Reagan ferito in un attentato

Reagan ferito in un attentato Sei colpi di arma da fuoco contro il Presidente davanti a un albergo a Washington Reagan ferito in un attentato Il presidente ferito al fianco sinistro da un colpo di arma da fuoco - Ricoverato all'ospedale, attende d'essere operato - Colpite tre persone, il porta-voce presidenziale Brady e due agenti dell'Fbi - Le condizioni del primo (ha una pallottola nella testa) sono gravi DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Il presidente Reagan è rimasto ferito ieri in un attentato davanti all'albergo Hilton di Washington. Uno sconosciuto, un bianco di 22 anni, del Colorado, gli ha esploso contro 5-6 colpi di pistola, «P-38». Il presidente ha vacillato, una pallottola, ha dichiarato un alto funzionario della Casa Bianca, gli è entrata nel fianco sinistro. Reagan è stato immediatamente portato sulla sua auto blindata all'ospedale della Georgetown University. La moglie, che al momento dell'attentato si trovava alla Casa Bianca, è corsa al suo capezzale. Il funzionario, Lyn Nofziger, ha dichiarato che il presidente «non ha perso conoscenza» e che le sue condizioni «sono stabili». In un primo tempo la Casa Bianca aveva negato che Reagan fosse stato ferito. Il viceportavoce Larry Spikes aveva detto in un breve comunicato che il capo dello Stato aveva riportato solo una contusione, forse infermagli involontariamente dalla guardia del corpo. Altre tre persone sono state ferite nella sparatoria: il portavoce Jim Brady, un agente dell'Fbi e un poliziotto di Washington. Le condizioni del primo e dell'ultimo sono gravi. Brady è stato centrato alla testa, nella regione temporale. All'inizio si è creduto che il presidente si fosse fatto portare all'ospedale per essergli vicino. Nofziger, consigliere politico della Casa Bianca, ha affermato che la pallottola è rimasta conficcata nella parte sinistra del petto di Reagan e che i medici, prestatigli i primi soccorsi, si sono riuniti a consulto per decidere l'intervento. L'identità dell'attentatore, subito arrestato, non è stata ancora resa nota. Scagliato a terra dagli agenti e dai poliziotti, l'uomo è stato portato via ed è attualmente sotto interrogatorio. La televisione Abc, che aveva un operatore sul posto, ha trasmesso l'intera scena dopo pochi minuti. Il presidente è uscito dalla porta per i «Vip» dell'albergo Hilton, sulla Connecticut Avenue. Aveva appena terminato un discorso sull'economia a una conferenza della Confederazione sindacale Afl-Cio. Lo si è visto sorridere e alzare le mani in segno di saluto alla folla che si era radunata sul marciapiede. D'improvviso, sono risuonati i colpi di pistola. Reagan era al centro di un gruppetto formato da Brady, dagli agenti della Cia e dai po¬ liziotti. Si sono visti tre uomini cadere, mentre gli agenti si scagliavano su un individuo con un giubbotto chiaro. Uno di loro gli ha strappato di mano una pistola a tamburo, alzandola per aria. Urla di «via, via, via subito» sono risuonate mentre il presidente veniva portato quasi di peso dalla guardia del corpo in automobile. Dopo pochi istanti, mentre la telecamera non riusciva ancora a inquadrare l'attentatore, sepolto sotto un mucchio di corpi che si agitavano, è pervenuto da lontano l'urlo delle sirene delle autoambulanze. Si è potuto solo scorgere un bianco, biondo di capelli, il capo chino, sospinto verso una macchina della polizia. Le grida dei giornalisti, numerosissimi sul posto, hanno impedito di captare le concitate frasi delle forze dell'ordine. Qualche minuto più tardi, il vice di Brady, Larry Spikes, ha diramato un breve comunicato dalla Casa Bianca. «Il presidente non è stato ferito — diceva il comunicato — lamenta solo una contusione. La First Lady non era con il consorte. Sulle condizioni dei feriti sappiamo solo che il poliziotto è grave». Spikes ha promesso altri particolari «appena possibile». Ha aggiunto solamente che l'agente ferito appartiene all'Fbi. Una ridda di notizie impossibili a controllarsi si sono susseguite da quell'istante. Sembra che Reagan fosse accompagnato anche da due dei suoi più fidati consiglieri, il capo di gabinetto, Meese, e il vicedirettore della Casa Bianca, Deaver, e che il primo avesse riportato una ferita di striscio. Desta profonda preoccu¬ pazione il colpo subito da Brady alla tempia. Brady è uno dei portavoce più popolari della storia della Casa Bianca. Già collaboratore dell'ex ministro del Tesoro di Nixon, Connally, è conosciuto per la sua vitalità e il suo senso dell'umorismo. Telefonicamente, dall'auto blindata, Reagan ha ordinato al vicepresidente Bush, che si trovava nel Texas ed è tornato immediatamente a Washington in aereo, di assumere il controllo della situazione. L'attentato ha scosso gli Stati Uniti, dove gli assassini politici sono una delle pagine più tristi della storia nazionale. Carter non era mai stato preso di mira da uno sparatore, ma il suo predecessore, Ford, aveva due volte sfiorato la morte, quando colpi di pistola lo avevano mancato di poco. Quando gli eventi sono diventati più chiari, la Casa Bianca ha fornito alcuni particolari. L'ultimo colpo di pistola ha colpito il vetro posteriore dell'auto del Presidente, sembra senza ferire i passeggeri. La televisione Abc, che aveva perso di vista Reagan, ha aggiunto che il capo dello Stato «è apparso stravolto». Alla Casa Bianca, il vicepresidente Bush ha convocato subito il Consiglio di sicurezza nazionale. Nessuna decisione, a parte misure straordinarie di sicurezza, verrà presa pero prima che sia reso noto l'esito dell'intervento chirurgico su Reagan. Il tragico episodio ha riportato davanti all'America lo spettro dell'attentato mortale a John Kennedy il 22 novembre del '63,a Dallas nel Texas. Da allora, era stato ferito il candidato presidenziale Wllace, nel '72, che era rimasto paralizzato. Ennio Caretto Washington. Il Presidente, ferito dall'attentatore, è sorretto dagli agenti del servizio segreto e aiutato a entrare nella sua auto

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