Forlani parla di coesione psdi e psi si preoccupano di Alberto Rapisarda

Forlani parla di coesione psdi e psi si preoccupano Un richiamo alla linea di Moro? Forlani parla di coesione psdi e psi si preoccupano Il partito di Longo ritiene che lo si voglia isolare -1 socialisti temono, invece, che la de guardi di nuovo al pei ROMA — I socialdemocratici vi vedono la volontà di dividere il psdi dal psi. I socialisti fiutano una manovra che mira ad aggirarli e ad isolarli. I comunisti sono cauti ma attenti. I discorsi di domenica con i quali il presidente del Consiglio Forlani si è augurato il rilancio di una politica di «coesione nazionale» hanno messo in agitazione sia i partiti di governo sia di opposizione, perché sono parsi il segno di una volontà di tornare alla politica morotea che veniva sintetizzata nella formula della «solidarietà nazionale», di poco dissimile da quella auspicata da Forlani. Il segretario socialdemocratico Longo, domenica, aveva esplicitamente accusato il presidente del Consiglio di voler riprendere «le cattive abitudini* della politica di Moro 'fatta di fughe in avanti*. Oggi, il quotidiano del psdi l'« Umanità* torna sul tema invitando con tono brusco Forlani a lavorare di più «piuttosto che cedere alla tentazione di dissertare sul futuro prossimo o remoto». Se Forlani mira a «confuse unità» (col pei, ndr) stia sicuro che il psdi uscirà dal governo, è la minaccia dell'. Umanità». Perché tanto allarme? «E'in atto un'anione svolta dall'opposizione comunista quanto da alcuni settori della de — è la convinzione dei socialdemocratici — per mettere in crisi l'intesa che stringe in una unità concreta il nostro partito e il partito socialista». E' una sensazione che hanno anche i socialisti. «Si comincia a delineare l'aggiramento del psi — sostiene il sen. Landolfi, manciniano — èra prevedibile che ciò accadesse ed è stato incauto non predisporre una strategia in grado di evitare l'isolamento del partito». I comunisti, da parte loro, stanno seguendo con particolare interesse l'evoluzione delle manovre in casa de, in preparazione del Consiglio nazionale, che è stato posticipato al 28 marzo. E le dichiarazioni di Forlani sono valutate come un tassello importante anche se ancora non molto chiaro. «Gli inviti di Forlani alla "coesione nazionale" — scrive l'Unità — sono insistiti ma anche generici. Non è chiaro se il governo ha delle proposte concrete da avanzare sui temi più brucianti. Finora non le ha avanzate». Una frase che sembra un invito al presidente del Consiglio a chiedere in Parlamento l'esplicito appoggio del pei su determinati provvedimenti. L'occasione buona, a quan- to si capisce, potrebbe essere la discussione a Montecitorio del piano economico triennale , quando si dovranno concordare, tra l'altro, le iniziative per combattere l'inflazione, per risolvere il problema della mancanza di case, e per garantire il rifornimento energetico al Paese. Sull'onda delle dichiarazioni di Forlani, anche le sinistre democristiane hanno ripreso con maggiore insistenza il tema dell'apertura al pei, «il superamento dello stato di incomunicabilità tra i partiti e la ripresa di un dialogo istituzionale» come dice il «basista» Mastella. Questi sono i temi che dovranno essere discussi dal prossimo consiglio nazionale del 28 e 29 marzo per «scongiurare la situazione di disagio generale e rimettere la de al centro delle cose italiane», aggiunge Mastella. In questo clima le modifiche della Costituzione proposte dal segretario socialista trovano ogni giorno un ascol¬ to sempre più freddo. Anche il segretario liberale Zanone ha preso le distanze da Craxi dicendo che «in effetti il grande problema degli Anni 80 è quello dello Stato, ma ho anche qualche dubbio che esso passi attraverso un progetto di revisione costituzionale». I repubblicani, che avevano già respinto le proposte di Craxi, suggeriscono invece di avviare un «confronto rapido ed efficiente» che coinvolga anche le opposizioni su questi temi: regolamentazione per legge del diritto di sciopero nei servizi pubblici; revisione dei regolamenti delle Camere; riforma della Commissione Inquirente (la cosiddetta «grande insabbiatrice»); riforma della legge sul referendum. Sul problema della disciplina del diritto di sciopero si terrà in settimana una riunione dei capigruppo della Camera, su invito del de Gerardo Bianco. Alberto Rapisarda

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