La disastrosa eruzione del St-Helens s'è trasformata in un boom turistico

La disastrosa eruzione del St-Helens s'è trasformata in un boom turistico Milioni di visitatori e commercio di ceneri e lapilli La disastrosa eruzione del St-Helens s'è trasformata in un boom turistico NEW YORK — Malgrado le 61 persone morte nella disastrosa eruzione del vulcano St.-Helens, e i milioni di ettari ricoperti da ceneri, lava e lapilli a conti fatti i danni sono stati meno gravi del previsto. Hanno pensato i turisti a rendere meno disastrose le conseguenze dell'eruzione che erano state calcolate in un primo tempo in una perdita complessiva del valore di circa tre miliardi di dollari. ■ Milioni di persone dalle regioni vicine allo Stato di Wa¬ shington vengono infatti ogni giorno a visitare i luoghi del disastro, e la dozzina di piccoli crateri e le cascate che circondano il monte St.-Helens sono diventate di colpo una delle mète turistiche di maggior attrattiva di tutti gli Stati Uniti. Si vendono addirittura ceneri e piccoli lapilli in scatola, pezzi di lava e souvenirs di ogni tipo dell'eruzione e il solo giro turìstico dei luoghi colpiti dal disastro costa 25 dollari a testa con pullman messi a disposizione dalle lo- cali aziende turistiche. Il fenomeno ebbe inizio il 27 marzo del 1980 con lo «sparo» a migliaia di metri d'altezza di lapilli e ceneri. Il 14 maggio il vulcano sembrava essersi spaccato in due e una valanga di lava eruppe improvvisa su un fronte incredibile: quasi 22 chilometri, alla velocità, mai registrata, di 240 chilometri l'ora. Le sole ceneri raggiunsero un'altezza di 185 metri. La massa lavica sorprese con la sua incredibile velocità 61 persone in un 'area di 520 chilometri quadrati. Il vulcano aveva fatto registrare la sua ultima eruzione tra il 1831 e il 1857. E dall'epoca veniva considerato quasi spento. Tutta la zona era diventata da tempo un luogo di incontro per cacciatori e pescatori e il turismo generale era piuttosto scarso. Dopo l'ultima eruzione il turismo è stato rilanciato in maniera incredibile, e sette mesi dopo, i conti sono diventati attivi. Tra emissione di francobolli, ricordi, gite turistiche, apertura di nuovi alberghi, e rilancio commerciale della zona si è calcolato che i danni, stimati ufficialmente in 2,7 miliardi di dollari si sono ridotti a circa 900 milioni cosi come i 192 milioni di dollari persi dall'agricoltura locale si sono poi ridotti in sostanza e sempre a causa dell'apporto turistico a 40 milioni di dollari. Oggi il «giro» dell'area disastrata è incluso in tutti o quasi i «tours» organizzati sia per il turismo interno che per quello proveniente dai Paesi oltre oceano.

Luoghi citati: New York, Stati Uniti