Il figlio di Torregiani «Forse è stato mio padre che m'ha ferito sparando»
Il figlio di Torregiani «Forse è stato mio padre che m'ha ferito sparando» Il figlio di Torregiani «Forse è stato mio padre che m'ha ferito sparando» MILANO — 'Credo di essere stato colpito da mio padre... Non ho visto, gli giravo le spalle quando lui ha estratto la pistola per difendersi». Cosi si è espresso Alberto Torregiani, 14 anni, figlio dell'orefice Pier Luigi Torregiani, ucciso in via Mercantini, il 16 febbraio 1979, da un gruppo di proletari armati per il comunismo, con i giudici della prima corte d'assise di Milano che lo interrogavano. Per l'occasione, la corte si è spostata dall'aula del palazzo di giustizia di Milano alla clinica «Villa Beretta», di Costamasnaga, nei pressi di Lecco, dove il ragazzo è ricoverato, in seguito alle ferite alla spina dorsale riportate nella tragica sparatoria che costò la vita all'orefice. E' la prima volta che Alberto Torregiani ipotizza apertamente di essere stato ferito dal padre e non dai killers: solo, non è chiaro se il ragazzo sia realmente convinto di quanto afferma oppure sia rimasto «intimilito» dalle continue e pesanti minacce cui, da tempo, sono sottoposti i familiari dell'orefice ucciso. Alberto Torregiani ha poi detto di non ricordare alcuni dei particolari di quel pomeriggio, tuttavia ha precisato: «no visto solo uno degli assassini di mio padre: era alto, snello, ben vestito, aveva i capelli neri ondulati e i baffi». Dopo gli spari, il ragazzo vide due o tre persone scappare; ha detto però di non sapere se fossero o meno i killers che avevano sparato al padre. Rispondendo ad una domanda del presidente Salvini, Alberto Torregiani ha detto di non aver notato, quel giorno, una «volante» dietro l'auto di papà. 'Qualche volta la vedevo — ha precisato —ma quel giorno non c'era». Il processo riprenderà regolarmente in aula, stamane, per l'audizione di altri testi.
Persone citate: Alberto Torregiani, Beretta, Pier Luigi Torregiani, Salvini, Torregiani
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