Camera: riprende l'esame della legge sull'editoria di Giuseppe Fedi

Camera: riprende l'esame della legge sull'editoria Gli articoli da approvare sono ventitré Camera: riprende l'esame della legge sull'editoria Mammì (pri): «Con un po' di buona volontà potremmo chiudere in settimana» - Riserve dei missini e di alcuni radicali - Lama, Camiti e Benvenuto: «Fate presto» ROMA — La legge di riforma dell'editorìa torna oggi nell'aula di Montecitorio. Sarà la volta buona per approvarla? Teoricamente, è tutto semplice. Gli articoli da votare e approvare sono 23 e «con un minimo di buona volontà — assicurava ieri mattina Oscar Marami — potremmo chiudere entro la fine della settimana e occuparci, a partire dalia prossima, del bilancio di previsione per lo Stato*. I dubbi sul futuro della legge sono tutt'altro che dissolti nonostante il progetto continui formalmente ad essere appoggiato da tutti i partiti, a parte i missini e i deputati radicali più vicini a Marco Pannella. I maggiori ostacoli, soprattutto quello legato alla commissione di controllo sulla stampa, sembrano rimossi; all'opposizione radicale, la più dura, il «Comitato dei nove», l'organismo ristretto incaricato di sciogliere i nodi, è venuto incontro accogliendo numerosi emendamenti. Non a caso, Franco Roccella e con lui qualche altro parlamentare fra cui Boato, Pinto e Baldelli appaiono sostanzialmente favorevoli all'approvazione della riforma e qualcuno ieri ipotizzava una spaccatura nel pr, intenzionato comunque a chiedere che durante la seduta di oggi e domani si parli dei problemi della Rai. Oli altri capigruppo, con Bianco e Di Giulio in testa, ribadiscono per l'ennesima volta la massima disponibilità, lo stesso msi appare più «morbido». Per l'ennesima volta si sente dire che questa legge è urgentissima, necessaria, utile al risanamento dell'editoria. Quanto sta avvenendo nel settore editoriale, si legge in una dichiarazione firmata da Cicchitto, Covatta e dallo stesso Bassanini, è di estrema gravita. E' il caso della lenta asfissia che -ha soffocato "Lotta Continua" e rischia di fare lo stesso con "Il Manifesto" ed altre testate, minori per tiratura e risorse finanziarie ma essenziali per salvaguardare il pluralismo dell'informazione*. Il varo della legge, proseguono i tre deputati della sinistra socialista, «è essemiale anche per evitare che intorno alle sorti della riforma si intreccino oscure manovre e sospetti o minacce di condizionamenti politico-finanziari nei confronti dei gruppi editoriali, profittando dell'assenza di una normativa efficace sulla trasparenza della proprietà e dei finanziamenti ai giornali». S'intensificano intanto appelli e iniziative a favore del «Manifesto». Una delegazione della Uil si è incontrata ieri con 1 responsabili del giornale. La Uil ha inoltre deciso di aprire una sottoscrizione fra i lavoratori «tesa in particolare a sostenere la battaglia del "Manifesto", un esempio di grande qualità di giornalismo libero e indipendente, attraverso un'ampia campagna diabbonamenti». Lama, Camiti e Benvenuto hanno invitato i capigruppo a far presto. «La federazione unitaria — conclude un appello dei segretari generali — sottolinea che un eventuale decreto-stralcio che affrontasse esclusivamente i problemi della sopravvivenza economica e finanziaria delle testate, non solo costituirebbe un grave ritardo nel processo di riforma democratica del settore, ma, per di più, non consentirebbe l'approvazione di quella parte della legge che interessa direttamente i lavoratori del settore». S'impegneranno da oggi i deputati a far varare la legge? O prevarrà ancora la tattica ostruzionistica? Come si muoverà la maggioranza socialista, della cui disponibilità dubitano in molti? Sarà compatto il governo sul testo approvato in commissione? 'L'importante — spiega ancora Bassanini — è andare avanti con la massima sollecitudine». — Quante possibilità ci sono di chiudere entro i prossimi giorni? •Potremmo andare avanti — dice Bassanini — anche fino a domenica. Nella peggiore delle ipotesi, secondo me, dobbiamo concludere l'esame e le votazioni entro la prima settimana di aprile». Giuseppe Fedi

Luoghi citati: Roma