Dall'Etna infuriato la lava piomba sulla ferrovia e in mezzo a un fiume

Dall'Etna infuriato la lava piomba sulla ferrovia e in mezzo a un fiume Di ora in ora, la grande paura dilaga fra tutti i paesini del vulcano Dall'Etna infuriato la lava piomba sulla ferrovia e in mezzo a un fiume Il torrente incandescente blocca la linea Randazzo-Linguaglossa; un ramo minaccia di finire nell'Alcantara che alimenta una centrale elettrica - Crolli di case, vigneti distrutti DAL NOSTRO CORRISPONDENTE CATANIA — La grande paura dell'eruzione continua a pesare sulle popolazioni dell'Etna. La lava ha risparmiato all'ultimo momento un villaggio di 250 abitanti, Monte La Guardia, che sembrava ormai condannato a essere investito dal torrente di fuoco. Ha risparmiato, almeno finora. Randazzo, paese di 13.000 abitanti che sono stati in procinto di abbandonare le loro case e tiasferirsi altrove. Ma un braccio di magma incandescente, largo alcune centinaia di metri, punta deciso verso l'Alcantara, in una zona in cui il fiume, famoso per le sue gole, scorre in una rigogliosa vallata prima di gettarsi nello Ionio. Gli studiosi dell'Istituto delle scienze della terra dell'Università di Catania non nascondono la loro preoccupazione per ciò che potrebbe accadere quando la lava sbarrerà il fiume dal quale dista poche centinaia di metri. Possono avvenire esplosioni anche violente. La vallata potrebbe trasformarsi in un bacino chiuso; l'acqua, straripando, allagherebbe la zona investendo coltivazioni, villaggi, bestiame. Senza contare che. poiché l'Alcantara alimenta una centrale elettrica, se il fiume deviasse il suo corso verrebbe a mancare la luce in quasi tutti i paesi del versante settentrionale. Ma al di là delle previsioni sull'andamento dell'attuale fenomeno eruttivo e sulle conseguenze che ne deriveranno, restano gli enormi danni finora causati dai torrenti di fuoco sgorgati dalla voragine apertasi martedì sera a quota 1700 metri. Decine di ettari di frutteti sono andati completamente distrutti: case coloniche e villini sono stati inghiottiti dal magma. La colata ha coperto circa 600 metri della ferrovia circumetnea interrompendola tra le stazioni di Randazzo e Passo Pisciaro. La lava ha invaso, sia pure per breve tratto, anche la massicciata della linea ferroviaria dello Stato che collega Randazzo con Giardini. La provinciale Randazzo-Linguaglossa (lunga 15 km) è stata «tagliata» in più punti dal fronte lavico, che nella sua rapida avanzata ha anche di¬ strutto numerosi pali della rete elettrica, sicché Randazzo è rimasta al buio proprio mentre la popolazione, impaurita, osservava la lava ormai vicina avanzare minacciosa. L'eruzione è cominciata alle 13,30 di martedì, preceduta e accompagnata da alcune centinaia di scosse sismiche, quasi tutte di lieve entità, che però sono valse a spaventare le popolazioni e a causare qualche crollo. Una dopo l'altra, sul versante Nord, da quota 2500 in giù, si sono aperte spaccature larghe centinaia di metri dalle quali il magma ha cominciato a sgorgare copiosamente. Si trattava di una fase assolutamente senza pericoli, poiché la lava avanzava in una zona deserta e priva di colture, lontana dalle zone abitate. Ma in serata la situazione prendeva una piega diversa. Da un'altra frattura, apertasi a 1500 metri (erano secoli che ciò non accadeva a quota cosi bassa), cominciava a fuoriuscire un fiume di lava velocissimo, il cui fronte, largo 2 km, avanzava alla spaventosa velocità di 600 metri all'ora. In poche ore la tremenda colata distruggeva boschi, frutteti, case. A tarda sera la colata si divideva in due bracci, che, a velocità ridotta, puntavano su Monte La Guardia e Randazzo. Per tutta la notte si è temuto che i due centri fossero ormai destinati a restare inceneriti. Reparti dell'esercito, dei vigili del fuoco, carabinieri e agenti di polizia affluiti sul posto sono rimasti in allarme, pronti a far sgomberare i paesi e a trasportare altrove gli abitanti e le loro suppellettili. Per fortuna la colata diretta verso la frazione all'ultimo momento ha deviato, risparmiando il minuscolo centro; quella che punta su Randazzo, invece, ha rallentato fermandosi quasi alle porte del paese. Randazzo. finora, è salva. Ma la grande paura non è finita. La gente vive con l'animo sospeso, teme che altre voragini si aprano, e altra lava fuoriesca. «Non avevamo visto mai l'Etna cosi furente — dicono i vecchi — né la lava cosi veloce e traditrice come adesso». Franco Sampognaro

Luoghi citati: Catania, Randazzo