Quel che può fare Pertini di Giuseppe Guarino

Quel che può fare Pertini Quel che può fare Pertini L'esperto di problemi costituzionali Giuseppe Guarino inizia con questo articolo la sua collaborazione a La Stampa. Può il Presidente della Repubblica italiana far dire a Reagan che stia attento a non innescare un nuovo Vietnam con il Salvador? Può dire il Presidente che i sovietici si sono comportati male nei confronti di Pajetta? Può il Presidente, dopo essersi recato tra i primissimi nelle zone del terremoto, manifestare la sua angoscia alla tv e chiamare in causa la tardi vita e la inefficienza dei primi soccorsi? Può, in una intervista a un giornalista straniero, divulgare una sua ipotesi sulle centrali estere del terrorismo? Può ancora il Presidente esporre le sue preoccupazioni per il terrorismo, la disoccupazione, la droga; l'insoddisfazione per la disfunzione degli ospedali; può avvertire la classe politica che non scioglierà per la seconda volta il Parlamento? Sì, lo può. E cercherò di spiegarlo. Pertini lo può. Vi sono alcune cose che il Presidente non può e non deve fare. Non deve fare propri giochi politici, non deve perseguire un suo indirizzo che contrasti con quello del Parlamento, non deve cercare di imporre un «suo» governo, non deve favorire qualcuna delle parti politiche in danno delle altre. Ma queste cose Pertini non le fa: il suo attaccamento alle istituzioni è fuori questione. E' stato eletto con i voti di un largo schieramento parlamentare. Più di qualsiasi altro Presidente, di quelli che lo hanno preceduto, si astiene dall'intrattenere rapporti con il partito al quale ha apparte- nuto, anche se è il partito al quale ha legato tutta la sua vita. In ciò è la ferma radice della sua forza. Né contrastano le sue dichiarazioni sullo scioglimento, perché la Costituzione ha voluto che lo scioglimento fosse un potere proprio e personale del Presidente: una chiara rivendicazione del potere e gli intendimenti in merito al suo esercizio fanno parte delle prerogative di cui il Presidente può avvalersi per influire sulla corretta dinamica dei rapporti tra gli organi costituzionali politici e sui loro delicati equilibri. Ma se il Presidente non può influire sugli indirizzi di governo, è consentito che egli «ascolti, veda e parli» senza preventivamente informare il governo? La nostra Costituzione è un saldo edificio, con ormai più di trent'anni di vita; ferme le norme, deve adattarsi al mutare delle situazioni. Il ruolo del Presidente ai tempi di Einaudi non è il ruolo del Presidente ai tempi di Pertini. La nostra vita politica ha poggiato sin qui su equilibri politici, che per trent'anni e più sono rimasti fondamentalmente stabili. Avvertiamo oggi, ed è un fenomeno che si avverte anche in altri Paesi, che qualche cosa sta cambiando. Si stanno ricercando e formando gli equilibri sui quali la vita politica e costituzionale potrà poggiare nei prossimi decenni. Ci troviamo in una fase delicata, di transizione. Ci sarebbe bisogno di maggiore mobilità negli schieramenti politici, di un più libero gioco delle parti. Viceversa la struttura dei partiti è rigida. La competizione è tesa. Il sistema è in un certo senso bloccato. Il Presidente cerca di interpretare ed esporre le opinioni, i bisogni dell'uomo comune. Anche il singolo cittadino può e deve farlo, ma non avrebbe la stessa autorità né vi sarebbe la stessa immediatezza di effetti. E che il Presidente intenda parlare per i cittadini è dimostrato dal fatto che egli accetta di poter sbagliare: ma sono proprio la franchezza e la sincerità ad attribuire forza a questo ruolo. E' un ruolo istituzionale, che ha giustificazione e quasi indispensabilità oggi, non cosi, probabilmente, in altro momento o fase costituzionale; che non è contro i partiti, ma in loro funzione, per richiamare la loro attenzione e stimolarli; e che è possibile solo perché nessuno dubita dell'onestà, della lealtà e dell'imparzialità dell "uomo Pertini. Ma c'è un altro elemento che concorre a definire l'attuale presidenza. Pertini è uno dei pochi grandi partecipi dei movimenti politici di questo secolo, che abbia autorità di governo. L'attaccamento alle istituzioni è fermo, la fiducia nella libertà personale e collettiva profonda. E' una voce morale, che può parlare con l'autorità della carica che riveste ai potenti del mondo. Non ha interessi propri, è al di sopra delle parti, ha una antica esperienza, ha combattuto, sofferto, con uno sguardo proiettato sul mondo. Questa specialissima condizione rafforza il suo ruolo all'interno e ne riceve insieme sostegno: perciò la presidenza Pertini è forse unica ed irripetibile. Giuseppe Guarino

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