Banditi spavaldi assaltano un'oreficeria «Vediamo se avete il coraggio d'uccidere»

Banditi spavaldi assaltano un'oreficeria «Vediamo se avete il coraggio d'uccidere» In via Barletta, ore 10,40: entrati con la scusa della «Festa del papà» Banditi spavaldi assaltano un'oreficeria «Vediamo se avete il coraggio d'uccidere» La rapina è stata una provocatoria risposta alle denunce della categoria - Armati di pistola e di arroganza minacciano e legano i titolari - Venti minuti di terrore, bottino 200 milioni - Il questore accorre sul posto Non bastano le proteste degli orefici per scoraggiare, almeno temporaneamente, il dilagare di violenze e rapine. Alla categoria che chiede protezione la malavita ha risposto, proprio ieri mattina, con un nuovo assalto a mano armata in una gioielleria di via Barletta. Banditi beffardi, che hanno sfruttato il San Giuseppe, .festa del papà-, per celare le rivoltelle dietro un mazzo di fiori, provocando le vittime con arroganza: « Vediamo se gli orefici hanno ancora il coraggio di uccidere i ladri». Sul luogo della rapina, appena scattato l'allarme, è accorso di persona il questore Fa rie Ilo: dopo la serrata, la petizione a Pertini e le dichiarazioni fresche d'inchiostro su La Stampa, questa nuova sfida alla categoria non può essere lasciata cadere. Teatro dell'assalto, l'elegante negozio in via Barletta 47 di cui sono titolari i fratelli Giacomo e Remo Lazzari, 35 e 46 anni. Il primo è intento a riordinare il bancone, il secondo sta parlando al telefono nella sala rialzata sul fondo del locale quando — verso le 10.40 — un giovane elegante, sui 25 anni, suona alla porta. E' solo, non desta allarme. Entra tranquillamente ma riesce a lasciare la porta accostata, domanda cortese: .Avete una bella catena d'oro? E' per mio padre: oggi vorrei proprio fargli un bel regalo». Dal soppalco, Remo Lazzari lo tiene d'occhio, continuando la conversazione al telefono, mentre il fratello Giacomo estrae dalla cassaforte il cassetto degli oggetti d'oro. Il finto cliente sceglie la collana più bella, l'orefice si volta ancora per pesarla. In quell'istante il giovane alle sue spalle estrae una pistola a tamburo e gliela punta al collo, mentre dalla porta accostata entra fulmineo un complice sui 40 anni, con in pugno un mazzo di rose dietro cui occhieggia la seconda rivoltella. Giacomo Lazzari urla con tutto il fiato che ha, sperando che l'interlocutore telefonico del fratello intuisca la rapina. Ed ecco il tono del primo ban¬ dito mutare bruscamente: «Giù quel maledetto ricevitore. Chiudi, chiudi o ti uccido». Dall'altro capo del filo non capiscono il motivo della brusca interruzione, e nessuno dà l'allarme, mentre i gioiellieri vengono legati, sospinti nel retro e costretti in ginocchio, faccia al muro. Pochi minuti più tardi, neppure l'arrivo imprevisto di un anziano .tuttofare» che sbriga le commissioni per i fratelli Lazzari. Amedeo Arnè, 70 anni, riesce a scombussolare i piani dei banditi. Lo affronta sulla porta quello delle rose, alto, brizzolato con un berretto in testa: «Stiamo effettuando delle riparazioni, torni più tardi» gli dice brusco, richiudendo la porta. L'anziano pensionato non capisce, chiede: .Dove sono i Lazzari?», poi tenta di passa¬ re dal retro, ma trova l'uscio sbarrato, e non s'accorge degli orefici legati, in ginocchio, che cercano di attirare la sua attenzione. Si allontana senza sospetti, mentre i banditi continuano ad arraffare con calma dalla cassaforte bracciali e collane, scegliendo con cura oggetti che si possano fondere e trascurando gli anelli con pietre preziose. Ogni tanto, per tenere a bada le vittime, ecco gli insulti e la sfida ripetuta: .Non muovetevi o vi stendiamo. Orefici bastardi, sparate ora: vediamo se avete ancora il coraggio di uccidere i ladri». Venti minuti di paura. 200 milioni di bottino. Esce prima il più anziano, che fatica un po' a trovare il pulsante elettrico della serratura, poi lo segue il complice che ha tenuto d'occhio i titolari. Mentre i banditi salgono su una .128» blu guidata da un terzo complice. Remo Lazzari si slega con la forza della disperazione e balza fuori dal negozio pistola in pugno: ma il traffico verso Santa Rita è intenso, la strada affolata, e l'orefice rinuncia ad una sparatoria che potrebbe coinvolgere innocenti. La gente che accorre è testimone del suo sfogo amaro: .Maledetti, loro e chi compra la refurtiva. Anche se è gente che fa il nostro mestiere.. di orefici Giacomo e Remo Lazzari: venti minuti di terrore

Persone citate: Giacomo Lazzari, Lazzari, Pertini, Remo Lazzari