molte volte, dietro gli altarini dorati degli dèi dell'Oriente si nascondono spregiudicati santoni, gente che sa bene quali tasti toccare — nell'anima degli altri — per il proprio profitto. A volte — è già accaduto — sono trafficanti di droga o deviati sessuali. Ingenuità e cattiveria, gente sballata e giovani sinceramente votati alla spiritualità, pratiche mistiche innocue e collettivi lavaggi al cervello: la ricerca della felicità, molte volte, può finire in tragedia: come l'eccidio degli 800 della Guyana, come migliaia di giovani che spariscono nel nulla dopo un viaggio tra i 'guru» indiani. Migliaia e migliaia di madri piangono un figlio perduto in questa guerra silenziosa. Roger Ikor, lo scrittore francese « Premio GoncourU 1955, è il padre di uno di questi «martiri del nulla». Il figlio Vincent, a 21 anni, s'è impiccato con un lazo da gaucho a una trave della sua stanza. I fratelli si accorsero in extremis. Tentarono di strapparlo alla morte con un massaggio cardiaco. Tutto inutile: Vincent è morto dopo 8 mesi di coma. Avrebbe potuto farcela se il suo organismo non fosse stato gravemente debilitato da una rigorosa, mortale, dieta macrobiotica. Roger Ikor, quest'uomo ancora sconvolto dal dolore, non s'è rassegnato e con l'ultimo libro, «Io sporgo denuncia», ha deciso di dar battaglia contro le filosofie che uccidono. Vincent — dice Ikor — ero un ragazzo innamorato della natura e della vita, bello, atletico, era corteggiato dalle compagne di scuola e nulla, nulla sembrava far presagire quella drammatica abdicazione dalla vita. E invece un maledetto giorno parte senza rotta verso l'Africa, poi torna nel Midi, ogni tanto si fa vivo a casa; infine, per periodi sempre più lunghi, fa perdere ogni traccia. Tornava per Natale, sempre più assente e deperito. Ma il cambiamento avviene anche « dentro-. Vincent è trasfigurato. Dice che la medicina ufficiale è da buttare, che salute e felicità sono date solo da una dieta rigorosa. Ma è un sistema alimentare da adottare con prudenza. Vincent, invece, è radicale: e si sostiene per due anni solo con soja, fagioli giapponesi e poco altro. Una disciplina povera e crudele che promette — con {'assoluta inattaccabilità dalle malattie — energia vitale, musiche celesti e ogni beatitudine. Lo «zen macrobiotico» non è solo un programma alimentare. E' anche una religione e fa molti adepti. «E' una variante nell'ambito delle sette — ha dichiarato Ikor in un'intervista —. In Francia è presente con un'associazione dal nome "Ignoramus", e ci sarebbe molto da dire sulla scelta di questo patronimico latino come impresa commerciale per la diffusione dei prodotti dell'esimio cittadino giapponese, trasferito negli Stati Uniti, signor Osawa. Diciamo che, invece di essere una setta parareligiosa, quella dello "zen macrobiotico" è una setta laica e commerciale. Tuttavia, l'adescamento, il reclutamento e lo sfruttamento degli adepti avvengono con le stesse modalità seguite dai falsi profeti delle sette più spiccatamente religiose». Roger Ikor, dopo la pubblicazione del suo libro-denuncia, ha ricevuto da tutta la Francia centinaia di disperate richieste d'aiuto. «Ho qui una lettera — racconta — di una povera donna di Reims che mi scrive perché sua nuora costringe alla dieta macrobiotica i due figli, uno di sei e uno di quattro anni. Il più grande, visitato dai medici, dimostra un'età ossea di due anni e mezzo, soffre di idropisia, ha il ventre come i piccoli affamati indiani, la deambulazione incerta, e non riesce, da solo, a sedersi su una sedia. Nemmeno le assistenti sociali hanno potuto fare nulla. Ebbene, questo bambino presto morrà. Allora soltanto, la stupida madre verrà incolpata di mancata assistenza e forse processata e condannata. Ma un bambino sarà morto». Ikor ha lanciato un appello al presidente Giscard d'Estaing, chiede che si faccia qualcosa per queste migliaia di ragazzi. Protesta impotente contro una legge 'disumana- che gli ha impedito di riprendersi il figlio con la forza e portarselo a casa. Ikor, parla come «padre orfano» d'un figlio, con la forza del dolore. Non è un reazionario né vuole esserlo, ma — dice — per i giovani prima del diritto di votare viene quello di vivere. «Mio figlio, quando ha deciso di andarsene da casa e di seguire il richiamo dello "zen macrobiotico", aveva già compiuto i 18 anni. Mentre posso accettare che in sede politica, e per quel che riguarda il diritto di voto, la legge abbia ragion d'essere, penso invece che dovrebbe essere limitata in altri ambiti. A sostegno della mia tesi esistono prove a non finire perché la "maturità biologica" non è raggiunta a 18 anni... A quell'età un giovane ha ancora bisogno della patria potestà». Alle radici di questa «peste mistica-, c'è la profonda crisi di valori dell'Occidente: •Cosa offre la nostra civiltà supertecnica oggi ai giovani? — si chiede Ikor — Quale speranza? Quale ideale? Nessuno. La loro sete di assoluto è delusa, derisa. Perciò le sette hanno presa su di loro, come l'hanno la droga e le tentazioni della violenza terroristica». E' vero: gli inventori della dieta macrobiotica non sono tutti cacciatori di anime. £ non tutti sono spacciatori di, sostanze mortifere. Ma è la sete di assoluto di molti giovani che porta ad estremizzare principi di per sé non nocivi. E' infatti difficile contestare la proposta di una dieta alimentare meno ricca (difatti, mangiamo troppo), fatta di cibi più genuini e meno adulterati. Molte persone ragionevoli sono disposte ad ammettere che un'alimentazione più sana non puù che favorire un maggiore equilibrio psicofisico. Qualsiasi medico è pronto a sottoscrivere questi principi. Ma non è questo il punto. Il dramma nasce quando la dieta diventa religione e motiva e giustifica ogni azione e ogni pensiero. Vincent Ikor aveva scritto nel suo diario prima di morire: «Sono prigioniero della libertà che mi è stata data». Un giorno un demone ignorante e malefico gli ha dato la ricetta per mettere a tacere la sua anima palpitante di vita. Era una banale dieta, ma Vincent l'aveva scambiata per un Dio. Girolamo Mangano New York. La predica di un «neo-bonzo» al Central Park. Il misticismo, nelle forme più diverse, attrae i giovani

Persone citate: Girolamo Mangano, Giscard D'estaing, Premio Goncourt, Roger Ikor, Vincent Ikor

Luoghi citati: Africa, Europa, Francia, Italia, New York, Stati Uniti