Signora, se ha mal di testa ritelefoni fra un paio d'anni»

Signora, se ha mal di testa ritelefoni fra un paio d'anni» Il Centro cefalee di via Genova è vicino alla paralisi Signora, se ha mal di testa ritelefoni fra un paio d'anni» L'ambulatorio scoppia, prenotazioni esaurite Uno a tutto l'82 - Il responsabile: «Novemila prestazioni in un anno, 12 ore di lavoro al giorno, il personale rischia il collasso» Clinica universitaria di via Genova 3, medicina II, centro cefalee. Un'impiegata dell'ufficio prenotazioni: •Non meno di 50 telefonate ogni giorno. Con la mia collega passo la maggior parte del tempo a spiegare che il ritardo non è causa dei medici». Una donna di Gassino: «Afta figlia nell'ottobre del 79, su consiglio del dottore di famiglia, ha chiesto un appuntamento allo specialista per scoprire le cause del suo mal di testa. Mi hanno risposto di chiamare a giugno; poi mi sono sentita dire di ritelefonare nella prima settimana di dicembre dopo avere fatto fare una serie di esami. Per farla breve, Luisa è stata visitata il23 marzo di quest'anno». Quasi un anno e mezzo per poter incontrare il medico. Ma il caso della ragazza di Gassino non è isolato: per gli oltre 400 pazienti, che ogni anno si mettono in lista d'attesa, la trafila delle prenotazioni telefoniche è d'obbligo. E soprattutto è necessario armarsi di pazienza e aspettare. E tenere il mal di testa. L'impiegata: «Già tutto prenotato per l'82. Di questo passo, fra poche settimane, anche i primi mesi dell '83». Il responsabile del centro cefalee è il prof. Giovanni Nattero: 'Siamo vicini alla paralisi, l'ambulatorio scoppia di gente, il personale è stanco, i pazienti aumentano. Nell'80 abbiamo effettuato 9 mila prestazioni, una mole di lavoro immenso, svolto in tre stanze zeppe di strumenti e pochissimi lettini. Secondo la logica, dovremmo avere almeno qualche letto per i ricoveri, invece non abbiamo nulla. Siamo costretti ad occupare i posti della medicina, im¬ provvisare sedute, lavorare 12 ore il giorno senza un attimo di tregua per un caffè». E non è ancora tutto: «Questo centro fa parte di un istituto universitario che ha compiti molto diversi dall'assistenza che forniamo ai cittadini. Fra un paziente e l'altro dobbiamo svolgere l'attività didattica, di ricerca e anche fare perizie medico-legali». Il prof. Nattero parla con entusiasmo dei risultati del suo centro, ma non nasconde la stanchezza e le preoccupazioni per il futuro. Ha ragione: è l'unico medico. 'Faccio tutto, anche l'uomo delle pulizie. Non nego che qualche volta sono costretto a chiedere un aiuto a mia moglie». Adesso il suo lavoro è alleggerito dalla presenza di una tirocinante, la dottoressa Livia Savi, ma presto se ne andrà via.. 'Allora — continua — sarò di nuovo solo e saranno di nuovo guai per mandare avanti la baracca. I miei infermieri rischiano il collasso nervoso per il troppo impegno». Mostra strumenti e apparecchiature sofisticatissime che richiedono una costante manutenzione e controllo. Al centro vengono utilizzate a ciclo continuo per una media giornaliera di 50-60 pazienti. Il lavoro comincia verso le 6.30 e, dopo la breve pausa del pranzo, continua fino alle 18. Ma ciò che rallenta il lavoro è l'organizzazione generale del nostro sistema sanitario. In Italia, dopo Torino, c'è solo il centro di Firenze Dal prof. Giovanni Nattero arrivano da tutte le parti del paese e spesso sono casi che possono essere risolti in un qualsiasi ambulatorio specialistico. Poi ci sono gli ospedali della Regione che riversano tutto su di lui. primo fra questi le Molinette. «Lo gente ha capito — dice il medico — che se si fa ricoverare può passare con molti mesi di anticipo, ma tutto ciò crea grande confusione perché inmezzo agli appuntamenti fissati da un anno e mezzo dobbiamo trovare un posto per loro. Impresa non facile». Altro motivo di rallentamento, il supporto degli ambulatori e medici esterni. Funzionando male, provocano ritardi impressionanti. Per un encefalogramma, ad esempio, ci vogliono non meno di 4 mesi. Cosi per tante altre visite. Il docente: 'Adesso ci siamo organizzati un po' e quando ci telefonano per fissare l'appuntamento forniamo un elenco di esami da compiere. Almeno cosi capiscono che la colpa non è tutta nostra. Ma siamo andati oltre per sveltire il lavoro. Chiediamo al cittadino di rispondere, restando a casa, ad una serie di domande che ci servono per avere un quadro generale del suo caso. Abbreviamo in questo modo il tempo della prima seduta». Perché le Molinette o un altro ospedale della città non aprono un centro simile? 'Sono un docente universitario — dice — non conosco i problemi della pubblica amministrazione. Ma per mia esperienza posso affermare che per risolvere il problema ci vogliono solo locali adeguati e qualche medico e infermiere in più. Forse non si rendono conto che oltre il 10 per cento della popolazione soffre di mal di testa». Emanuele Monta

Persone citate: Gassino, Giovanni Nattero, Livia Savi, Nattero, Signora

Luoghi citati: Firenze, Italia, Torino