Nella battaglia del bilinguismo passa il futuro della Sardegna di Liliana Madeo

Nella battaglia del bilinguismo passa il futuro della Sardegna L'assemblea regionale discute la legge d'iniziativa popolare Nella battaglia del bilinguismo passa il futuro della Sardegna Il movimento in difesa della lingua isolana raccoglie consensi sempre più ampi (ma, dicono, «non è separatismo») - È sostenuto da radicali, partito sardo d'azione e psi - Il dibattito tra i partiti può rompere delicati equilibri politici DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE SASSARI — Il vento del bilinguismo s'è messo a soffiare con forza. A volte assume anche aspetti paradossali. Partiti, movimenti d'opinione, organizzazioni sindacali, mezzi di comunicazione di massa, volenti o nolenti, ne sono contagiati. E i margini di tempo entro cui dare una risposta alla «questione della lingua», cosi come si è configurata di recente in Sardegna, si vanno sempre più restringendo. Da tutte le parti dell'isola — ma in particolare dal Nord e dall'interno, dalle aree contadine e della nuova borghesia — si è fatta pressante e tumultuosa la richiesta che al sardo vengano riconosciute dignità e autonomia di lingua. Per molti, poi, intorno al problema si raccolgono tutta una serie di altre tematiche: la ricerca di identità del popolo sardo, il recupero della «memoria storica» in cui rintracciare una più compiuta immagine di sé, la valorizzazione della cultura popolare nel quadro della cultura nazionale, l'esigenza di un diverso rapporto con le istituzioni, il progetto di una crescita globale — culturale e politica — dell'intera collettività. I segni di questa richiesta sono tutt'altro che sparsi e disorganici, né danno l'idea di una fissazione di alcuni maniaci o di sofisticati intellettuali. Appartengono alla storia gli annunci in catalano dati all'aeroporto di Alghero (dove la componente catalana è preminente nella lingua locale), le lezioni all'università di Sassari del prof. Bainzu Piliu che spiega chimica in sardo, la segnaletica stradale (con accanto, e non viceversa, la scritta italiana) a Bauladu in provincia di Oristano, la vertenza giudiziaria che ha visto alla fine assolto il sindaco di questa cittadina — Italo Ortu — incriminato per aver prestato giuramento in lingua sarda, la circolare del provveditore agli studi di Sassari a presidi e direttori didattici invitandoli a «volersi astenere da assumere iniziative» di tipo sperimentale in sardo nelle scuole, e le animate reazioni che ne sono seguite. Ci fu un'interrogazione parlamentare dell'on. Arluccio Carta, de. Protestarono alunni e insegnanti. •Vogliamo studiare l'italiano come l'inglese, il francese, la storia, e anche il sardo: hanno scritto al provveditore le mie alunne* racconta Federico Francione, un giovane insegnante di lettere alla scuola media di Uri in provincia di Sassari, e che il sardo — avendolo lui potuto apprendere solo da adulto — adesso lo perfeziona e lo parla con le sue allieve, ne fa materia di studio oltre che mezzo di comunicazione per le «ricerche in campo» sulla realtà locale e per le animazioni teatrali che promuove coinvolgendo anche le famiglie, e che porta poi in piazza. Fatti del genere non si contano più. Ecco, di recente, la decisione (undici voti contro uno) del consiglio comunale di Ollolai di redigere le proprie deliberazioni in italiano e sardo. La sezione del partito sardo d'azione di Alghero che ha denunciato di sentirsi minoranza discriminata (rispetto alla maggioranza catalana della città). L'intenzione del socialista Sebastiano Dessanay di fondare un partito socialista sardo, federato al psi. Il progetto di un'agenzia stampa bilingue. I telegiornali in sardo. Le emittenti libere che ignorano completamente l'italiano. Il successo di una televisione privata che manda in onda i western americani doppiati in sardo. E ancora: l'ordine del giorno del consiglio provinciale di Oristano che s'impegna all'unanimità a 'far nascere istituzioni che abbiano quale sco¬ po principale la conservazione e la tutela del patrimonio linguistica-culturale del popolo sardo*. Il gran lavoro della «S'Iscola Sarda» che insegna il sardo agli insegnanti e negli ultimi sette anni ne ha «diplomati» oltre tremila: animatore è quel Gian Piero Mai-ras che anni fa ebbe alcuni guai in un tribunale di Genova per non essersi voluto esprimere in italiano e che di recente, circa la possibilità di parlare in sardo al consiglio regionale, ha detto: «Se c'è chi non capisce, che si istituiscano traduttori simultanei'. La crescita di questo radicalismo linguistico, con il coinvolgimento di persone che per formazione politica a tutt'altro genere di temi avevano sempre dedicato la propria attenzione, è fenomeno che nessuno più ignora o sottovaluta. Il dibattito sulle radici e le prospettive del problema è acceso. Uno dei primi interrogativi che esso solleva se radicalismo linguistico e separatismo siano la stessa cosa o almeno convergano verso obiettivi comuni — è per tutti chiaro. -Sono due cose completamente diverse*, viene riconosciuto. Ma per l'attuale assetto politico la partita che si sta giocando è diventata assai rischiosa. Entro marzo il consiglio regionale deve pronunciarsi sulla proposta di legge di iniziativa popolare, la prima del genere in Sardegna, che postula anche il traguardo più avanzato: un bilinguismo perfetto, con totale equiparazione di italiano e sardo negli atti pubblici e privati, nelle scuole e nei posti di lavoro, nei provvedimenti dei magistrati. La raccolta delle firme avvenne nel '78. Si raccolsero 15 mila adesioni, ne bastavano 10 mila. La proposta, 'Tutela della minoranza linguistica sarda In applicazione dell'art. 6 della Costituzione della Repubblica», fu patrocinata da gruppi «nazionalitari» e da alcune riviste bilingui. Il disegno fu presentato il 13 luglio di quell'anno. E' rimasto nei cassetti fino ad ora (proprio ieri l'Assemblea ha deciso di affrontare la discussione in aula). Nell'80 erano stati presentati altri due provvedimenti sulla materia, uno de, uno pei. La baruffa adesso è sul testo d'iniziativa popolare. Lo sostengono il partito radicale sardo, il partito sardo d'azione, il partito socialista (sia pure in maniera più sfumata). Contrari gli altri. De e pei hanno posizioni molto complesse sul tema, ed esprimono non poche contraddizioni al loro interno stesso. Il rischio è che si spezzi l'attuale giunta di sinistra, frutto di faticati accordi e oggetto di tante speranze per il futuro dell'isola. 'La legge sul bilinguismo ha un suo merito: farà cadere questa giunta», è la battuta più cattiva che circola a Sassari, pronunciata da un ostinato oppositore al governo con il pei. Liliana Madeo

Persone citate: Arluccio Carta, Federico Francione, Gian Piero Mai-ras, Italo Ortu, Sebastiano Dessanay