Nessun testimone ha riconosciuto i quattro aggressori dello stadio di Alvaro Gili

Nessun testimone ha riconosciuto i quattro aggressori dello stadio Confronto in carcere alla presenza del sostituto procuratore Nessun testimone ha riconosciuto i quattro aggressori dello stadio Il fratello del tifoso accoltellato: «Non è stato Mustafà a colpirlo» - Stesse risposte per gli altri tre accusati di rissa - Il giovane è stato dimesso ieri dall'ospedale Mauriziano .Non è stato lui a colpire mio fratello. Escludo che fosse tra coloro che ci hanno aggredito». Per Massimo Lentini non ci sono dubbi: non è stato Aldo Minniti, detto «Mustafà», ad accoltellare il fratello Corrado allo stadio il 1" marzo. Si è concluso così ieri sera il confronto, in una saletta delle Nuove, tra il giovane romano e il tifoso torinese. Minniti, che era arrivato dalla cella teso e preoccupato, ha tirato un sospiro di sollievo, poi ha mormorato: .Ve lo avevo detto che non ero io. Sono innocente, per questo mi sono costituito». Poi ha aggiunto: .E' vero che mi sono spostato dalla curva Maratona alla Filadelfia, ma solo perché ho visto i tafferugli. Sono arrivato dopo il fatto». Al confronto, davanti al sostituto procuratore Russo, era presente il difensore Maria Grazia Siliquini. Resta l'interrogativo: chi è il «superteste» che ha fatto il nome di Minniti alla polizia, che ha detto di essersi trovato proprio vicino a «Mustafà» mentre estraeva il coltello dal giubbotto e colpiva alla schiena il diciottenne romano? La prossima settimana il misterioso testimone (dovrebbe essere uno della tifoseria più accesa, come Minniti) sarà messo a confronto con «Mustafà ». Il confronto di ieri è andato bene anche per gli altri tre tifosi, in carcere per rissa e favoreggiamento. Giovanni Crivello (difeso dall'avv. Gilardoni) è stato scagionato senza indecisioni da Massimo Lentini: .No, non c'era tra gli aggressori». Lo stesso per Giuseppe Caruso e Carlo Alberto Piana: il giovane romano non li ha riconosciuti, n, piet. ••Auguri, papà, oggi è la tua festa. Torno a casa, sei contento?'. .E' il regalo più bello», mormora l'uomo. Poi padre e figlio si stringono in un lungo abbraccio senza parole. Corrado Lentini. 18 anni, il tifoso romanista accoltellato alla schiena da un «ultras» al termine di Torino-Roma ha lasciato il Mauriziano dopo quasi tre settimane di degenza. Sono venuti a prenderlo il padre Giuseppe e il fratello maggiore. Massimo, militare nella Guardia di Finanza a Torino. Sono momenti di commozione, tutti e tre hanno gli occhi lucidi. E' proprio Massimo a ritrovare per primo il controllo. «Su, vestiti in fretta — dice al fratello — oggi abbiamo molto da fare.. Medici e infermieri partecipano alla festa: «Vai tranquillo, Corrado tutto si è concluso per il meglio. Devi solo fare un po' d'attenzione negli sforzi» si raccomanda un medico. .E attenzione anche agli ultras». scherza un infermiere. Corrado sorride: .Non sono tutti come quel pazzo, e racconta cento episodi di simpatia: .Tre ultras sono venuti a trovarmi, mi hanno regalato la loro maglia e mi hanno fatto socio onorario'. Lo rende orgoglioso anche la visita di molti juventini: .Ho un cassetto pieno di souvenirs, scudetti, bandiere, distintivi. Ho dato a tutti appuntamento per maggio. quando ci sarà Juventus-Ro- <■■<■■■■■■ ninni i MiiiMiiiiiiii ma: è l'occasione per dimenticare quell'avventura'. Massimo, al ricordo, si rabbuia, un brivido attraversa il suo sguardo: .E'stato terribile. Corrado è caduto, mi sono chinato su di lui e mi sonoritrovato con le mani sporche di sangue, mentre decine di persone urlavano attorno a noi. Ho avuto paura, ho tirato fuori la pistola e la tessera di riconoscimento. Per fortuna un santo mi ha aiutato a tenere i nervi saldi». Il padre lo guarda e gli batte una mano sulle spalle. Allenatore degli atleti della Finanza, è orgoglioso dei suoi ragazzi: .Ho passato giorni d'inferno, ma ora si torna a casa: è bello poterlo dire'. E poi un richiamo che non riesce ad essere brusco: .Tu, Massimo, torni agli allenamenti con il giavellotto, e tu, Corrado, sui libri». Corrado sorride. Alza una mano a salutare medici e personale del settimo padiglione: .Sono stati tutti molto buoni con me, il prof. Benedetto e tutti quelli che si sono prodigati per curarmi'. La violenza di quel pomeriggio di paura è lontana. Restano la cordialità e le cento mani che Corrado stringe, augurando a tanti malati di lasciare presto, anche loro, l'ospedale. Ma soprattutto di trovare, come lui, tanti amici e tanta simpatia. Alvaro Gili unni iiiiitiiiiiiiii intuì Corrado Lentini, con il fratello Massimo, lascia l'ospedale

Luoghi citati: Filadelfia, Roma, Torino