Oggi tocca agli anestesisti lunedi ai medici di famiglia di Galliano Fantini
Oggi tocca agli anestesisti lunedi ai medici di famiglia Ma forse l'agitazione sarà revocata Oggi tocca agli anestesisti lunedi ai medici di famiglia Ieri si sono fermate tutte le attività chirurgiche, lo stesso accadrà stamane - Soliti disagi per i malati, nessun grave episodio Erano partiti per primi i medici di famiglia; li avevano seguiti a ruota gli ospedalieri con lo sciopero bianco e con quello a scacchiera, che si conclude oggi; si erano inseriti, per due giorni, gli specialisti ambulatoriali delle Unità sanitarie locali. Lunedi prossimo, per non perdere la corsa, i medici di famiglia sospenderanno, di nuovo, l'assistenza gratuita. A meno che, come lasciava sperare una notizia di stanotte, l'agitazione era revocata. Come si vede, le nubi, che si erano già addensate sul funzionamento dell'intero sistema sanitario, continuano ad accumularsi sempre più minacciose. Se il ministro della Sanità, Aniasi, non riuscirà a concludere in fretta le tratta¬ tive in corso, gli ospedali, tra poco, saranno veramente nel caos. 'Esistiamo anche noi — dicono i medici — non soltanto i metalmeccanici, gli edili, o i chimici; prima o poi il governo dovrà accorgersene». Per ora se ne accorgono soltanto gli ammalati: protestano perché le operazioni sono sospese e rinviate a tempo da stabilirsi; perché non possono fare le analisi; perché gli esami urgenti ritardano troppo, talvolta anche di 24 ore. Protestano anche quelli che non possono essere ricoverati «perché non c'è posto» ; protestano quelli «piii fortunati», che sono parcheggiati sulle barelle nei corridoi e nelle corsie, pieni sino all'inverosimile. I continui rinvìi dei ricoveri. degli esami, degli interventi, delle dimissioni, hanno creato e continuano a creare gravi problemi a tutti: agli ammalati, ai loro familiari, agli infermieri e alle strutture ospedaliere, già piuttosto deficitarie nei periodi normali, che vengono travolte da queste ondate successive di scioperi. Mercoledì era di turno la medicina; ma, all'improvviso, gli anestesisti e i rianimatori dell'associazione autonoma — che rappresenta ì quattro quinti della categoria — hanno incrociato le braccia: di conseguenza, altre operazioni rinviate. Ieri c'è stata la sospensione di tutte le attività chirurgiche: oggi, quella degli anestesisti non autonomi, che comporterà, ovviamente, un secondo blocco degli interventi chirurgici. Dei gravi disagi degli ammalati, nessuno si preoccupa: nessuno vuol assumersene la responsabilità, che rimbalza dal governo agli scioperanti e viceversa. Lunedi i medici di famìglia sospenderanno l'assistenza gratuita e si faranno pagare le visite secondo le tariffe libero-professionali, le stesse che avevano già praticato durante il primo sciopero. Ne conseguirà un maggior afflusso di ammalati, che non possono pagare le 15 o 20 mila lire, nei vari pronto soccorso, nei reparti, cioè, che finora hanno dovuto sopportare il maggior peso delle agitazioni. Con queste aumentate esigenze, come si potrà far fronte all'enorme cumulo di lavoro arretrato, senza giungere alla paralisi totale dei servizi ospedalieri? Dice il dott. Vogliolo, direttore sanitario delle Molinette: «Visto l'accavallarsi degli scioperi, che si protraggono dai primi di febbraio, è difficile, per non dire impossibile, fare delle previsioni. Il periodo degli scioperi articolati dovrebbe chiudersi con quello degli anestesisti. Il nuovo calendario delle agitazioni non c'è ancora. Speriamo negli incontri al Ministero; è nei desideri di tutti i medici che si raggiunga al più presto un compromesso». E' inutile aggiungere che, più di tutti, lo desiderano gli ammalati. Galliano Fantini
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