Un quartiere tutto per Pinocchio di Ermete Grifoni
Un quartiere tutto per Pinocchio Mostre e conferenze nel centenario del personaggio di Collodi Un quartiere tutto per Pinocchio E' alla periferia di ANCONA — I 100 anni di Pinocchio, il celebre burattino del Collodi che esattamente un secolo fa vide la luce nelle pagine del «Giornale dei bambini», diretto da Ferdinando Martini, coinvolgono singolarmente Ancona, nel cui territorio c'è un popoloso rione periferico chiamato appunto «Pinocchio» e che. per un'amabile storia, tutta di fantasia, al celebre personaggio eresse, una trentina di anni addietro, un monumento dinanzi alle scuole elementari della località. Sul dorso di una collinetta, davanti al vecchio attraversamento della statale Adriatica. Pinocchio vi è raffigurato nel bronzo nel gesto di «marameo» sul naso appuntito agli automobilisti di passaggio, una posa scanzonata, quasi a perenne ricordo di uno «scherzo» che un insospettabile e valente uomo di cultura, pieno di ironia, volle fare ai Ancona ed ha anche uconcittadini, spesso perplessi sull'origine del nome del loro rione. Perché proprio Pinocchio? Cosa univa quella borgata, un tempo fuori di città, alla celebre creatura di Collodi, visto che nell'etimologia non si poteva neppure pensare alla mandorla dei pini, che non c'erano mai stati da quelle parti? L'idea che tra il Lorenzini. padre di Pinocchio, e il borgo di Pinocchio di Ancona ci fosse una relazione venne lanciata da un noto personaggio anconitano, l'avvocato Oddo Marinelli, deputato repubblicano alla Costituente, fiero antifascista, protagonista nel 1914. con Pietro Nenni ed Errico Malatesta. della famosa •settimana rossa». Marinelli, che fu legionario garibaldino nelle Argonne e presidente del Cnl delle Marche durante l'occupazione nazifascista, era un uomo, oltre che di azio¬ n monumento dedicato ne, di vasti interessi culturali. Aveva tra l'altro la passione di collezionare tutte le edizioni delle «Avventure di Pinocchio», tradotte in tutte le lingue. Un'intera biblioteca dedicata alla creatura del Collodi. Bonario ed arguto, affettuoso con i ragazzi che amava profondamente. Marinelli — che di Pinocchio sapeva tutto — fece abilmente circolare la voce che il Lorenzini era stato da quelle parti, e che proprio quella borgata aveva ispiratT il nome all'immortale burattino. Sapeva benissimo che nelle carte topografiche del '700 il borgo anconitano, forse a causa della sua povertà, si chiamava «Pedocchio», poi trasformato nell'uso corrente e a maggior decoro degli abitanti in «Pinocchio», ma la storia fece effetto, colpi la fantasia, e in poco tempo Marinelli sornione gettò l'idea di un monumento, che venne al celebre burattino scolpito da un altro scanzonato suo amico, lo scultore Vittorio Morelli, anche lui sopra la settantina. E fu cosi che nel 1950. con un ministro, la banda, l'intera città, le rappresentanze di Pescia. si scopri, tra la gioia dei ragazzi, il monumento di Pinocchio, che faceva l'impertinente «marameo» agli intervenuti, autorità comprese. Oggi la statua fa parte del civico patrimonio, è perfino nelle cartoline illustrate di Ancona, dove le celebrazioni centenarie di Pinocchio, con mostre, conferenze, iniziative varie, che hanno per protagonisti maestri e ragazzi, auspice il Comune, ruotano attorno al circolo didattico che custodisce la sorridente opera voluta ed eseguita da due nonni-ragazzi oggi scomparsi. Dice la dedica allusiva, sul basamento: «A Pinocchio - i ragazzi dai 5 ai 90 anni». Ermete Grifoni
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