I sei fantasmi del 17 maggio di Luca Giurato

I sei fantasmi del 17 maggio Viaggio tra i referendum, quasi un rebus per l'elettore I sei fantasmi del 17 maggio Schede di colore diverso, scritte in linguaggio giuridico burocratico tra i più ermetici - La de e i vescovi impegnati per abrogare la legge sull'aborto - Il pei mobilita le sue organizzazioni perché si battano in difesa dell'attuale legge sull'interruzione della gravidanza ROMA — Sei fantasmi si aggirano sull'Italia scossa da continue tensioni politico-sociali. Sono i fantasmi del referendum, una consultazione che interessa tutto il Paese e sulla quale tutto è incerto, dalle reali conseguenze di uno scontro politico, che i partiti oggi respingono, ai contenutiquesiti delle schede che saranno, comunque, dei superrebus. I referendum dovrebbero essere sei: cinque promossi dal partito radicale: uno dal «Movimento per la vita». Sul più importante ed angoscioso, l'aborto, le richieste di abrogazione dell'attuale legge 194 sono due: una, dei radicali, ha. in pratica, l'obiettivo di liberalizzare l'aborto; l'altra, dei cattolici del «Movimento per la vita-, punta a consentire l'aborto solo di fronte a un grave pericolo per la vita o per la salute della donna. Su schede di colore diverso, scritte in un linguaggio giuridico burocratico fra i più ermetici (l'elettore non entrerà in una cabina, ma in un labirinto), gli altri referendum chiedono agli italiani di abrogare l'ergastolo, la legge Cossiga sull'ordine pubblico (anti-terrorismo), il porto d'armi. Sull'ultimo, i tribunali militari, è nato e si è diffuso un equivoco che è bene dissipare: questo referendum non intende abrogare i tribunali militari, perché non sarebbe possibile: sono previsti dalla Costituzione. Vuole, invece, abolire i giudici militari dai tribunali militari e sostituirli con giudici civili. Da qui al 17 maggio uno dei fantasmi potrebbe perdersi per strada, dissolvendosi. E' il referendum sui giudici dei tribunali militari. Sulla carta, tutto è pronto, in Parlamento, per approvare la riforma dell'ordinamento giudiziario militare ed evitare, quindi, almeno questa consultazione. Uno speciale comitato delle commissioni «Giustizia e Di¬ fesa» ha lavorato bene ed è giunto alla «redazione» di un testo unificato. Si tratta di discuterlo e di approvarlo rimboccandosi un po' le maniche: saltando, forse, un paio di «maxi-weekend». Un problema di presenze e soprattutto di volontà politica. Due «erbe» che non sembrano crescere in abbondanza tra l'aula e gli ambulacri di Montecitorio. Si eviterà il referendum dei tribunali? «Speriamo», è il commento, molto laconico, di uno dei leader più importanti della maggioranza. «Dobbiamo farcela. Anche qui c'è il solito ostruzionismo dei radicali», accusa, senza molta convinzione, un indaffarato capogruppo. «Senza il nostro aiuto non passava neppure la legge finanziaria. Quelli sono latitanti su tutto. Figuriamoci su un problema come i referendum. Non voglio parlarne. Eppure si va verso uno scontro duro. Come sempre, se ne accorgeranno all'ultimo momento», ammonisce, il volto teso, uno dei più autorevoli deputati comunisti. Le preoccupazioni più acute del pei non riguardano, comunque, il problema dei giudici militari. I comunisti sono preoccupati dall'esito della battaglia più grande: quella sull'aborto. Il pei teme che la legge 194. frutto di memorabili lotte nel Parlamento e nel Paese, venga abrogata a favore dell'iniziativa dei cattolici. Il «Movimento per la vita» (lo ammettono, in via confidenziale, anche alcuni tra i più abbottonati dirigenti delle «Botteghe Oscure») si è mosso presto e. per quelli che sono i suoi obiettivi, bene. Ha l'appoggio della de e della Cei. «E' una battaglia assolutamente giusta e doverosa, anche se, ovviamente, non ne facciamo, nel modo più assoluto, un problema di maggioranza o di governo. Rispettiamo le ragioni degli altri e siamo convinti che gli altri rispetterranno le nostre. Crediamo, però, che questo sia un tema diverso dal divorzio. Il mondo cattolico è unito come non mai», dice, senza trionfalismi ma con determinazione, il leader de Flaminio Piccoli. I vescovi italiani, riuniti in «conclave» alle porte di Roma, hanno approvato all'unanimità un messaggio di appoggio incondizionato al «si» del «Movimento per la vita». « E ' doveroso ricorrere a tutti i mezzi leciti perché anche nella legislazione civile sia congiuntamente inserita, al di fuori di ogni equivoco, una reale garanzia per la tutela della vita umana fin dal suo concepimento». Il pei ha deciso di passare all'attacco con tutti i mezzi leciti: naturalmente, per la difesa della legge. I comunisti non drammatizzano. Alle «Botteghe Oscure», si è riunito, senza annunci e pubblicità preventivi, il massimo organo dirigente del partito: la segreteria. Si è discusso della linea della de e della decisione della Cei. Dei rapporti dalle varie città, tutt'altro che entusiasmanti. Alcuni membri portavano testimonianze dirette: da Cagliari. Minucci: da Arezzo, Chiaromonte: da Cuneo, Napolitano. Il rapporto più preoccupato è venuto da Bergamo, dove il fratello di Berlinguer, l'onorevole Giovanni, ha avuto non pochi problemi per dirigere un dibattito in difesa della legge. Giovanni Berlinguer (che non fa parte della segreteria) ha denunciato alcune punte di intolleranza, in una realtà difficile e complessa di una regione che ha raccolto 200 mila firme per il «Movimento». «L'Unità» ha parlato per la prima volta di «clima da crociata», con un appello «a ragionare» sulla legge. Un altro appello, di notevole peso e significato politico, è poi scaturito alla fine dalla segreteria. I dirigenti del pei chiamano ufficialmente a raccolta, «in prima fila», tutte le organizzazioni comuniste, per «combattere i tentativi in atto di mistificazione, di disinformazione, di manipolazione oscurantista». Il pei chiede le «più larghe convergenze unitarie», mentre Pannella è già pronto a saltare su un'ipotetica vittoria dei cattolici: «Dopo, la lotta riprenderebbe e costringerebbe tutti a stare dalla parte dei radicali». Anche Berlinguer? Luca Giurato

Persone citate: Berlinguer, Cossiga, Flaminio Piccoli, Giovanni Berlinguer, Minucci, Napolitano, Pannella

Luoghi citati: Arezzo, Bergamo, Cagliari, Chiaromonte, Cuneo, Italia, Roma