Anche Pace e Piperno fuggiranno in Francia «Non vogliamo affrontare il carcere speciale» di Ruggero Conteduca

Anche Pace e Piperno fuggiranno in Francia «Non vogliamo affrontare il carcere speciale» Conferenza stampa di Metropoli sulla scadenza del 12 aprile Anche Pace e Piperno fuggiranno in Francia «Non vogliamo affrontare il carcere speciale» ROMA — -Torno in Francia non perché mi sento colpevole ma soltanto per non affrontare altri due-due anni e mezzo di carcere speciale con i rischi che ciò comporta. Non vorrei cioè che mi succedesse quanto è già accaduto a Dalmaviva il quale, coinvolto suo malgrado in rivolte organizzate e attuate da altri gruppi politici, si è visto appioppare altri mandati di cattura con l'imputazione di strage». A parlare, anche a nome di Franco Piperno. è Lanfranco Pace (entrambi redattori di Metropoli, organo dell'Autonomia romana) nel corso di una conferenza stampa tenutasi ieri nella sede del partito radicale di via Torre Argentina e convocata per .chiarire» anche la fuga di Scalzone, le rivelazioni di Marco Donat-Cattin e la questione Cerpet. Prosciolti per insufficienza di prove dall'accusa di aver preso parte al sequestro e all'assassinio dell'on. Moro, i due leader autonomi, estradati nell'autunno scorso dalla Francia limitatamente a questi due reati, «dovranno, ab¬ bandonare l'Italia entro il 12 aprile per evitare di essere nuovamente arrestati per qualcuno degli altri 45 capi di imputazione contenuti nel maxi-mandato di cattura allegato alla richiesta di estradizione. «Se fossi sicuro di essere processato entro breve tempo — ha spiegato Pace — non lascerei l'Italia. Se Piperno ed io siamo stati assolti dall'inchiesta Moro figuriamoci quali prove possano esserci contro di noi per gli altri reati commessi dalla colonna romana delle Br dalla sua nascita ad oggi». 'Spero solo — ha aggiunto poi con amarezza — che la Cassazione accolga la richiesta della procura generale affinché, malgrado la mancata estradizione, si proceda contro di noi in contumacia altrimenti non saremo mai processati e quindi mai condannati o assolti. Perciò costretti all'esilio a vita». 'Tra l'altro — ha detto ancora Pace — non siamo nemmeno sicuri di poter restare in Francia. Potremmo facilmente essere espulsi dal territorio francese come ospiti non graditi o affrontare nuovamente, nel Paese da noi scelto, una seconda richiesta di estradizione da parte dell 'Italia •. Pace, la barba lunga e il volto stanco, parla lentamente, con calma. Spesso si concede qualche battuta polemica nei confronti dei giornali e dei giornalisti. Ma lo fa con' una rassegnata ironia, senza acrimonia. Come se. da tempo, avesse ormai rinunciato ad ogni tentativo di dare spie¬ gazioni e di vedersele soprattutto riconosciute e accettate. Con lo stesso spirito affronta un altro argomento: quello delle rivelazioni attribuite a Donat-Cattin sui rapporti Prima linea-Brigate rosse e del coinvolgimento che in queste ultime avrebbero avuto lui. Piperno e Scalzone at- Ruggero Conteduca (Continua a pagina 2 in quarta colonna)

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