I socialdemocratici tedeschi ostili ai nuovi missili Nato di Tito Sansa

I socialdemocratici tedeschi ostili ai nuovi missili Nato I socialdemocratici tedeschi ostili ai nuovi missili Nato DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — La posizione della Germania federale, considerata pilastro della difesa in Europa, vacilla tanto sul piano tecnico-militare quanto su quello politico. Debolezze, incertezze, perfino ostilità al «riarmo suppletivo» della Nato e un certo antiamericanismo vengono manifestati, e proprio nel momento in cui il ministro della Difesa Hans Apel si trova a Washington per cercare di fugare nei suoi colloqui con il suo collega Weinberger e col segretario di Stato Haig il malcontento e la sfiducia degli americani nei confronti di Bonn. Sul piano tecnico-militare risulta da un rapporto segreto dell ministero della Difesa di Bonn (redatto dai comandanti dell'esercito e della Luftwaffe, generali Poeppel e Obleser) che la situazione delle forze armate tedesche, la «spina dorsale della Nato», è catastrofica. E' vero, sono stati ordinati 1800 carri armati Leopard, 322 aerei da combattimento Tornado e sei fregate. Ma, per mancanza di fondi, si è dovuto rinunciare ad armi adeguate, la bomba telecomandata Maverick del Tornado, e i missili antiaerei Roland e Patriot. Nel rapporto segreto si legge che «la Luftwaffe potrà assolvere ai propri compiti soltanto in misura minore del previsto» e che «le sue debolesse e i suoi rischi ridurranno il contributo delle forse armate tedesche nella Nato». Altrove è detto che «per operazioni intense nella fase iniziale di un conflitto non ci saranno abbastanza macchine e munizio¬ ni» e che «perlomeno per un certo periodo bisognerà contare su collassi della capacita di impiego dei reparti armati». Sul piano politico ha fatto scalpore la proposta del direttivo socialdemocratico del Baden-Wuerttemberg che la socialdemocrazia a Bonn riesamini la «doppia decisione» (armamento missilistico in Europa e contemporaneo negoziato) presa nel dicembre 1979 dalla Nato a Bruxelles. Il fatto più sensazionale è che la decisione è stata presa all'unanimità, con il voto di due ministri del governo di Bonn, quello delle comunicazioni Hauff e quello dello sviluppo economico Offergeld, e alla presenza di altri due ministri, quello della ricerca scientifica Von Buelow e quello alla cancelleria, Huonker, che non avevano diritto al voto ma non hanno fatto obiezioni. In sostanza i quattro ministri hanno assunto una posizione opposta a quella del governo del cancelliere Schmidt del quale fanno parte. Ma, secondo il portavoce del governo Ruehl, non è grave, essi «sono impegnati alle decisioni del governo». L'opposizione democristiana (e ambienti diplomatici americani) la vedono naturalmente in modo diverso. Secondo loro il voto dei ministri socialdemocratici è un «maltrattamento degli alleati americani e del cancelliere» e uno «sgambetto al ministro della Difesa Apel che è andato a Washington non soltanto con le tasche vuote ma anche come rappresentante di un governo diviso sul tema della sicuressa». Tito Sansa

Persone citate: Apel, Haig, Hans Apel, Hauff, Leopard, Ruehl, Schmidt, Weinberger