Nuova eruzione (è l'ottava) dell'Etna un torrente di fuoco assedia Randazzo

Nuova eruzione (è l'ottava) dell'Etna un torrente di fuoco assedia Randazzo La notte più terribile vissuta dalla gente da un secolo a questa parte Nuova eruzione (è l'ottava) dell'Etna un torrente di fuoco assedia Randazzo DAL NOSTRO CORRISPONDENTE CATANIA — E' accaduto quello che i vulcanologi temevano: un'altra bocca eruttiva — l'ottava in tre giorni — si è aperta sul versante settentrionale dell'Etna, all'altezza di 1100 metri: così Randazzo, il paese di 13.000 abitanti maggiormente minacciato dall'eruzione, si è venuto a trovare quasi al centro di una rete di colate che la circondano a ferro di cavallo. L'apertura di voragini a quote relativamente basse è sempre molto pericolosa. Le antiche catastrofiche eruzioni dell'Etna (compresa quella del 1669, quando la lava seppellì parzialmente Catania e avanzò nel mare per circa un chilometro) sono quasi tutte legate al formarsi di nuove bocche sulla parte inferiore dei versanti del vulcano. Il fatto spiega la preoccupazione degli studiosi e degli stessi abitanti di Randazzo quando mercoledì scorso, poco prima di mezzanotte, mentre ancora attorno al paese scorreva lava proveniente da crateri d'alta quota, si formava la nuova voragine dalla quale il magma comincia\a a sgorgare con inaudita potenza incanalandosi subito verso il centro abitato. Per gli abitanti di Randazzo è stata un'altra notte di terrore, forse la più terribile da cent'anni a questa parte. Il fronte della nuova colata, largo alcune centinaia di metri e alto non meno di tre, avanzava rapidamente crepitando, distruggendo decine di case di campagna (risparmiate dagli altri torrenti di fuoco, bruciando villini, linee elettriche e telefoniche, e campi coltivati di quella che è considerata una delle più ubertose zone della Sicilia orientale. Ogni tanto l'eco di uno scoppio avvertiva che era esploso un pozzo. Per tutta la notte, incuranti d 1 freddo (e della neve che a un certo punto ha cominciato a fioccare), gli abitanti hanno assistito, col cuore stretto dall'angoscia e dalla disperazione, allo scempio che la colata stava facendo nei campi circostanti. Molti piangevano; erano i proprietari delle casette e dei poderi raggiunti e seppelliti dalla lava, povera gente che in pochi secondi ha perduto tutto ciò che possedeva. Il pianto delle donne e dei vecchi si incrociava con quello dei bambini impauriti e infreddoliti, inutilmente confortati dalle madri e dai soldati della divisione Aosta che si trovano in paese pronti a trasferire altrove la popolazione e le loro suppellettili. L'alba ha ritrovato Randazzo sotto una grande nuvola di cenere ma ancora intatta, salva. La colata, infatti, strada facendo aveva rallentato, segno che non veniva più ben alimentata dalla bocca apertasi la sera precedente. Adesso il fronte lavico avanza debolmente, percorre circa un metro e mezzo l'ora, e si può cominciare a sperare che non toccherà mai il paese distante ancora un paio di chilometri. Questo ottimismo è condiviso anche dagli studiosi dell'Istituto di scienze della Ter¬ ra i quali seguono l'andamento dell'eruzione cercando anche di interpretare i dati forniti dalla rete di sismografi sistemati in varie zone del vulcano. L'attività sismica che ha accompagnato l'eruzione è notevolmente diminuita nelle ultime ore. Secondo il geofisico Mario Cosentino, dell'Università di Catania, questo significava che il magma ha ormai trovato uno sbocco all'esterno e non ci sono più tensioni sotto la superficie del vulcano: di conseguenza non dovrebbero più aprirsi altre fenditure. Anche altri bracci lavici che fino all'altro ieri minacciavano da vicino Randazzo e la frazione di Monte La Guardia, hanno rallentato fino a fermarsi. Malgrado ciò, parte della popolazione non ha retto alla paura e ieri ha abbandonato il paese. Non è invece scongiurato l'impatto, paventato da due giorni, tra un braccio di lava ancora abbastanza alimenta¬ to e l'Alcantara. La colata ha allargato il suo fronte mentre si trovava a un centinaio di metri dal letto del fiume rallentando la corsa; poi. grazie alla particolare orografia, invece di gettarsi nel fiume ha deviato e adesso scende a valle costeggiando l'argine destro. Si spera che anche questo torrente di fuoco, come hanno finora fatto gli altri,.rallenti ulteriormente fino a fermarsi. Se, invece, deviasse nuovamente sbarrando l'Alcantara, causerebbe esplosioni, inondazioni, l'interruzione di energia elettrica e dell'approvvigionamento idrico. Ma la speranza più immediata, specie per gli abitanti di Randazzo. è che non si registrano nuove crepe eruttive sul fianco della montagna, che il paese non venga più minacciato da vicino dal fuoco e che della «notte di terrore» vissuta resti soltanto il ricordo. Franco Sampognaro

Persone citate: Alcantara, Franco Sampognaro, La Guardia, Mario Cosentino, Randazzo

Luoghi citati: Aosta, Catania, Randazzo, Sicilia