Padre, madre e figlio sono assassinati nella villa in Brianza mentre dormono

Padre, madre e figlio sono assassinati nella villa in Brianza mentre dormono Agghiacciante delitto forse legato al «racket del caro estinto» Padre, madre e figlio sono assassinati nella villa in Brianza mentre dormono Avevano 50,45 e 27 anni; abitavano a Cesano Maderno - Fulminati nel sonno a colpi di fucile e pistola Erano ricchi (avevano sei auto) e possedevano un avviato commercio di fiori nella zona del cimitero DALLA REDAZIONE MILANESE MILANO — I corpi sui letti, coperti come per dormire; tanto e tanto sangue dappertutto. Padre, madre e figlio uccisi da colpi di arma da fuoco alla testa. Mario Dalla Motta di 50 anni, la moglie Angela Ronchi di 45 e il figlio Bruno di 27 sono stati assassinati cosi: dormivano nella notte tra venerdì e sabato nella loro abitazione di Binzago, una frazione di Cesano Maderno, nella bassa Brianza. Scampato alla strage della sua famiglia solo Maurizio, un altro figlio di 25 anni che era andato a trovare la fidanzata a Vailate, in provincia di Cremona. Un delitto inspiegabile che lascia spazio a tantissime ipotesi. La famiglia è ricca, possiede un'avviata azienda di floricoltura ma tutti lavorano sodo. Dalla mattina alla sera la madre nel negozio di piazza del Cimitero e gli altri nelle serre che portano il loro nome «Dalla Motta Mario e figli»: 2000 metri coperti alla periferia del paese. Ieri però nel negozio di piazza del Cimitero non si è presentato nessuno; l'assenza è stata notata e il guardiano del cimitero si è meravigliato di non vederli arrivare, come ogni giorno, da 30 anni. E' un vecchio amico, il necroforo Mario Elli, e a lui infatti si è rivolto Maurizio quando nella mattinata non è riuscito a mettersi in comunicazione con i genitori. Aveva telefonato più volte sia a casa sia in negozio, ma il telefono squillava inutilmente. Maurizio' Dalla Motta si è preoccupato non riuscendo a spiegarsi il perché di questo silenzio. Perciò ha chiamato l'amico Mario e da lui ha avuto solo altri dubbi. Dei genitori e del fratello nessuna traccia. Tutto, fino alla sera prima, sembrava normale; i Dalla Motta avevano regolarmente lavorato in negozio, poi erano tornati a casa. Ieri mattina non s'era visto nessuno. Dopo la chiamata di Maurizio, è stato un intreccio di telefonate. Mario Elli e il giovane hanno chiamato a casa Enrico Ronchi, fratello della madre. E' toccato a lui recarsi a casa La Motta in via Carlo Cattaneo 10 a Binzago. Era tutto tranquillo all'esterno della villetta, il portoncino d'entrata regolarmente chiuso: dalla casa nessun rumore. Enrico Ronchi ha suonato invano, nessuna risposta. Allora, come di consueto, è entrato dal garage. La villa dei Della Motta è grande, ad un piano. Al pianterreno il garage e una cantina, le cui serrande non sono quasi mai chiuse. Enrico Ronchi è entrato nel garage, di 11 si può accedere al piano superiore. Ha aperto una porta, quella della stanza da letto della sorella e del cognato. I due corpi erano 11, sul letto, composti come se dormissero. Ma sulle coperte il sangue e intorno tutto a soqquadro, cassetti rovesciati, roba per terra. Enrico Ronchi, sconvolto, si è precipitato nella stanza di Bruno: anche lui sul letto in un lago di sangue, colpito alla testa come in una esecuzione: pistola e carabina, dirà la prima superficiale perizia. Per Angela Ronchi il colpo è stato alla nuca e sulle prime si era pensato ad uno strangolamento. Poi, voltato il cadavere, si è visto netto il foro d'entrata del proiettile. Erano le tre del pomeriggio quando Enrico Ronchi ha avvertito i carabinieri della locale stazione di Desio; un primo sopralluogo ha portato ad una scoperta: in casa manca- vano alcuni fucili da caccia (cinque o sei) di cui i Dalla Motta, appassionati cacciatori, facevano collezione. Adesso parecchie congetture ma al momento attuale nessuna certezza. Certo è il fatto che nella cittadina i Dalla Motta erano conosciuti come una famiglia più che benestante, che poteva permettersi il lusso di possedere sei auto. Una vendetta del racket dei fiori, di quello del «caro estinto»? Questa la spiegazione più probabile visto che l'attività è molto redditizia. La malavita organizzata ha esteso il suo raggio d'azione anche in provincia: la florida e avviata azienda di Binzago costituiva certamente un buon obietti-

Luoghi citati: Cesano Maderno, Cremona, Desio, Milano, Vailate