Moda: lusso sì, ma sottovoce

Moda: lusso sì, ma sottovoce Milano: cinque giorni di sfilate al prèt-à-porter autunno-inverno Moda: lusso sì, ma sottovoce Generale addio al cappotto, sostituito da palandrane, cappe, spolverini e mantelle a ruota - Pantaloni con le pieghe, stretti alla caviglia, da paggi o da menestrelli - Gonne militaresche e medievali - Colori boschivi e terrosi MILANO — Prima di tutto i colori, boschivi, nebbiosi, terrosi, con punte vive di bacche dai cespugli, sontuose dai frantoi, o scelti fra le tinte delle spezie per profumare la cacciagione, ma cannella ma anche la paprika, accanto al verde loden, alla muffa, che subito s'ingiallisce o tramuta in blu grigio. Colorì mescolati, intrecciati in stoffe ancora maschili, di gusto inglese, o d'Irlanda, ma raggiunte dal panno, dal «Casentino», dal velluto a coste o liscio, dal cotone, in uno scambio molto vario fra stoffa ricca e inserto povero, per riscaldare l'inverno in mantelle da postiglione, in caban da pellegrina, in trenches rivisitati, in montgomery recuperati. Il ritorno del volume, ma fluido e senza peso, la voglia di gettare un poncho, una cappa, un saio sul tailleur e la sua infinita serie di pantaloni di tutte le lunghezze, le sue gonne cortissime o lunghissime, un sapore di caccia, un gusto di campagna, una severità aggressiva da pastora all'addiaccio o errante per le steppe dell'Asia Centrale. Fra lusso sotterraneo e preziosa povertà, ecco le immagini d'un vestitissimo inverno, uscite dal «summit» della moda italiana, che è stata in questi giorni la Fiera di Milano. Tutto concentrato in attigui padiglioni: il prèt-à-Porter delle Associazioni industriali dell'abbigliamento, al Modit; la mostra mercato dell'abito promossa dall'Associazione dei rappresentanti, a Milano vendemoda; la pelliccerìa al Comispel, le novità della pelletteria al Mipel e l'alta moda pronta, cinque giorni di sfilate, sette creatori al giorno, migliaia di modelli, organizzazione perfetta, ritmo sostenuto ma senza sbavature, in saloni che ogni altro paese ci invidia. Il nostro prèt-à-porter è apparso lanciatissimo. direi insuperabile, incantati gli americani, tentati i tedeschi, folti gli ordini nel venticello corroborante della recente svalutazione della lira. Perché forse mai altrettanto la fantasia, la ricerca di ogni creatore hanno saputo variare un «Zoofc» unitario e tener conto della disparità, nel gu sto e nella borsa, della donna attuale. Nel generale addio al cappotto, sostituito da palandrane, cappe, spolverini, da mantelle a ruota, con le maniche a pipistrello, da poncho o semplici quadrati di tessuto alla contadina, si saluta il ritorno del maxi ultraconfortevole. Nei toni naturali dei tweed, delle flanelle, nel verde pino, negli scuri granata delle lane a fantasia grafica, Soprani per Basile e per la propria griffe, ha espresso immagini tipiche: sul pullover color pastello, sulla giacca breve e mascolina, sui pantaloni ora corti bloomers, la gamba chiusa in collant di lana, ora lunghi alla caviglia: ecco il cappottone con le volpi, applicate sulle spalle, code, zampe e testa che ricadono sulle maniche, la lunga cappa-cappuc¬ cio, il caban di cover. C'è la mantella tre quarti di Versace che ha usato velluti di splendidi colori oro e senape e di coste diverse per la sua linea di caccia col falcone, c'è la giacca ampia di velluto nero accordato al mouflon color topo, di Armani, il cappottone sfoderato a ruota, diviso in tre bande, color brughiera di Sanlorenzo; squilla di nuovissimo giallo il chimono-spolve¬ rino, il cappottone vestaglia di Laura Biagiotti. che ha gustosi piumoni, evocanti i monumenti «incartati» da Christo. e trapunge di tanto oro il suo look sportivo-romantico, così dolce nella gran varietà di giacche e pantaloni. Perché i mantelloni sono fluidi ma la giacca, il tailleur sono essenziali, levi il poncho e l'inverno conserva il completo d'autunno, pantaloni con le pieghe stretti alla caviglia, pantaloni da paggio o da menestrello, con le ghette di maglia, o le calze jacquard. che Missoni arriccia sulla gamba a raggiungere calzoncini al ginocchio sotto magnifici mantelli di punti e colori prodigiosi. Ma anche, grande ritorno, gonne, lunghissime a mazzi di pieghe (Soprani), morbide con sfondo piega e spacco (Basile), alleate al blouson che copre il secondo fianco o pungenti, fanciullesche in lana punto pavone da Krizia. Fra le gonne che faranno storia 1982 quelle militaresche o medievali di Versace. in renna, a pantalone, a gaucho, giù da una baschina fasciante o ricche, mosse, a piegoni sovrammessi in diagonale in lana o velluto: e la sveltissima, corta, trapezoidale, che sembra un calzoncino largo, con l'orlo che risale a mezzaluna e compone, con la giacca in Harrys tweed nera foderata in satin di cotone rosso, il tailleur tipico di Armani. Cappelli maschili, bianchi o nerissimi, caschi da esploratore da città, bombette di maglia o sbertucciati copricapo alla barbone corredano l'ammantellata d'inverno. Un po' nomade, un po' eretica da fine Millennio, maschera il suo cachemere, ma trama di fili d'oro persino il tweed, nasconde sotto la pellegrina di volontaria povertà il velluto della caccia, come la corazza d'un altrettanto medievalizzante Oriente, in omaggio a Marco Polo. Solo Krizia pensa al Celeste Impero, sebbene la Pekino dei suoi ghirigori a onde, a scaglie, a petali di loto in seta, lana rustica o raso, delle sue tute-ventaglio per la sera, abbia i toni squillanti del teatro, magari rivisitato nei disegni di Bakst per i Balletti russi. Infatti la donna-buttero, la donna guerriero, la viaggiatrice antifreddo dell'inverno prossimo, è perfettamente incline la sera a romantiche grazie, in qualche modo tuttavia severe. In pantaloni neri e splendide, ruscellanti camicie, ancora e sempre inventate da Milena Francesio in gran bianco, la donna d'inverno si riconoscerà nei giovanili smoking di Soprani: pantaloni millerighe grigio e nero, in taffetàs, corti al ginocchio su calze nere e blusa in taffetàs, gessato nero e bianco, con plastron bianco, fascia in vita e amplissime maniche; nel completo in velluto nero di Armani, gonnapantalone corta e altrettanto corta giacchetta foderata di satin; e sicuramente in uno di quei deliziosi abitini di cachemere nero-carbone ma con piegoline di seta, che Laura Biagiotti ha dedicato a Dorothy Parker. Lucia Sollazzo Biagiotti cgmmcgcfprmmsbfsKrtsgfpgsllmgfrm

Luoghi citati: Asia Centrale, Irlanda, Milano, Pekino