«Il comitato di lotta del carcere decise di dare una lezione a Salvatore Cinieri»

«Il comitato di lotta del carcere decise di dare una lezione a Salvatore Cinieri» Testimonianza in Assise del «pentito» Oliva per Passassimo alle Nuove «Il comitato di lotta del carcere decise di dare una lezione a Salvatore Cinieri» L'esponente di Azione rivoluzionaria ucciso dall'imputato Farre Figueras doveva essere punito perché aveva protetto a Pianosa il delatore Pagherà - «Ma non doveva morire» - Altri testi: «Non gli credete, è un infame» Qual è la verità sull'omicidio di Salvatore Cinieri, 30 anni, esponente di «Azione rivoluzionaria», ucciso a coltellate nel settembre '79 in un cortile delle Nuove dall'ergastolano Salvatore Farre Figueras? 'Cose nostre, non c'entra la politica» ha sempre sostenuto l'imputato. Ma ieri, alla seconda udienza del processo in Assise, un ex anarchico ed ex aderente ad «Azione rivoluzionaria» amico della vittima, il «pentito» Vincenzo Oliva, 35 anni, ha raccontato ai giudici un'altra verità. L'ordine di dare una lezione a Cinieri fu impartito al Figueras dal 'Comitato di lotta» dei terroristi detenuti a Pianosa. Cinieri aveva protetto una spia, per questo doveva pagare anche lui. L'incarico, secondo Oliva, fu affidato al Farre Figueras, un delinquente comune, proprio per non far pensare ad una faida politica. E' la drammatica conferma dell'alleanza tra i terroristi e i boss della «mala», di un fronte unico organizzato nelle carceri tra politici e comuni. Una verità intuita da tempo ma non per questo meno allarmante. L'esistenza di «tribunali supremi» composti da terroristi che impartiscono ordini di morte getta un'ombra sinistra sulle carceri speciali. Bruno, con barba incolta e vistosi tatuaggi sulle mani, Vincenzo Oliva si è presentato in aula poco dopo le 10. Questo il suo racconto. Nell'estate del '79 anarchici ed altri gruppi politici raggiungono un accordo, superano le spaccature ideologiche e preparano un piano di fuga da Pianosa. Ma qualcosa non va per il verso giusto. Enrico Pagherà, 33 anni, del gruppo anarchico «Azione rivoluzionaria», prepara una fuga solitaria. Oliva: -Era un progetto impossibile, suppongo che l'abbia inscenato proprio per far scoprire l'evasione concertata con gli altri gruppi». E Pagherà viene punito. Qualcuno informa la direzione del carcere che nella sua radio nasconde dei detonatori, regolarmente scoperti. Pochi giorni dopo (3 agosto '79) il carcere viene di nuovo perquisito: gli agenti trovano pistole ed esplosivi in una cella occupata dai «politici». Qualcuno ha fatto la spia? Il .Comitato di lotta», costituito da Carbone. Tucci. Piantamore, Franceschini, Battini, Zuffada, Buonavita. secondo il racconto di Oliva, non ha dubbi. Il delatore è Pagherà. Viene emessa la sua condanna a morte. Qualcuno però cerca di salvarlo, lo avverte del pericolo. E' Cinieri che si fa garante davanti agli altri terroristi della innocenza del Pagherà. Quest'ultimo si fa rinchiudere in cella di isolamento, chiede di essere trasferito. Lo mandano a Trani. ma qui. dopo poche settimane (il 4 ottobre) è ferito con un punteruolo da uno slavo, un delinquente comune, di nome Andraus. L'ordine gli è arrivato dal 'Comitato di lotta» controllato dai brigatisti. Lo stesso Comitato, secondo Oliva, incaricò Farre Figueras di dare una lezione al Cinieri. colpevole di aver «avvertito» l'amico. Oliva: -Cinieri doveva essere pestato o accoltellato alle gambe, non ucciso. Ma qualcuno lo avverti della sentenza emessa contro di lui». E' per questo che Cinieri il 27 settembre '79 quando entrò nel cortile delle Nuove aveva un coltello? Sapeva del pericolo? Presidente Capirossi: «Coso ci guadagna un delinquente comune ad eseguire gli ordini dei politici?». Oliva: -Non mi risulta che vengano pagati, acquistano un certo prestigio. E ce ne sono molti disponibili specie tra chi, con condanne pesantissime sulle spalle, non ha nulla da perdere». Presidente: »Le decisioni del Comitato di lotta erano portate in altri carceri dal legale Gabriele Fuga (arrestato mesi fa)?». Oliva: »Non so, ne parlano altri». Poi aggiunge: -Ancheper me era stata decisa una lezione a Pianosa ma l'ho saputo in tempo». Oliva se ne va. L'imputato Farre Figueras che per tutto l'interrogatorio ha continuato a sorridere beffardo risponde al presidente: -Non ho nulla da dire». Poi si mette a parlare con il difensore Giorgio Merlone (ieri era assente l'altro legale Renzo Mazzola). La Corte (pres. Capirossi, p.m. Sciaraffa, cane. Marra) ascolta poi Emanuele Attimonelli. Angelo Monaco e Sandro Meloni. Il primo conferma la tesi di Farre Figueras: -Ho visto Cinieri che aggrediva l'altro con un coltello in mano». Prima di uscire abbraccia l'imputato. Meloni rifiuta di giurare: -Sono un anarchico» dice. Aggiunge: -Cinieri è morto per motivi di carattere personale». E' la tesi di Farre Figueras. Poi si scaglia contro Oliva: -Come fate a credere a quello lì, è uno che mandava la sorella a fare la prostituta per spillarle dei soldi, violentava i ragazzini. E' in carcere da quando aveva 17 anni. Si inventa le cose, si vende per qualche tornaconto». Con Oliva se la prende anche Monaco: -Se lui ha parlato di una lezione a Cinieri è un infame, come Pagherà». Poi se ne va con l'orecchino che gli pende dal lobo sinistro, neanche lui ha giurato. Attimonelli, Monaco e Meloni erano presenti nel cortile delle Nuove mentre Cinieri veniva accoltellato. Su un punto non transigono. -Cinieri non era una spia». Farre Figueras (già condannato all'ergastolo per l'omicidio di due carabinieri a Moncalieri) per tutta l'udienza ha sorriso ironicamente: -Sono tutte cose per sentito dire» ha mormorato nel suo incomprensibile dialetto siciliano. Salvatore Cinieri fu ucciso pochi giorni prima di comparire in Assise con altri esponenti di «Azione rivoluzionaria» per rispondere di una serie di attacchi terroristici: il ferimento del giornalista de «l'Unità» Nino Ferrerò, l'attentato a «La Stampa» del settembre '77 e altri. Il processo riprenderà lune- d1' Nino Pietropinto pdAiltpGcdodchrinttdsfslttprc'iMcraqi 1111 ■ 111 ■ ■ 1111 ■ i ■ i ■ ■ i j ii ii Emanuele Attimonelli, Angelo Monaco e Sandro Meloni

Luoghi citati: Carbone, Monaco, Moncalieri, Trani