C'è una «mamma meccanica» però non partorisce ancora di Franco Giliberto
C'è una «mamma meccanica» però non partorisce ancora Esperimento fantabiologico al S. Anna di Torino C'è una «mamma meccanica» però non partorisce ancora L'apparecchiatura dovrebbe continuare la gravidanza fuori dal grembo naturale - Le prove, per il momento, non hanno dato risultati apprezzabili - Clamore e polemiche sono nati sull'iniziativa TORINO — Verrà mai il giorno in cui una macchina partorirà un figlio? La mamma fatta d'acciaio, bulloni, termostati e piccole pompe idrauliche vedrà mai nascere un bambino dalle proprie viscere metalliche? Sulla scia d'una notizia lanciata da un'agenzia di stampa, ieri questa fantabiologica ipotesi aveva preso per qualche ora consistenza. Ma dopo la prima scettica curiosità, l'annuncio ha provocato clamore, alcune polemiche, un drastico ridimensionamento. E' vero: c'è chi ha costruito e ha adoperato la 'mamma meccanica», ma quell'apparecchiatura non è in grado di provocar vagiti, soltanto qualche ronzio elettrico. La vicenda riguarda l'ospizio ostetrico ginecologico Sant'Anna di Torino. Qui due équipes di medici, circa un anno fa, avevano predisposto il prototipo d'un apparecchio che — su basi teoriche presumibilmente razionali — avrebbe dovuto costituire una sorta di presidio rianimatore per feti ad alta immaturità. L'idea era stata del prof. Pier Giorgio Data, direttore dell'Istituto di Fisiologia umana all'Università di Chieti e direttore della Scuola di medicina subacquea iperbarica. Grande come un paio di incubatrici, la 'mamma meccanica' è costituita — ma si tratta d'una descrizione sommaria — da un contenitore di liquido gelatinoso, immerso in una vaschetta d'acqua tiepida a temperatura costante, e da una strumentazione che a grandi linee può essere paragonata a una macchina cuore-polmone, con un «terminale» che si potrebbe definire cordone ombelicale artificiale. Nel contenitore gelatinoso, secondo i programmi delle équipes mediche impegnate in quest'attività sperimentale, si doveva tentare di far sopravvivere — immergendoveli — quei feti provenienti da donne che avessero avuto aborti spontanei. Gli esperimenti, una dozzi¬ na, sono stati compiuti. La sopravvivenza dei feti immersi nella gelatìna è stata irrilevante: poche ore. Incanniate all'ombelico e nutrite dalla 'mamma-macchina» che «pensava» a ricevere il sangue sporco, a ossigenarlo e a restituirlo arricchito di nutrimento, le piccole creature tratte dal vero grembo materno non hanno avuto che un piccolo supplemento d'esistenza. Dunque, esperienza fallita? 'Esperienza da continuare — ci ha detto il prof. Pier Giorgio Data — perché è appena agli inizi, ma non per questo dev'essere abbandonata di fronte alle tante, ovvie difficoltà che abbiamo incontrato. Lo scopo, va ripetuto, è quello di tentare una rianimazione in feti ad alta immaturità, quelli di quattro-cinque mesi, e che comunque mai abbiano superato il "crinale" delle ventotto settimane nel grembo materno». Un po' meno lieto della divulgazione della notizia, invece, è stato il prof. Claudio Morra, del Sant'Anna, che con il collega di Chieti ha diviso l'esperienza della «mamma meccanica» fin dall'inizio. 'Qualsiasi cosa si dica ora — ha commentato Morra — è prematuro. Si sta facendo un gran polverone su cose che sono soltanto ipotesi di lavoro. E' tutto di là da venire. Abbiamo avuto un'idea, suggestiva fin che si vuole e che potrebbe essere interessante se riusciremo a realizzarla. Ma siamo agli inizi. Potremo parlare di qualche cosa di concreto forse fra un anno, forse fra due, forse mai». Il prof. Pier Nicola Siliquini, direttore sanitario del Sant'Anna ed egli stesso primario ostetrico-ginecologo (ha collaborato all'attività clinica della 'mamma meccanica» con Data e Morra) aggiunge a scanso di equivoci che la sperimentazione è avvenuta su feti con accertata •sopravvivenza zero», grazie al consenso delle madri e dopo aver ottenuto il placet del medico legale e di altre autorità sanitarie. Pare che l'esperienza, prima dell'avvio, fosse stata resa nota nei suoi motivi ispiratori sia all'assessorato regionale della Sanità, sia al ministero competente. Franco Giliberto
Persone citate: Claudio Morra, Data, Morra, Pier Giorgio, Pier Giorgio Data, Pier Nicola Siliquini
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