Un'università per studiare le erbe «amiche dell'uomo»

Un'università per studiare le erbe «amiche dell'uomo» E' stata proposta al convegno di Bordighera Un'università per studiare le erbe «amiche dell'uomo» BORDIGHERA — Erboristi al contrattacco. La disputa con i farmacisti, provocata dalla circolare Aniasi, che limita ai secondi la vendita di prodotti a base vegetale prosegue anche oggi. Giornata conclusiva del convegno su: -Erbe e medicina: un futuro che sa d'antico». Per sensibilizzare l'opinione pubblica, i titolari delle 1200 erboristerie esistenti in Italia hanno avviato una raccolta di firme che, in poche settimane, tocca già le 15 mila adesioni. -Ma, non è tutto — precisa Daniela Senese, delegata ligure dell'Anepo (Associazione nazionale erboristi piante officinali) —: abbiamo allo studio una proposta di legge. Chiede, anzitutto, proprio quello che ci viene contestato dai farmacisti, cioè una maggiore qualificazione professionale. Abbiamo sollecitato l'istituzione di corsi biennali per preparare e raccoglie¬ re le erbe, e, per frequentarlo occorrerà un diploma di scuola media superiore». Altri obbiettivi dell'Anepo sono: la revisione delle tabelle merceologiche, «un settore nel quale esistono pochi punti fermi», e norme per la vendita dei prodotti. Che non debba esserci spazio per l'improvvisazione, è una necessità che trova quindi tutti d'accordo. Spiega Gian Mario Nano, docente dell'Università di Torino: «Per quel che concerne la ricerca sperimentale, è importante la collaborazione con gli istituti di facoltà». Aggiunge il dottor Elio Marchi, presidente dell'Unione farmacisti italiani: -Occorre accertare sino a che punto l'erboristeria è una moda, e dove invece inizia a diventare componente di progresso». Replica Daniela Senese: « Noi conosciamo le erbe per aver frequentato un corso spe¬ cifico ma soprattutto per la nostra esperienza quotidiana. Dei farmacisti — la maggior parte ha sostenuto un semplice esame di botanica — non si può dire altrettanto». Fra tante polemiche, qualche iniziativa concreta: l'assessore all'Agricoltura e foreste. Giuseppe Merlo, ha fatto sapere di avere stanziato contributi fino al 60% della spesa, nei confronti di chi coltiva piante medicinali. -L'approvazione di questa nuova legge — precisa Merlo — costituisce una risposta all'appello che il nostro ministero ha lanciato alle Regioni per favorire la diffusione di erbe terapeutiche». Il motivo è semplicissimo: nel 1980. l'Italia ha importato 200 miliardi di flora officinale, acquistando all'estero persino i prodotti più banali, come la scorza di agrumi e i fiori di camomilla, s. d.

Persone citate: Aniasi, Daniela Senese, Elio Marchi, Gian Mario Nano, Giuseppe Merlo, Merlo

Luoghi citati: Bordighera, Italia