Polonia: Solidarietà divisa Venerdì sciopero di 4 ore

Polonia: Solidarietà divisa Venerdì sciopero di 4 ore Walesa, messo in minoranza, attacca Kuron (Kor) Polonia: Solidarietà divisa Venerdì sciopero di 4 ore Il Paese si fermerà anche martedì se i colloqui con il governo, in programma oggi, non daranno frutti - Il vice premier ammonisce che «le richieste sindacali stanno portando la Polonia alla catastrofe» VARSAVIA — La proposta del leader sindacale Lech Walesa, bocciata lunedi notte, è prevalsa ieri: la commissione nazionale di Solidarietà ha proclamato uno sciopero di preavviso di quattro ore per venerdì e uno sciopero generale per martedi prossimo, se i negoziati di oggi con il governo non daranno risultati soddisfacenti. Nella risoluzione votata ieri si afferma infatti che ambedue gli scioperi sono revocabili in base ai risultati dei negoziati di oggi con il primo ministro generale Jaruzelski. Dopo lunghe trattative è prevalsa quindi la posizione moderata di Walesa che vuole mettere alla prova in questo modo la buona volontà del governo per far luce sugli avvenimenti del 19 marzo a Bydgoszcz. La commissione nazionale di coordinamento ha inoltre eletto il comitato nazionale di sciopero che risiederà a Danzica. ancora non si sa se nella sede di Solidarietà o nei cantieri navali Lenin. La riunione si è svolta in un'atmosfera di grande tensione: molto nervosismo ha suscitato la notizia secondo la quale ieri si sarebbe sparato contro un membro di Solidarietà di Deblin. Si tratta di un episodio oscuro sul quale la polizia ha aperto immediatamente un'inchiesta. Secondo le stesse fonti sindacali della regione si esclude, almeno per il momento, che si tratti di una provocazione e si ritiene che si tratti invece del gesto di un folle. Del resto l'atmosfera e le divisioni che stanno emergendo in seno alla commissione nazionale di coordinamento di Solidarietà sono testimoniate dall'affiorare. per la prima volta in pubblico, di un contrasto tra Walesa, Jacek Kuron — leader del comitato di autodifesa sociale Kor ed esperto di Solidarietà — e il portavoce del sindacato Karol Modzelewski. Walesa avrebbe detto: «So che Kuron e Modselevski stanno complottando contro di me, ma non mi preoccupo perché godo dell'appoggio del sindacato e degli operai». Walesa è apparso molto nervoso ed è ritornato nell'aula in cui si svolgeva la riunione solo dopo la votazione dello sciopero, visibilmente turbato dal fatto di essere stato messo in minoranza ieri. Tuttavia la soluzione adottata — 4 ore di sciopero venerdì (dalle 8 alle 12) e lo sciopero generale rinviato a martedi nel caso in cui i negoziati non abbiano un risultato positivo — è un compromesso che soddisfa il desiderio di Walesa di proclamare uno sciopero generale solo dopo aver attuato uno sciopero di preavviso e aver cercato di risolvere la controversia mediante negoziato. Dopo la gravità della situazione lunedì prossimo, un giorno prima dell'inizio dello sciopero generale (qualora non si giunga a un accordo), avrà luogo a Varsavia una riunione del Parlamento. Durante la seduta della commissione nazionale è stata letta una lettera del presidente del sindacato giornalisti Stefan Bratkowski. convalescente dopo un infarto. Bratkowski lamenta una «crescente opposizione al rinnovamento» anche da parte di statisti giudicati fra i più li- berali. «Non voglio fare nomi, ma persone ostili al rinnovamento sono al vertice del partito e dell'amministrazione» ha detto. Secondo il giornalista, «persone come il primo ministro Jaruzelski e il membro del Politburo Barcikowski possono iniwce fare uscire il Paese dalla crisi e ottenere l'approvazione generale. Nonostante un senso generale d'impasiensa, la nazione è calma e pronta a negosiare in uno spirito di comprensione», aggiunge Bratkowski. Il vice primo ministro Rakowski. interlocutore, oggi, di Solidarietà, ha ammonito a sua volta che la «sequela di richieste» da parte dei militanti sindacali sta portando la Polonia verso la «catastrofe economica». «Se ci sono dirigenti sindacali i quali ritengono che il loro punto di partensa debba essere il mantenimento a qualsiasi costo dell'indipendenza delle commissioni interne e la rinuncia totale alla corresponsabilità verso il nostro Paese, sbagliano di grosso», afferma Rakowski in un'intervista al settimanale Politika di cui è stato per lungo tempo direttore. •I colloqui con Lech Walesa vanno molto bene, ma quando leggo le richieste che ogni mattina arrivano sul mio taj'o/o, sempre redatte nello stesso modo categorico, ho spesso l'impressione che siano formulate da qualche "nuovo padrone" della Polonia popolare.

Luoghi citati: Danzica, Polonia, Varsavia