Poche abitazioni e a prezzi folli per l'Italia un collasso edilizio di Eugenio Palmieri

Poche abitazioni e a prezzi folli per l'Italia un collasso edilizio Allarmante raffronto con la situazione in altri Paesi europei Poche abitazioni e a prezzi folli per l'Italia un collasso edilizio Un appartamento nel centro di Milano costa più che a Parigi o a Bonn - Le nuove costruzioni scese da 219 mila nel 1975 a 140 mila nel 1979 - Si diffonde la coabitazione ROMA — Dopo la feroce stretta creditizia decretata dal governo, per molti italiani la casa è destinata a rimanere un sogno nel cassetto. Antichi mali vengono drammaticamente aggravati dalla chiusura dei rubinetti del credito. Cosi, se prima il traguardo dell'acquisto di un appartamento era precluso ai ceti meno abbienti, ora la fascia si va con velocità estendendo ai ceti medi. In Italia, infatti, stanno crescendo due fenomeni che non trovano riscontro negli altri Paesi europei: un progressivo e quasi ineluttabile declino dell'offerta perché non si costruiscono più case, una pazza corsa dei prezzi soprattutto nei grandi centri urbani. Secondo stime attendibili, prese con un certo beneficio trattandosi di comparazioni estremamente complesse, un metro quadrato di case nuove costa a Parigi da un milione e duecentomila lire a tre milioni: a Bonn da un milione e duecentomila a due milioni e quattrocentomila. Si tratta di prezzi elevati, suscettibili anche di variazioni considerevoli, ma in Italia si arriva anche oltre: a Milano con un milione e mezzo si può acquistare un metro quadrato di una casa in semiperiferia, mentre per il centro la cifra si rad- doppia almeno. Cosi a Roma. Livelli più modesti, si fa per dire, a Torino. Bologna e Firenze. Se l'edilizia europea è costretta ad una leggera cura dimagrante, quella italiana è ormai alla fame, ha scritto polemicamente un esperto di cose immobiliari, Gabriele Alciati. Gli Anni 70 sono stati una specie di mannaia per la produzione edilizia di quasi tutti i Paesi europei. La crisi energetica, un nuovo e più giusto e umano rapporto tra cemento e ambiente, elevati tassi di inflazione hanno determinato una contrazione produttiva che in alcuni Paesi è stata bene ammortizzata, in altri, caso tipico l'Italia, si è trasformata in un collasso. In Francia nel '75 si producevano 514 mila case e nel '79 402 mila: in Germania da 437 mila si è passati a 360 mila. In Italia da 219 mila a 140 mila di fronte a un fabbisogno annuale stimato in oltre 300 mila abitazioni. Un deficit di proporzioni gigantesche — negli ultimi cinque anni la media è stata di tre abitazioni ogni mille abitanti che colloca l'Italia in un poco onorevole 23" posto di una classifica stilata dall'Onu — che. salvo miracoli, è destinato a rimanere tale ancora chissà per quanti anni. Alla penuria di case si aggiunge l'impennata dei costi e di conseguenza dei prezzi che tra l'autunno '78 e l'autunno '80 sono mediamente più che raddoppiati. Oltre due terzi di questi aumenti si sono verificati nell'ultimo anno e — secondo il Cresme — soprattutto nell'ultimo semestre. Una precisa denuncia è arrivata puntuale giorni fa dalle maggiori centrali cooperative. Per realizzare un alloggio di 95 metri quadrati (si parla di zone periferiche o quasi) comprensivo di cantina, garage ecc. per un totale di 130 metri quadrati, si prevede attualmente una spesa di 58 milioni a Roma e nel Veneto: di 54 milioni in Umbria e Campania : di 61 milioni in Piemonte, Lombardia e Toscana. Nel '79 il costo massimo per lo stesso tipo di alloggio, realizzato s'intende dalle cooperative, non superava i 47 milioni; nel '77-78 quando venne varato il famoso quanto fantomatico Piano decennale, bastava poco più della metà. Costi notevolmente inferiori a quelli richiesti per l'edilizia completamente privata ma che danno il senso dei cambiamenti intervenuti sul mercato edilizio. In sostanza anche chi dispone di risparmi per 40 milioni deve oggi sobbarcarsi, per un appartamento di taglio modesto, un mutuo ventennale di pari importo con una rata mensile che rappresenta una buona fetta anche di un reddito di 20 milioni all'anno. L'elevato costo del denaro, la scarsità delle aree edificabili. la feroce speculazione che per lunghi anni ha avuto mano libera, l'inefficienza dell'intervento dello Stato (in Paesi liberaldemocratici come la Francia ha dato buoni risultati), l'eccessiva burocratizzazione della concessione delle licenze che allunga a dismisura i tempi dell'inizio lavori, un tasso d'inflazione che non ha concorrenti nei Paesi industrializzati, hanno portato l'Italia alla situazione attuale. Rispunta la coabitazione, cambia il costume degli italiani, non cambiano i metodi di gestione di un settore ormai alla paralisi. Eugenio Palmieri

Persone citate: Gabriele Alciati