In Italia 18 milioni di pensioni (in media una per ogni famiglia) di Mario Salvatorelli

In Italia 18 milioni di pensioni (in media una per ogni famiglia) Perché, all'improvviso, tutti ora si occupano degli anziani In Italia 18 milioni di pensioni (in media una per ogni famiglia) Bisogna tener presente che molti nel nostro Paese hanno più di una rendita - Tra dieci anni vi sarà il perfetto equilibrio tra giovani e anziani - Nel 2001 i vecchi in maggioranza ROMA — Ed è venuta, finalmente, l'ora dei pensionati. Se ne stanno occupando tutti, partiti, governo, Parlamento, sindacati, persino la Corte Costituzionale, che ha riconosciuto il diritto dei pensionati della pubblica amministrazione all'integrazione fino al «minimo garantito» dei loro trattamenti previdenziali, anche se vanno a cumularsi con altre pensioni. E' vero che la quadrimestralizzazione della contingenza ha visto la Camera impegnata in un logorante gioco della «fiducia; dal quale non è ben chiaro ancora se i pensionati siano usciti vincitori o, almeno per quest'anno, beffati, a causa della posticipata decorrenza e del nuovo calcolo dei punti di scala mobile. Ma il principio che gli ex lavoratori debbano essere trattati «almeno» come chi, essendo più giovane, può ancora lavorare, si va affermando. L'importante, però, è che venga riconosciuto interamente, prima che sia troppo tardi. Non c'è da illudersi. Questo generale risveglio d'interesse per i pensionati scaturisce non tanto da ovvie considerazioni di umanità, quanto dal fatto che il numero dei pensionati, e dei prossimi pensionabili, cresce a un ritmo inferiore solo alla crescita del numero degli scontenti dell'attuale classe politica italiana, raddoppiato, secondo un'inchiesta Doxa, negli ultimi quindici anni. Gli anziani, con commovente ostinazione, stanno per coronare, addirittura con un sorpa^s, Ui corsa a inseguimento che hanno impegnato con i giovani, per quanto rigurada l'entità delle forze in campo. Un secolo fa i giovani tra i 15 e i 29 anni in Italia erano quasi il triplo delle persone dai sessantanni in su: 7£ milioni «contro» 2 milioni e mezzo. Oggi sono 12 milioni e mezzo i giovani e 10 milioni circa gli anziani. Tra dieci anni ci sarà il perfetto equilibrio e nel 2001 il sorpasso sarà cosa fatta: appena 11 milioni di giovani e oltre 12 milioni e mezzo di anziani. E'il risultato, questo, della progressiva diminuzione delle nascite e del continuo allungarsi della vita umana. In mezzo secolo i nati «vivi e vitali» sono diminuiti da 25 a meno di 12 all'anno ogni mille abitanti, mentre l'età media «per morire» è salita da 52 a oltre 70 anni. Così, l'Italia si avvia a diventare sempre meno il Paese dei balocchi (parliamo, ovviamente, di giochi infantili) e sempre più il Paese dei pensionati. Tanto più se ai sei-sette milioni di quelli die lo sono per «diritto» dì anzianità, si aggiungono gli oltre tre milioni di superstiti e i sette milioni almeno di invalidi. Stiamo, ormai, raggiungendo la media di una pensione per ogni famiglia italiana: 18 milioni di famiglie e 18 milioni di pensioni, non ancora di pensionati, perché ci sono quelli che ne hanno più d'una. A parte gli abusi, che, purtroppo, finiscono per essere pagati dai lavoratori e dai pensionati «legittimi», era ora che il Paese prendesse chiara coscienza del problema dei pensionati. Sarà il più importante degli Anni 80, in termini di assegni che , assicurino a tutti un dignitoso tramonto, e di bilanci degli enti previdenziali, il cui passivo crescente minaccia di vanificare ogni politica di risanamento della pubblica amministrazione. Mario Salvatorelli

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