Giacarta cede ai pirati e rilascia 53 detenuti in cambio degli ostaggi

Giacarta cede ai pirati e rilascia 53 detenuti in cambio degli ostaggi Attesa per il PC-9 dirottato Giacarta cede ai pirati e rilascia 53 detenuti in cambio degli ostaggi BANGKOK — C'è stato ieri uno sviluppo positivo nella vicenda del Dc-9 indonesiano della Garuda dirottato da cinque terroristi che da oltre due giorni trattengono 55 ostaggi: è stato comunicato ai pirati dell'aria che 53 degli 80 detenuti politici di cui essi hanno chiesto la liberazione sono stati radunati dalle autorità indonesiane. I dirottatori che chiedono anche un milione e mezzo di dollari di riscatto non hanno fissato un nuovo ultimatum dopo che quello delle 21 locali (le 16 italiane) era scaduto e ad essi era stato comunicato il nuovo sviluppo della situazione. Nel frattempo due funzionari, nudi sino alla cintola, si sono avvicinati al Dc-9 parcheggiato a due chilometri dal terminal per portare viveri a bordo. I cinque appartengono al 'Kommando Jihad: commando guerra santa., un movimento fanatico musulmano che vorrebbe trasformare l'Indonesia in uno Stato teocratico e che alcune settimane fa fece irruzione in una stazione di polizia di Giava occidentale ed uccise tre poliziotti. I prigionieri politici di cui i dirottatori chiedono la liberazione dovrebbero essere portati a Bangkok e scambiati con gli ostaggi. Nell'ultima comunicazione radio prima della scadenza dell'ultimatum delle 21 i pirati dell'aria avevano detto che avrebbero liberato 46 passeggeri ma avrebbero trattenuto i nove membri dell'equipaggio perché con essi intendono raggiungere una destinazione sconosciuta. Verso mezzogiorno si era pensato ad una azione di forza perché una squadra di tiratori scelti aveva preso posizione attorno al Dc-9 ma poi le ore sono passate senza che accadesse nulla. Il capo dei negoziatori indonesiani a Bangkok aveva chiesto il permesso al primo ministro Tinsulanonda di usare la forza per risolvere la situazione. La richiesta di impiegare il commando fatto arrivare da Giacarta è stata respinta dalle autorità thailandesi, solo nel caso che la vita degli ostaggi avesse corso grave pericolo sarebbe stato dato il benestare. Il vice presidente indonesiano Adam Malik ha detto che il governo «é deciso a risolvere la tragedia del dirottamento con tutti i mezzi non appena possibile.. Dopo avere parlato col presidente Suharto egli ha dichiarato ai giornalisti che essi devono essere cauti e porre la loro responsabilità verso la Nazione al di sopra di qualsiasi altra cosa nel riferire sul dirottamento. Alla stampa nazionale indonesiana è stato ordinato di .non pubblicare niente che non sia ufficiale. h'Indonesian Observer. giornale in lingua inglese, per manifestare il suo disappunto ha lasciato un grande spazio bianco nel mezzo della prima pagina ed ha chiesto scusa ai lettori: «Ci rammarichiamo di non poter dare altre informazioni per le misure di sicurezza nazionali..

Persone citate: Adam Malik, Suharto

Luoghi citati: Bangkok, Indonesia