Sraffa, ottantenne in collegio

Sraffa, ottantenne in collegio INCONTRO CON L'ECONOMISTA AMICO DI GRAMSCI E KEYNES Sraffa, ottantenne in collegio CAMBRIDGE — Il prossimo agosto Piero Sraffa compirà 82 anni. -Non me ne parlate neanche! Piuttosto, che ore sono?-. Le ore, a Trinity College, scorrono plasmate in una precisa routine che Piero Sraffa si è autoimposta da anni, da quando cioè è fellow (professore-pensionato) in uno dei collegi più antichi e prestigiosi di Cambridge. La mattina, dopo una prima colazione all'italiana — cioè parca — Piero Sraffa si mette un basco in testa e. inforcata la bicicletta, va alla Marshall Library, la biblioteca dove cura il reparto di economia. Torna per colazione a Trinity, riceve qualche visita-pellegrinaggio, ordina il tè. legge, poi cena nella grande hall elisabettiana di Trinity, alla tavola alta, con gli altri professori. Dopo cena, se ne ha voglia, sale nella camera Adam, bellissima, dove i professori e i fellow bevono Porto antico e si passano lo Stilton. Benché Sraffa sia abbastanza scettico (su tutto) e molto modesto su se stesso, è considerato uno dei geni dell'economia moderna. Il suo Production of commodities by means of commodities (I960), un libro sottile e difficilissimo anche per gli studenti in economia, è descritto dagli esperti come -fondamentale e geniale-. A una famosa conferenza dal titolo Marx e Sraffa alla quale, anche se molto reticente, Sraffa andò in incognito, venne annunciato: «£ uno dei due grandi economisti è tra noi». Inoltre ha edito l'opera omnia di David Ricardo, pubblicata tra il '51 e il '73, tradotta in tutte le lingue, cinese, giapponese e russo compresi. Ma se Sraffa è famoso tra gli accademici e tra i marxisti italiani (fu grande amico di Gramsci e Togliatti), non lo è per il largo pubblico e gelosamente conserva il suo anonimato. -Anche quando era giovane era schivo: non ha mai accettato un invito. Gli piaceva semmai arrivare a casa, inaspettato, e parlare con una, al massimo due persone-, dice Nicholas Kaldor, oggi Lord Kaldor. altro famoso economista di Cambridge, che venne dall'Unghieria e lavorò nel governo Wilson. E' alto, magro, i capelli bianchi fitti, la giacca un po' sdrucita e, sopra la giacca, il mantello nero del fellow, che gli dà la prerogativa di vivere nel collegio e di camminare sui prati (cosa invece proibita agli studenti e ai visitatori). -E' una vita ideale, afferma, sto benissimo. In collegio si mangia bene'. Piero Sraffa si era laureato all'università di Torino. Suo professore era stato Luigi Einaudi, del quale parla sempre con grande stima. Fu allora che Sraffa incontrò Antonio Gramsci, del quale divenne non solo amico, ma discepolo, in un certo senso. Perché fu attraverso Gramsci che Sraffa conobbe il marxismo. Si vedevano molto spesso. Dopo la laurea. Sraffa andò a insegnare all'università di Cagliari: -Un mio collega era Segni-. E visitò Londra dove, alla London School of Economics. incontrò John Maynard Keynes. -il quale mi chiese di scrivere un articolo sull'economia fascista su una rivista che aveva lui allora-. L'articolo di Sraffa era tutt'altro che positivo. Mussolini ne fu informato, ci furono lettere e telefonate furibonde. Casa Sraffa si impauri e Piero riprese il treno per Londra. Nel frattempo Keynes era diventato Rettore di King's College a Cambridge e gli offri un posto. Sraffa era l'opposto di Keynes. uomo Bloomsbury, brillante, amante del teatro, della musica (che a Sraffa non interessa affatto), dei ricevimenti. Inoltre Sraffa non andava d'accordo con le ultime teorie keynesiane, cioè su quel tipe di economia mista, oggi applicata in molti Paesi europei. Cosi che nel "39. Sraffa lasciò King's, per Trinity, dove si annidava l'opposizione a Keynes (il quale, dittatore, non amava la minima critica). Gramsci gli scriveva, e tutte queste lettere Sraffa le consegnò a Giorgio Amendola che, mandato da Togliatti, venne a Cambridge a ritirarle. Altra famosa amicizia di Sraffa è quella con Ludwig Wittgenstein, il filosofo tedesco che passò vari anni a Cambridge (e che mori nel '51). Discutevano spesso assieme: Wittgenstein gli dedicò un suo libro dopo che Sraffa aveva criticato all'amico il manoscritto. Nel passato andava in Italia: poi. dopo un incidente, cadde e perse la memoria, ma solo quella recente, per cui non ricorda il passato prossimo, ma parla volentieri del passato remoto. Con la sua perdita di memoria, un poco ci gioca, per difendersi. Quanto Antonietta Macciocchi che stava scrivendo un libro su Gramsci lo interrogò a proposito, Sraffa che non aveva nessuna intenzione di «raccontare» rispose: -Chi? Gramsci? Non ricordo, lo conoscei'o appena-. Invece, con ottima memoria, mi riferisce che Luigi Spaventa sta per tornare a Cambridge. -Spaventa, con tanti brillantissimi italiani, fu attratto da Cambridge per via di Sraffa, dice Kaldor. e questa è stata una fortuna-. „ . _ Gaia Servadio