Una femminista che viene dall'Est

Una femminista che viene dall'Est Milano; ospite di Amnesty Una femminista che viene dall'Est È Sofia Sokolova - Ha raccontato le sue esperienze in Russia - Il caso del pianista argentino Estrella MILANO —Sofia Sokolova è una scrittrice femminista sovietica. Miguel Angel Estrella è un noto pianista argentino. Ospiti della sezione italiana di Amnesty International, ieri hanno raccontato i loro casi a un gruppo di giornalisti per poi rivolgersi, in serata, al più vasto pubblico televisivo di «Portobello». Che cosa possono avere in comune una femminista russa e un musicista sudamericano? Ecco: il fatto che runa e l'altro, considerati in patria pericolosi sovversivi, hanno dovuto imboccare l'amara via dell'esilio. , Due vicende diversissime e esemplari. La Sokolova racconta l'esplosione in Russia, nel '79, di un nuovo stadio nel razzo della protesta civile, lo stadio femminista. Secondo la propaganda ufficiale, non esiste nell'Unione So-. vietica una questione femminile, la rivoluzione avendo pienamente liberato la donna. «Baile», dice l'esule russa. E tratteggia le linee di un femminismo completamente diverso dall'occidentale: «Ciò che chiediamo è la libertà di scegliere fra lavorare e non lavorare». Le condizioni della società sovietica, le difficoltà di venire a capo del bilancio familiare, impongono infatti che la donna lavori, anche se ha figli che vorrebbe personalmente accudire. Nasce di qui, un paio di anni fa, una rivista che circola sotto la specie, ormai tradizionale, del «Samizdat» La donna e la Russia: « Vi si parla di un problema nascosto da sessanta anni: Il Samizdat non tarda a interessare il Kgb: minacce, diffide, infine per la Sokolova un'alternativa di rito: o si leva dai piedi o c'è l'incriminazione per attività antisovietica. Lei sceglie l'esilio, e eccola invitare il mondo a prendere atto del problema specifico della donna russa: 'Non vogliamo andare a spasso nel cosmo, vogliamo occuparci dei nostri figli». Quanto a Miguel Angel Estrella, avrebbe da raccontare carcere e torture. Ma non lo fa, preferisce inquadrare il dramma latino-americano nella sua multinazionale complessità. Lui appartiene al movimento peronista. Ma non è nella natia Argentina ma nell'Uruguay che viene, arrestato e torturato. Gli manca infatti un documento indispensabile per ogni straniero che voglia lavorare a Montevideo: lo chiamano «certificato di fede democratica». Per di più, è sospettato di collusione con i Montoneros. Due anni e mezzo d'inferno, poi l'azione di Amnesty coronata dal successo: Estrella recuperato alla libertà. Cosi, adesso, può raccontarci i connotati sanguinosi del dramma. Oli scomparsi, le madri della Plaza de Mayo, l'intreccio internazionale del problema, ora aggravato, sottolinea, dal fatto nuovo dell'amministrazione Reagan, salutata con entusiasmo dalle dittature sudamericane. Un fatto nuovo che, al contrario, la Sokolova giudica positivo: «Coi regime del mio Paese si può parlare soltanto da posizioni di forza* "Dalle mie parti — dice Estrella — l'etichetta di "sovversivo" copre la democrazia, l'azione della chiesa, l'azione di Ammsty e dell'Unesco». Una volta gli hanno impedito di eseguire il «Concerto per la mano sinistra» di RaveL Un titolo sovversivo, gli hanno spiegato. a> v>

Persone citate: Miguel Angel, Sofia Sokolova, Sokolova

Luoghi citati: Argentina, Milano, Montevideo, Russia, Uruguay