Rapite per costringere il padre a rivelare segreti industriali?

Rapite per costringere il padre a rivelare segreti industriali? Roma: le due sorelline scomparse misteriosamente Rapite per costringere il padre a rivelare segreti industriali? È una delle tante ipotesi formulate dagli inquirenti - L'ing. Incardona è un esperto nel ramo elettronico - Se invece sono state sequestrate per denaro, l'uomo ha detto che venderà immediatamente la casa, tutto quello che possiede, per pagare il riscatto ROMA — «Jo non avanzo alcuna ipotesi. Non so più che cosa pensare. Spero soltanto, come tutti, che Silvia e Micol tornino a casa vive e al più presto» dice la signora Anna Barra Incardona, la madre delle due sorelline che giovedì sera sono sparite dalla loro casa di Formello e sembra che si siano volatilizzate. Il mistero continua a rimanere fitto. Fermi, pedinamenti, perlustrazioni, cani poliziotti, posti di blocco finora non hanno dato alcun risultato. Il padre delle due bambine, l'ing. Felice Incardona, dice a sua volta: -Non è che siamo rassegnati al sequestro. Ma a questo punto speriamo che si tratti di un rapimento a scopo di estorsione, perché ormai lo consideriamo il male minore. La mia non è una famiglia ricca, di quelle che possono permettersi di sborsare centinaia di milioni. La mia unica proprietà è la villa dove abito, su cui tra l'altro grava un mutuo ipotecario, e la mia unica entrata è lo stipendio di dirigente d'azienda. Bene, dite pure che sono disposto a vendere la casa e a dare tutto ciò che possiedo pur di rivedere le mie bambine. Io e mia moglie fino a questo momento siamo stati abbastanza forti, ma ormai non ce la facciamo più a sopportare questo silenzio interminabile. Se qualcuno le ha rapite e vuole i nostri soldi, almeno ce lo faccia sapere*. Queste le più recenti dichiarazioni dei genitori di Silvia e Micol, da giovedì nelle mani di ignoti. Si è pensato al bruto, alla fuga, al sequestro per estorsione. La seconda ipotesi è stata scartata per le modalità in cui la sparizione è avvenuta, per il clima di serenità, e collaborazione familiare che esisteva nella villa di Formello dove vivono gli Incardona, cosi come hanno raccontato sia i congiunti delle due ragazze, sia i conoscen- ti, sia le compagne di scuola di Micol e Silvia. Proprio per questi motivi, per esorcizzare il timore che un bruto abbia preso con sé le due sorelle, e non essendo la famiglia cosi ricca da giustificare la richiesta di un alto riscatto, alto come ormai è il livello standard delle richieste che vengono fatte dalle bande di sequestratori, e alto per i costi che comporta un'impresa complessa come il rapimento e la prigionia di due ostaggi contemporaneamente, per tutte queste ragioni un'altra ipotesi si sta facendo strada fra gli inquirenti: che le sorelline siano state rapite per sottoporre il padre a un infame ricatto, nel quadro di un torbido meccanismo di spionaggio industriale. L'ipotesi è stata indirettamente fornita dal padre di Silvia e Micol, quando ha sottolineato le limitate disponibilità della famiglia che non giustificherebbero il sequestro per estorsione, e quando ha detto che tutto il benessere della famiglia deriva dal suo lavoro. Lui è ingegnere elettronico. Attualmente lavora presso una società che si occupa di apparecchiature elettroniche, collegata con una multinazionale americana. Questa società vende apparecchiature a varie aziende. Una di queste è la Selenia, che rifornisce a sua volta paesi stranieri di radar, apparecchiature aerospaziali, sistemi missilistici. Alla Selenia, proprio poco tempo fa, venne scoperto un caso di spionaggio conclusosi con l'arresto di alcune persone. Prima ancora di lavorare in questa azienda, l'ing. Incardona ha operato, sempre come specialista ad alto livello, in altre società. I meccanismi di produzione e di scambio che riguardano il complesso sistema dell'elettronica, li ha conosciuti da vicino in diversi momenti e da varie angolazioni. Per una richiesta di informazioni industriali, di tipo spionistico, è un uomo su cui qualcuno potrebbe aver puntato il dito. Il sequestro delle figlie sarebbe — secondo questa pista all'esame degli inquirenti — il mezzo usato per ottenere dall'ing. Incardona queste informazioni. L'ipotesi sarebbe avvalorata da alcuni particolari relativi alla modalità del sequestro, emersi dall'ennesima ricostruzione di quei minuti vissuti nella villa di Formello senza che occhi estranei potessero registrare la scena. Le due sorelline sarebbero state attirate all'esterno senza violenza, come richiamate con cortesia e urgenza. Quando la madre rientrò, sabato sera, c'era la luce accesa in cucina, il televisore in funzione, il fuoco acceso sotto la minestra che cuoceva. Ancora: la porta che conduce al garage e da cui si accede anche al cancello di uscita, non è stata forzata. L'altro ingresso, una porta-finestra della cucina, poteva essere spalancata solo dall'interno. E neppure in questo caso c'è traccia di manomissione. Micol e Silvia Incardona, di 9 e 14 anni

Persone citate: Anna Barra, Felice Incardona, Incardona, Silvia Incardona

Luoghi citati: Formello, Roma