Padova: per l'inchiesta su Autonomia quattordici nuovi mandati di cattura

Padova: per l'inchiesta su Autonomia quattordici nuovi mandati di cattura Il provvedimento adottato dalla Corte d'appello di Venezia Padova: per l'inchiesta su Autonomia quattordici nuovi mandati di cattura DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PADOVA — Quattordici nuovi mandati di cattura sono stati emessi nell'ambito dell'inchiesta su «Autonomia operaia» padovana. Il provvedimento è stato adottato dalla sezione istruttoria della corte d'appello di Venezia che ha accolto il ricorso del p.m. dottor Pietro Calogero avverso al provvedimento adottato dal giudice istruttore dottor Giovanni Palombarini, il magistrato che conduce l'istruttoria formale su «Autonomia», il quale non aveva ritenuto di emettere i mandati di cattura inviando invece delle comunicazioni giudiziarie. I provvedimenti restrittivi riguardano persone, alcune delle quali sono già in carcere, aitre sono latitanti ed altre ancora sono state arrestate ieri mattina. L'operazione, eseguita dai carabinieri del gruppo di Padova e dagli uomini della Digos, è ancora in corso. Sono finiti in carcere Luciano Mioni, 31 anni, e Casimiro Russo, 30 anni, entrambi residenti a Padova. Al Mioni vengono contestati i reati di banda armata, porto illegale in luogo pubblico di bottiglie incendiarie e di avere eseguito lanci a scopo di esercitazione sui Colli Euganei nel periodo compreso tra il 1972 e il 1974 e, inoltre, di lesioni nei confronti del giornalista de «Il Gazzettino» Antonio Garzotto, gambizzato la mattina del 7 luglio del '77 ad Abano Terme dove il giornalista risiede. Al Russo viene contestato il reato di violenza a pubblico ufficiale con l'aggravante di porto di ordigni incendiari in occasione del comizio del segretario del movimento sociale italiano destra nazionale, Giorgio Almirante, del 3 giugno 1975. Il Mioni era stato arrestato il 4 luglio del '79 e nel luglio scorso era stato processato con rito direttissimo assieme ad altri 32 autonomi padovani, accusati di reati specifici. Nel novembre scorso Mioni era stato posto in libertà provvisoria per motivi di salute. Il nome di Russo emerge invece per la prima volta nell'ambito dell'inchiesta su «Autonomia operaia» padovana. All'inizio dell'anno la sezione istruttoria della corte d'appello di Venezia aveva accolto, come si ricorderà, 'in altro ricorso del p.m. dottor Pietro Calogero avverso alla scarcerazione di cinque autonomi padovani disposta dal giudice istruttore dottor Giovanni Palombarini per mancanza di indizi nell'ambito dell'inchiesta sul «7 aprile». Sono cosi ritornati nuovamente in carcere Guido Bianchini e Sandro Serafini, rispettivamente tecnico e docente alla facoltà di Scienze Politiche all'Università di Padova, la dottoressa Alisa Del Re, il professor Massimo Tramonte e la dottoressa Carmela Di Rocco; subito dopo, però, quest'ultima è stata posta in libertà provvisoria per ragioni di salute, a. t.

Luoghi citati: Abano Terme, Padova, Venezia