Bankitnlia «divorzia» dal Tesoro

Bankitnlia «divorzia» dal Tesoro Dini parla del deficit pubblico e dell'Istituto di emissione Bankitnlia «divorzia» dal Tesoro DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — La «separazione consensuale» tra Tesoro e Banca d'Italia della cui necessità ha parlato per primo il ministro del Tesoro Andreatta e sulla quale si è recentemente espresso favorevolmente anche 11 governatore della stessa Banca d'Italia, Ciampi, sta ormai passando sul piano delle proposte operative: il direttore generale dell'istituto di emissione, Lamberto Dini, ha esposto ieri i termini concreti di questa separazione il cui obiettivo è quello di svincolare la Banca centrale dall'obbligo di finanziare il deficit pubblico, lasciandole invece il compito istituzionale di regolatore dei flussi monetari. Lamberto Dini, nello svolgere a Firenze, all'associazione «Villa Favard», una relazione sulla «politica monetaria, disavanzo pubblico e fenomeni di "crowding-out"», ha insistito sugli effetti fortemente inflazionistici connessi con la creazione di base monetaria necessaria a finanziare il Tesoro e sulla conseguente necessità di far affluire maggiori quote di risparmio privato sui titoli pubblici. «Una più valida barriera tra finanziamento del Tesoro e creazione di moneta — ha appunto sostenuto Dini — implica la riduzione del ruolo della Banca centrale come banca dello Stato». Dini ha insomma proposto una riforma del finanziamento del Tesoro che abolisca l'obbligo di «finanziamento residuale del disavanzo pubblico» da parte della Banca d'Italia, che oggi si concretizza soprattutto con l'acquisto, in sede di asta, dei «Bot» restati invenduti. Una simile modifica istituzionale — a parere di Dini — limiterebbe gli interventi della Banca d'Italia sul mercato dei titoli di Stato solo a quanto necessario al perseguimento degli obiettivi operativi in materia di creazione di base monetaria, avvicinando così i rapporti tra Tesoro e Banca centrale ai modelli esistenti in altri Paesi nei quali lo Stato ricorre esclusivamente al mercato per coprire il proprio fabbisogno finanziario. Quest'operazione comporterebbe peraltro — ha rilevato il direttore generale della Banca d'Italia — maggiori oscillazioni dei tassi di interesse, le cui punte potrebbero comunque essere evitate con opportune manovre, come la pianificazione dei flussi delle spese e dei trasferimenti correnti e la maggior frequenza delle aste dei «Bot», attualmente mensili. D'altra parte — ha affermato Dini — «in prospettiva la piena riappropriazione della base monetaria quale strumento di controllo indiretto del credito potrà favorire lo smantellamento del sistema di vincoli amministrativi oggi imposti all'operare del sistema bancario».

Persone citate: Ciampi, Dini, Lamberto Dini

Luoghi citati: Firenze, Roma