Venezia deve difendersi dai turisti «cavallette» di Franco Giliberto

Venezia deve difendersi dai turisti «cavallette» Venezia deve difendersi dai turisti «cavallette» La perla della Laguna non teme flessioni nel numero dei visitatori - Le autorità sono anzi preoccupate per le invasioni perìodiche di forestieri che si accalcano tra Rialto e piazza San Marco DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE VENEZIA — Troppo conosciuta, troppo amata, troppo frequentata, troppo maltrattata. Isola turistica felice — che non conoscerebbe flessione di visitatori nemmeno se il dollaro andasse a duemila — Venezia non soffre di solitudine: ha la sindrome d'assembramento. Ora i suoi amministratori aspettano le feste pasquali con apprensione; si chiedono se gli ospiti forestieri fra pochi giorni saranno centomila, duecentomila o più. Ospiti forestieri? Fossero garbati turisti in gita! 'Spesso invece — dice l'assessore comunale all'ambiente, Gaetano Zorzetto — la gente che approda qui, italiani e stranieri, si comporta come le cavallette. E nella popolazione delle cavallette quel che conta, com'è noto, non è soltanto il carattere distruttore, ma anche il numero. Centomila cavallette su un paio di ettari possono fare danni enormi, mentre distribuite in un territorio molto più esteso passano quasi inosservate. Ecco il guaio: a Venezia, le cavallette turistiche si concentrano, specie negli itinerari tradizionali. Tra Piazza San Marco, Rialto e l'Accademia, la città certi giorni diventa un brutto accampamento». Come se non bastasse il flusso di turisti e gitanti, Venezia deve subire anche certe •manifestazioni organizzate» che la sconquassano. Un esempio di pochi giorni fa, la cosiddetta 'Corsa su e giù per i ponti». Migliaia di persone in tuta da ginnastica — bimbi, ragazzi, adulti e anziani — hanno percorso per ore il centro storico, rifornendosi ai •posti di ristoro ufficiali» di arance e bibite. Quintali di bucce, lattine e bicchieri di plastica sono cosi stati sportivamente gettati nelle calli, nei campi, nei canali dalla massa di podisti. Verso le 13 anche Piazza San Marco pareva un mondezzaio brulicante di folla sudaticcia. L'architetto Franzoi, conservatore del Palazzo Ducale (un milione e quattrocentomila visitatori l'aitr'anno, per un incasso di un miliardo e cinquecentodiciannove milioni) ricorda quel che capita altrove. • Un giorno ero andato a vedere un museo moscovita. Nel grande salone che raccoglieva qualche migliaio di composti visitatori, in attesa del loro turno per l'accesso alle vere e proprie stanze della pinacoteca, a un certo punto il brusio si è accentuato. Per forza: tanta gente assieme, che magari scambia due parole nell'attesa, un po'di rumore lo fa. Ebbene, sono intervenute tre o quattro custodi del museo, fendendo la folla e invitando tutti a stare zitti per rispetto. Anche la quiete fonica, in certi luoghi, va tutelata. Bisognerebbe ricordarlo a chi viene a Venezia». ■ L'assessore Zorzetto però mette in guardia: •Attenzione, qui non è un discorso elitario che si vuol fare. Non siamo certo i paladini del "numero chiuso" per Venezia. Ma comincia a diventare intollerabile che la città sempre più spesso sia ridotta a un accampamento, che subisca aggressioni turistiche indecorose». — Però, se ci si sposta di cinquecento metri dagli itinerari del flusso turistico tradizionale, Venezia è «vivibile», praticabile con piacere. Certi fiabeschi percorsi a Castello, alla Giudecca, a Dorsoduro, a Cannaregio, nella Venezia minore, sono tutt'altro che affollati. •E' vero — commenta Zorzetto — fuori degli itinerari veneziani "classici" ci si trova nel deserto. Perciò bisogna affrontare il discorso d'una riorganizzazione degli accessi alla città e dello smistamento dei visitatori. Cominciando veramente a non fare più perno soltanto sulla strozzatura di Piazzale Roma». — Soltanto questo? •No, bisogna fare una politica di scoraggiamento nei confronti di chi pensa che Venezia possa essere visitata in un giorno, al ritmo delle orde di Attila. Perciò distribuire nell'arco dei dodici mesi manifestazioni e iniziative promozionali, evitando quelle campagnolesche. A questo modo, si potrebbero anche abbassare i prezzi e mettere il soggiorno a Venezia alla portata di tutte le tasche. E infine non ci starebbe male un po' più di severità nei confronti di chi maleducatamente strapazza la città e le sue pietre». Franco Giliberto

Persone citate: Franzoi, Gaetano Zorzetto, Piazzale, Zorzetto