Scomparso da Roma Scalzone capo storico di Autonomia

Scomparso da Roma Scalzone capo storico di Autonomia Si trovava in soggiorno obbligato nella capitale Scomparso da Roma Scalzone capo storico di Autonomia Era stato arrestato il 7 aprile con Toni Negri - Prosciolto per il caso Moro, è accusato per banda armata - Ottenne nell'ottobre 1980 la libertà provvisoria per le precarie condizioni di salute ROMA — Oreste Scalzone, uno dei capi storici di «Autonomia operaia» che doveva soggiornare obbligatoriamente nella capitale, si è allontanato dal suo domicilio di via Ripetta 12, facendo perdere le sue tracce. Fonogrammi di ricerca sono stati inviati dalla Procura della Repubblica di Roma a tutte le questure e ai comandi dei carabinieri della penisola. Il leader autonomo, che nel '68 fu uno dei capi della contestazione studentesca, venne arrestato nel quadro dell'inchiesta condotta dalla magistratura di Padova sull'Autonomia operaia, il 7 aprile assieme a Mario Dalmaviva. Tony Negri, Lauso Zagato, Emilio Vesce e Ferrari-Bravo. Tra gli arrestati, inoltre, figurava anche il giornalista Giuseppe Nicotri. poi scarcerato. Lo stesso ordine di cattura contemplava Lanfranco Pace e Franco Piperno. ma non venne eseguito immediatamente poiché i due riuscirono a riparare in Francia, dove vennero più tardi fermati dalla polizia francese ed estradati in Italia. Dopo l'esecuzione degli ordini di cattura, l'inchiesta giudiziaria condotta dal giudice Calogero di Padova venne unificata a quella della Procura della Repubblica di Roma sulla strage di via Mario Fani e sull'uccisione di Aldo Moro. Dalla vicenda, tuttavia. Oreste Scalzone venne prosciolto da ogni accusa. In seguito alle sue precarie condizioni di salute, denutrito e in stato confusionale. Scalzone ottenne la concessione della libertà provvisoria nell'ottobre scorso da parte del giudice istruttore Cudillo per farsi ricoverare all'ospedale Gemelli. Dimesso, nel mese di ottobre, dal Gemelli, Scalzone non ritornò in carcere (è accusato di banda armata e associazione sovversiva). Il ma- gistrato. nei suoi confronti emise l'obbligo di soggiornare nel comune di Roma e di indicare un preciso indirizzo di recapito. Scalzone era ospite di un amico l'ingegner Giorgio Ciucci, nel suo studio in via di Ripetta 12, al primo piano di un elegante stabile della centrale strada. Sembra che sia stato proprio l'ing. Ciucci, che nell'ultima settimana recandosi nel suo studio non aveva più trovato il leader di Autonomia operaia, a denunciarne la scomparsa. La moglie di Scalzone risiede invece a Milano, dove insegna, mentre la famiglia è a Terni. Scalzone aveva trascorso il periodo di convalescenza in casa dei genitori. Per il momento contro Scalzone il giudice istruttore Francesco Amato, che dirige l'inchiesta giudiziaria sul «7 aprile», non ha preso alcun provvedimento. Il magistrato ha detto che prima di mettere contro l'esponente di Autonomia un nuovo mandato di cattura è necessario accertare se egli sia effettivamente scomparso per sottrarsi agli obblighi che gli erano stati imposti nell'ottobre scorso, quando gli fu concessa la libertà provvisoria per motivi di salute. Per accertare questa eventualità e tenuto conto delle precarie condizioni di salute dell'imputato. Amato ha disposto una serie di indagini presso ospedali e cliniche private. Quando avrà ricevuto un rapporto prenderà una decisione. E' tuttavia probabile che questa sia contestuale al deposito della sentenza-ordinanza che concluderà la lunga inchiesta sugli autonomi. Ciò potrebbe avvenire alla fine del mese in corso.