Sviluppo debole, più disoccupati i prossimi 3 anni restano neri

Sviluppo debole, più disoccupati i prossimi 3 anni restano neri Un rapporto deiristituto della programmazione Sviluppo debole, più disoccupati i prossimi 3 anni restano neri ROMA — La crescita dell'economia sarà debole; al suo interno si acuiranno le tensioni e si irrigidiranno i termini delle scelte. Il prodotto lordo dovrebbe calare leggermente nel 1981 (—03%) e quindi crescere a tassi non superiori al 2-23%. L'occupazione, sostanzialmente stagnante nell'industria, potrà crescere nel terziario e nella pubblica amministrazione (circa 400 mila unità in più tra 1*81 e 1*83) ma il saldo sarà comunque negativo. La disoccupazione aumenterà di circa l'l% rispetto al 1980 (circa il 73% della forza lavoro). Questo è il quadro che emerge da uno studio ultimato dall'Ispe, l'Istituto per la programmazione economica, che fa capo al ministero del Bilancio sul prevedibile sviluppo dell'economia italiana nel triennio '81-'83. Lo studio, elaborato da quattro ricercatori dell'Istituto (Maurizio Pala, Franco Sartori, Nicola Scalzini e Salvatore Tutino) rappresenta uno dei pochi documenti, se non l'unico, in cui vengono fornite delle stime e dei dati sulla possibile evoluzione dell'economia italiana nei prossimi anni. Che cosa succederà in questi tre anni? Lo studio dellTspe parte da alcune precise ipotesi Queste ipotesi riguardano sia l'andamento dell'economia mondiale, sia l'evoluzione della finanza pubblica e della dinamica salariale. Da una parte sono previsti un aumento del greggio, in termini reali, dell'8% nel 1981, del 7% nel 1982 e del 6% nel 1983, una crescita dell'econo¬ mia Usa (la locomotiva dell'Occidente) rispettivamente dell'I%, del 43% e del 5% nei tre anni e un andamento differenziato per le altre economie dell'Ocse (calo nell'81 dell'1% del prodotto nazionale lordo per la Germania e del 2% per la Gran Bretagna contro una crescita del 3,8% per il Giappone, dell'1,1% per la Francia e dell'1% per gli Stati Uniti). Per la finanza pubblica sono messi in evidenza il persistere di meccanismi automatici nell'andamento delle spese e delle entrate pubbliche e l'assenza di provvedimenti che possano modificare la struttura del prelievo fiscale e parafiscale o introdurre nuovi rilevanti oneri di spesa, mentre per la dinamica salariale l'accento è posto sia sulla quota di retribuzione rappresentata dalla contingenza (pari nell'83 al 55% del salario medio), sia al minor grado di copertura media dell'inflazione garantita dalla scala mobile (il 70% nel 1983). Viene anche sottolineato come oltre il 60% dell'aumento delle retribuzioni previsto nel triennio sia dovuto soltanto all'operare della scala mobile. Nello studio dellTspe vengono formulate alcune significative previsioni sull'andamento della domanda globale (consumi e investimenti), sull'evoluzione dei principali vincoli alla crescita dell'economia (inflazione, disavanzo pubblico), sulle variazioni dei saldi della bilancia dei pagamenti.

Persone citate: Franco Sartori, Nicola Scalzini, Salvatore Tutino

Luoghi citati: Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Roma, Stati Uniti