Soltanto in due ospedali i modici radiologi hanno dato priorità al diritto dei malati

Soltanto in due ospedali i modici radiologi hanno dato priorità al diritto dei malati Gravissimo disagio, quasi dappertutto, per la prima delle fermate «a scacchiera» dei singoli reparti di ricovero Soltanto in due ospedali i modici radiologi hanno dato priorità al diritto dei malati Il lavoro si è svolto normalmente, anche per smaltire il forte accumulo, alla Nuova Astanteria Martini e all'Istituto Maria Adelaide - Altrove gli esami ridotti alla metà (tranne alle Molinette dove suppliscono, per fortuna, gli istituti universitari che funzionano) - Oggi si fermano gli analisti - Bloccati, per il secondo giorno, tutti gli ambulatori specialistici delle Usi Dopo due giorni di pausa, nuova ondata di scioperi nel settore delle assistenze sanitarie. E' cominciata, con la protesta a scacchiera dei medici ospedalieri, quella di due giorni (ieri e oggi) degli specialisti ambulatoriali. MEDICI OSPEDALIERI — Il calendario dello sciopero prevede sospensioni del lavoro in tutti i reparti a cadenza giornaliera. Ieri si sono fermate le radiologie (oggi tocca ai laboratori di analisi, doma¬ ni alle divisioni mediche) con conseguente rallentamento forzato del lavoro negli altri settori. L'adesione è stata quasi totale, salvo alla Nuova Astanteria Martini (Nam) e al Maria Adelaide dove sono stati effettuati tutti gli esami radiologici richiesti, compresi quelli non urgenti. La nuova forma di agitazione è a metà strada tra lo sciopero bianco e quello totale e sembra destinata a durare nel tempo se non ci saranno improvvise svolte nelle trattative per l'aggiornamento del contratto di lavoro. Le premesse non sono buone (gli incontri con Amasi non hanno dato esito) e si fanno ipotesi di settimane prima che nelle corsie ritorni la normalità. .Come per le precedenti forme di protesta a pagare sono i malati che non hanno bisogno di esami urgenti. Infatti l'attività ordinaria degli ambulatori radiologici è stata sospesa per 24 ore ed ha funzionato esclusivamente per i ricoverati o per le emergenze. Volendo fare una stima si può calcolare che le prestazioni siano state ridotte di almeno il 50 per cento. Fra gli ospedali dove i radiologi hanno scioperato, l'unico dove gli effetti dell'agitazione sono stati ridotti è quello delle Molinette perché gli istituti universitari hanno colmato i vuoti. Molinette — Con l'istituto universitario ha funzionato il servizio collegato al pronto soccorso e la Tac. Gli altri due reparti (quelli della radiologia centrale) si sono limitati a smaltire le urgenze interne. Maria Vittoria — Nelle due radiologie le modalità dello sciopero però sono state discusse dai sei medici addetti, che hanno concordato con i colleghi degli altri reparti di effettuare esami solo su specifica richiesta e legata alla necessità di salvaguardare il paziente. Nuovo Martini — Sono stati effettuati non più di 90 esami, contro gli oltre 200 della media giornaliera. Nuova Astanteria Martini — I medici non hanno scioperato perché ritengono inutile questa forma di protesta. L'hanno deciso dopo una rapida consultazione e il bilancio del lavoro accumulato, a danno dei malati, in 4 giorni di sciopero totale. Maria Adelaide — Tutto ha funzionato regolarmente. Anche qui i medici hanno fatto coscenziosamente i conti con il lavoro non smaltito e non ulteriormente differibile. Cto — Nei due reparti di radiologia non sono state effet¬ tuate più di 130 esami. I radiologi erano tutti presenti, ma solo uno per turno ha bollato la cartolina. Hanno detto: 'Noi non abbandoniamo il malato ma siamo moralmente in sciopero e non vogliamo che la giornata ci venga pagata». Mauriziano — Rigida la protesta, non più di 40 esami tutti urgenti e improcrastinabili. Collaborazione con gli altri colleghi per ridurre al minimo le prestazioni e rallentare cosi le dimissioni. MEDICI AMBULATORIALI — Oggi seconda giornata di sciopero degli iscritti al Stimai (sindacato unitario medici ambulatoriali italiani) con paralisi dei 15 poliambulatori Usi di Torino e dei 20 della provincia. Gli specialisti (in Piemonte sono circa 1600 di cui 1200 nella nostra città) vogliono, a breve termine, la definizione della parte economica dell'accordo nazionale siglato con il governo il 13 febbraio e che prevede pratiche specialistiche a domicilio a carico del servizio sanitario nazionale, una capillare prevenzione e profilassi delle malattie sociali, il decentramento delle prestazioni anche in ambulatorio lontani dalle città, l'erogazione gratuita di prestazioni protesiche dentarie a tutti i cittadini e infine il miglioramento delle sedi di lavoro Gli ambulatoriali accusano il governo di procrastinare la conclusione della trattativa e 'd'invalidare cosi il progetto di mettere l'assistenza specialistica a disposizione della popolazione sia sul luogo di vita che di lavoro». Emanuele Monta

Persone citate: Nuovo Martini

Luoghi citati: Piemonte, Torino